“Il caso di Casa Firenze è emblematico – si legge in una nota a firma direttivo Buongiorno Livorno – poiché è l’effetto concreto di una gestione del patrimonio pubblico che non rispecchia l’interesse della collettività. Attualmente il complesso immobiliare è posto nel Piano delle alienazioni e come nel caso di molti beni alienabili l’amministrazione cerca di favorire tramite varianti e assenza di vincoli per un uso futuro la sua uscita definitiva dalla gestione pubblica.
“Casa Firenze è ubicata in una delle parti più ambite della città dal punto di vista immobiliare, immersa nel verde della collina di Antignano-Montenero che si affaccia sul mare di Calafuria, proprio sotto Villa Gamba. Unica pecca la vicinanza della variante, ma qui bisognerebbe chiedere ai progettisti come mai non si è cercato di passare più lontani per preservare l’integrità del bene e il suo uso dato che era già presente prima della costruzione dei tunnel stradali”.
“Si tratta di un ex edificio colonico degli anni 30 poi adibito a colonia marina per bambini, che ha subito modifiche nel corso degli anni ed è formato da un patrimonio catastale di immobili, 1200mq di slp, e terreni per 4500 mq”.
“La sua stima è di 1milione e 200mila euro, che se paragonata ad una stima di mercato sembra bassa, poiché il valore delle abitazioni di tipo civile, come è classificata Casa Firenze, è di 1800 euro al mq minimo, secondo l’Agenzia delle Entrate. Questo punto suscita tra l’altro delle perplessità che si uniscono alla mancanza di alternative per un suo utilizzo: nel 2003, ad esempio, la Giunta approvò un progetto preliminare da 320 milioni di vecchie lire per la sua ristrutturazione e risanamento per nuovi alloggi e progetti successivi furono predisposti dagli uffici tecnici”.
“Casa Firenze merita, insieme ad altri complessi immobiliari comunali di pregio, quali villa Morazzana, podere Loghino, podere rurale di via Inghilterra, di restare nel patrimonio comunale tramite un vincolo di pubblica utilità”.
“Il Comune deve inserire questi beni all’interno di programmi di rigenerazione urbana e ambientale, non per farne merce di scambio per operazioni immobiliari, ma per cogliere le opportunità di fondi strutturali europei e del PNRR”.
“Su questo punto generale – conclude la nota – crediamo che sia compito di tutte le forze politiche trovare strumenti e soluzioni per favorire la costruzione dal basso di proposte di riuso e raccogliere quelle già esistenti tramite la partecipazione diretta alla gestione del patrimonio pubblico per scongiurare la privatizzazione e sottovalutazione del valore”.
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