Facciamo un po’ il punto della situazione in casa amaranto dopo il pareggio ottenuto nella semifinale di andata degli Spareggi Nazionali di Eccellenza, ma anche dopo l’ennesima brutta prestazione amaranto culminata comunque con un 2-2 ottenuto in trasferta coi gol che valgono il doppio (prima o poi si arriverà all’uniformità in tutti i campionati): si moltiplicano le ipotesi sul perché giocatori che “si allenano al massimo in settimana” parole di Mr.Angelini, poi non rendono in campo alla domenica. Lo stesso allenatore ha sorprendentemente dichiarato che solo in 5-6 hanno giocato a Tivoli, che la maggior parte della squadra era ‘bloccata’ mentalmente. Dichiarazioni sconcertanti perché stiamo parlando di ex professionisti con decine di anni di calcio a livelli più alti alle spalle, possibile che vengano influenzati a tal punto da sbagliare passaggi o controlli a due metri? Eppure, se si riguardano le azioni ad esempio dei gol subiti si notano alcune cose. Primo gol: è vero, Pulina è mal posizionato e si fa aggirare alle spalle dall’avversario, ma dietro di lui chi c’è? Perché nessuno interviene facendo la cosiddetta diagonale per evitare il comodo cross dell’esterno? Ed ancora, perché sulla respinta (ancora una volta centrale!) di Pulidori i due centrali di difesa si fanno anticipare dall’attaccante avversario (ce n’erano due) che segna? Che dire poi del secondo gol? Un’uscita intempestiva di Pulidori che deve aver ben visto che accanto al giocatore laziale c’era Russo in netto vantaggio, dopo che ancora una volta Pulina era stato saltato; perché non ha ‘chiamato la palla’ al compagno? E quest’ultimo (Russo) perché invece di buttarla fuori l’ha lasciata (…) al portiere, poi anticipato dall’attaccante avversario? L’impressione che si ha da fuori è una continua sottovalutazione dell’avversario che avviene sia ad opera dei veterani che dei giovani in campo. Anche il Mr. Amaranto comunque ci mette del suo, ci sono voluti 50 minuti per inserire Palmiero al posto di uno spaesato Pulina! Pare evidente che ci sia qui una dicotomia difficile da spiegare (dicotomia: suddivisione di un concetto in 2 parti); da un lato abbiamo una squadra in cui dominano i senatori, giocatori esperti cui dovrebbe ‘fare vento’ l’opinione dei tifosi e le contestazioni per non parlare della cosiddetta pressione ambientale (notare la suddivisione del pubblico presente nella foto); ma poi vediamo gli stessi assentarsi clamorosamente in gara per non dire non entrare in partita, soffrendo i ritmi dei giovani rivali. Cerchiamo allora una spiegazione: molto probabilmente i giocatori stessi si sono resi conto che durano non più di un tempo atleticamente e soffrono il ritorno degli avversari perdendo anche lucidità, abbiniamo questo ad una certa supponenza (fuori luogo) e si spiegano così le frittate fatte. Il guaio del Livorno deriva dal richiamo della preparazione che si è svolto a Gennaio, quando il campionato è stato fermo per oltre un mese: è stato fatto sul sintetico del campetto di Borgo Cappuccini e questo, oltre ad incrementare gli infortuni muscolari ha fatto mettere poca benzina nelle gambe di una squadra che cala sempre alla distanza. Come uscirne? Difficile da dirsi dall’esterno, ma una cosa va detta: è imprescindibile un intervento societario mirato a far ritrovare serenità ad un gruppo che è parso anche scosso dalle contestazioni dei propri tifosi che li invitavano a tirare fuori gli attributi, Come diceva il Manzoni parlando di Don Abbondio “il coraggio se uno non ce l’ha, mica se lo può dare”; ecco qui si parla di agonismo, ma se il carburante che resta è poco, che si fa? Serrare i ranghi e cercare alternative tattiche per sopperire al consueto calo atletico da mettere ormai in preventivo.
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