“Lo diciamo da due anni, oggi la Venezia, domani via Marradi, dopodomani chissà: il problema della malamovida (e non della movida in sé, stiamo bene attenti) è mobile, per questo dobbiamo dotarci di strumenti in grado di adeguarsi a questa caratteristica” spiega Alessandro Ciapini direttore di Confesercenti.
“Siamo stati protagonisti del percorso di confronto, con altre associazioni di Categoria, attivato in modo congiunto dal Questore Massucci e dal sindaco Salvetti e nelle sedi opportune più volte abbiamo chiaramente detto che non è colpa dei locali che fanno bene e correttamente il proprio lavoro d’impresa se un pezzo dei giovani della nostra città ha perso i punti di riferimento e non portano più rispetto né alla città né a sé stessi con comportamenti violenti e aggressivi” prosegue il direttore dal quartier generale di Via Pieroni “e che quindi la soluzione non può e non deve essere la chiusura dei locali, né in via Roma né in nessun’altra parte della città, Venezia compresa”.
“E’ ormai fin troppo chiaro che se da una parte le imprese possono, direttamente firmandolo o attraverso la sottoscrizione del Protocollo di intesa sulla Movida (cui da mesi stiamo tutti lavorando) da parte di noi associazioni di categoria, condividerne i contenuti di massima sugli aspetti della prevenzione e della sensibilizzazione alla giovane clientela, dall’altra quel che serve è il controllo ed il presidio del territorio dove serve quando serve” conclude Maristella Calgaro, presidente provinciale dell’associazione, che prima di chiudere rilancia “andiamo rapidamente alla firma del protocollo, così che si abbia chiara quanto prima ciascuna soggetto coinvolto cosa è chiamato a fare, dai commercianti al comune alle forze dell’ordine”.
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