Alle tante nefandezze dell’epoca moderna (social, Halloween ecc.) si è recentemente aggiunto il Black Friday che non riguarda come in origine il solo venerdì ma è andato ad interessare per presunte svendite un arco sempre crescente di giorni, in genere 4; ebbene questo trascorso è stato per il Livorno un vero e proprio Black Friday, iniziato mercoledì in quel di Bagni di Gavorrano con l’imperdonabile errore di schierare un giocatore squalificato e proseguito domenica con i punti lasciati al Figline sul campo. Ma in mezzo è successo di tutto e di più, dall’escalation della ‘guerra’ tra il Presidente Esciua ed una frangia sempre in aumento della tifoseria fino alle dimissioni di Gianni Palumbo da team manager ed alla scomparsa di Paolo Nassi, storico dirigente amaranto, cui sono state risparmiate le ultimissime vicende. Come se ne esce? Difficile dirlo, una cosa è certa però: questa situazione danneggia la squadra e dunque tutti gli attori della tragicommedia in atto sono corresponsabili del clima poco idilliaco in cui si trovano a giocare i giocatori e della mancanza di risultati. La giornata era stata favorevole per i contemporanei pareggi di Pianese e Seravezza (in rimonta la prima) e la sconfitta del Follonica Gavorrano, ne ha approfittato solo il Grosseto che adesso appaia gli amaranto in classifica, sempre a meno 5 dal vertice. Però come diceva un vecchio detto “non è questa la via per andare in paradiso”, continuando così si rischia di mandare al macero quanto di buono fatto e zavorrare oltremodo la squadra che indubbiamente risente della volatilità dell’ambiente. La soluzione tuttavia è difficile da individuare, gli appelli alla ragionevolezza cadono nel vuoto perché le posizioni si sono oltremodo radicalizzate, lo spettatore esterrefatto assiste a un dibattito surreale sui social dove viene elogiato ad esempio Gianni Palumbo per essere sempre stato un vero tifoso amaranto, attaccatissimo alla squadra e denigrato Esciua reo di averne accettato le dimissioni. Ma se si è dimesso vuol dire che ha assunto le proprie responsabilità, ammettendo di essere stato lui a combinare il guaio, no? In assenza di comunicati od interviste del suddetto dobbiamo ritenere stia così la cosa. Certo il Presidente ha, da parte sua, la colpa di non aver creato una struttura societaria adeguata: l’organigramma non specifica le responsabilità, ci sono figure come quella del Direttore Generale Mosseri che non si capisce bene quale compito abbiano, i rapporti con la stampa locale sono deteriorati a tal punto che abbiamo letto pesanti critiche anche da parte del quotidiano locale alla conduzione societaria, cosa che ad inizio anno non era pronosticabile, insomma il clima è tutto fuorché natalizio e la cosa riveste in pieno anche la politica, tanto bistrattata per l’esposizione di bandiere varie, dato che l’anno prossimo ci saranno le elezioni comunali. Crediamo che l’attuale sindaco non si presenterà ostentando la nuova proprietà amaranto come un successo, ma indubbiamente la ‘colpa’ della scelta ricadrà anche su di lui oltre che sui ‘saggi’ che consigliarono l’affidamento del Livorno ad Esciua, dopo l’esperienza Toccafondi. A proposito di quest’ultimo si vede spesso alle partite del Livorno e questa presenza anche in trasferta ha fatto ipotizzare un suo interesse che vada oltre il tifo, chissà……
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