Dall’AdSP di Livorno una procedura per fronteggiare le emergenze generate dalla presenza di specie aninali all’interno di una nave o di un carico
Immaginate di essere un lavoratore portuale o l’addetto di un magazzino e di maneggiare merce o aprire un container portato da una nave proveniente da un paese straniero. Come vi comportereste se vi trovaste di fronte ad un ragno a uno scorpione dall’aspetto non proprio rassicurante?
E’ per rispondere a questa domanda, e per fornire un supporto all’utenza, portuale e non, che l’Autorità di Sistema Portuale ha messo a punto una nuova procedura operativa per fronteggiare le diverse situazioni generate dalla presenza di animali pericolosi sia in stiva, a bordo di una nave, che dentro un carico oggetto di spedizioni internazionali depositato in magazzino.
La messa a punto di una procedura specifica è una necessità che non poteva più essere rimandata dalla Port Authority. A Livorno sono ormai diversi i casi di rinvenimento di animali potenzialmente pericolosi per l’uomo. Nel 2020, ad esempio, furono trovati dagli addetti ai lavori un serpente a sonagli e un ragno delle banane, entrambi provenienti dal Sud America. Evento ancora più recente è il ritrovamento, all’interno di un container contenente tronchi di noce nero provenienti dagli Stati Uniti, di un femmina viva e vitale di un aracnoide, una specie notoriamente pericolosa per la salute umana, conosciuta come vedova nera.
“Risulta fondamentale non sottovalutare mai il rischio connesso alla presenza di animali nel carico” ha affermato Dalia Del Nista, del Servizio fitosanitario regionale e di vigilanza e controllo agroforestale. “Si consideri ad esempio che alcuni insetti, come le zanzare, le blatte, le cimici possono essere veicolo di pericolose malattie” ha aggiunto, ricordando come nel 2018 il Servizio Fitosanitario abbia rinvenuto all’interno di un carico alcuni esemplari di una “cimice” entomofaga. Questo insetto, appartenente alla famiglia dei “reduvidi”- chiamati volgarmente “Kissing bugs”- si alimenta preferenzialmente pungendo le labbra delle persone mentre dormono, ed è temuto perché può veicolare malattie pericolose quali la “Chagas disease”, una parassitosi che in alcuni casi può portare all’allargamento dei ventricoli del cuore, causando insufficienza cardiaca.
La nuova procedura – che è stata presentata presso l’Auditorium del Museo di Storia Naturale di Livorno dalla dirigente Sicurezza, Ambiente e Dragaggi dell’AdSP, Cinthia De Luca – prescrive in modo dettagliato tutte le misure da adottare per la sicurezza dell’uomo e dell’animale rinvenuto. Vengono indicate le autorità da contattare e le modalità di comportamento da osservare a seguito del ritrovamento dell’animale, distinguendo caso per caso, a seconda che questo venga scovato all’interno di una stiva, di un magazzino o di un container, o se, ad esempio sia ancora vivo o già morto (cosa, quest’ultima che non ne esclude la pericolosità).
Il documento è stato redatto grazie alla collaborazione con Agenzia delle Dogane, Agecontrol, Capitaneria di Porto, Comando Provinciale VVF, Guardia di Finanza (CITES); Museo di Storia Naturale del Mediterraneo, Regione Toscana Servizio fitosanitario regionale e di vigilanza e controllo agroforestale.
“Si tratta di una sinergia importante e virtuosa promossa nel solco di una visione improntata alla salvaguardia sia dell’uomo che delle specie animali non appartenenti al nostro habitat” ha dichiarato la De Luca. “Da oggi i porti del Sistema hanno una procedura aggiornata per impedire che animali, contenuti nel carico proveniente da altri paesi/continenti, possano creare dei problemi al nostro ecosistema”.
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