Finisce con un pareggio la gara disputata Domenica in casa della Sangiovannese, un 1 a 1 che lascia l’amaro in bocca vista l’evoluzione della partita. I ragazzi di Favarin hanno terminato il match in doppia inferiorità numerica, dimostrando quindi una certa grinta nel mantenere il risultato di pareggio. Qualcosa, lo abbiamo infatti perso nella prima frazione di gioco, durante la quale la partita ha fatto una certa fatica a decollare per entrambe le squadre. Alla mezz’ora i padroni di casa sono passati in vantaggio grazie a Bonucci , il quale, sfuggito a Bassini, con un destro ha violato la porta difesa da Danko Ciobanu, al suo esordio in campionato. Classe 2005, si è dimostrato comunque valido, vigile e reattivo insieme ai suoi compagni della difesa, Duccio Brenna e Andrea Fancelli che, dopo un inizio gara zoppicante, ha salvato il risultato in un paio di occasioni dimostrando di meritare quel posto da titolare che a inizio anno sembrava scontato dovesse avere. Non credo sia stata semplice da gestire, per lui, la sua posizione. A testa bassa, e con grande umiltà, ha accettato le scelte del mister.
Quello delle “quote”, è un argomento spinoso. Si evita spesso di parlarne, quando in realtà le riflessioni sono molteplici. Costruire una squadra in base all’utilizzo di certi elementi obbligatori al fine di rispettare il regolamento, fa un po’ pensare di dover mettere da parte il fattore meritocrazia. D’altro canto, se non ci fosse questa regola, saremmo veramente certi che qualcuno si prenderebbe il rischio di far giocare dei ragazzi che la carriera devono ancora costruirsela? Non potendo parlare di numeri, l’unico metro di giudizio che si ha è la conoscenza dei settori giovanili. Per questo, ribadisco il fatto che non si può non investire su di esso.
In rosa, noi possiamo contare su degli elementi validi; oltre ai già citati, possiamo anche nominare Niccolò Nardi, il quale, nonostante non abbia brillato come suo solito nella partita appena giocata, non ha fatto mancare il suo apporto alla squadra dimostrandosi generoso e non lezioso. Un elemento così, è da convocare a prescindere dall’età. Il Livorno ha fatto un ottimo investimento su questo lato. Questo è un po’ il calcio che mi piace. Che ci piace. Quello degli uomini. Che lavorano e parlano con i fatti, evitando polemiche, di cui quest’anno siamo già abbastanza colmi. La frattura tra la curva e la società pare ormai insanabile.
“Non un passo indietro” recita un famoso motto del tifo organizzato. Io dico: facciamo un passo avanti. C’è bisogno di supportare la squadra; questo non significa mettere a testa sotto la sabbia ma provare a tendersi la mano, da ambo le parti. Dobbiamo uscire da questo inferno, per approdare almeno nel purgatorio del calcio che conta.
di Agnese Gaglio
Lascia un commento