“L’inceneritore di Livorno è rimasto chiuso per 4 mesi nel 2022, per 3 mesi nel 2023 e continua a rimanere chiuso all’inizio del 2024 – si legge in una nota a firma Coordinamento provinciale Rifiuti-Zero Livorno -. Guasto dopo guasto, riparazione dopo riparazione.
Sapete perché durante la chiusura dell’inceneritore i rifiuti continuano ad essere raccolti e smaltiti come al solito?
Perché l’impianto di Livorno è inutile. C’è un impianto alternativo a Massarosa, non inquinante perché tratta i rifiuti senza bruciarli, mandando in discarica un residuo secco che non produce gas né percolato, anziché mandarci le scorie tossiche dell’incenerimento.
Sapete perché i conti di Aamps non saltano durante questi periodi di chiusura?
Perché i costi dell’inceneritore sono maggiori rispetto a quello che riesce ad incassare e perché l’impianto di Massarosa è più conveniente.
Sapete perché il sindaco Salvetti (finalmente) ammette che non esistono rischi per i posti di lavoro legati all’inceneritore?
Perché il nuovo impianto di trattamento dell’organico in cui Aamps ha dichiarato di voler trasferire i lavoratori dopo la chiusura dell’inceneritore è già stato finanziato dall’Europa e l’appalto per la sua realizzazione è già in corso.
Allora, se la chiusura dell’inceneritore, promessa dal sindaco alle elezioni, non comporta nessun rischio ambientale, economico e occupazionale, anzi farebbe spendere meno riducendo l’inquinamento in città, perché Aamps non ritira semplicemente la richiesta di rinnovo dell’autorizzazione per prolungare l’attività dell’impianto, presentata alla Regione, che deciderà entro (forse) lunedì prossimo se concederla o meno?
Perché Aamps vuole spendere oltre 25 milioni di euro (15 di investimento e altri 10 di perdite gestionali) dei nostri soldi per prolungare l’attività dell’inceneritore se, come dice l’assessora Cepparello, “l’impianto è a fine vita” e se, come dice il sindaco Salvetti, “la chiusura definitiva dell’inceneritore è già decisa”?
Perché quelle forze di opposizione che tifano per il prolungamento della vita di un inceneritore inutile e inquinante, rimproverando addirittura il sindaco di non aver speso prima tutti quei milioni (proprio durante un concordato prefallimentare!), non spiegano che questi soldi dovranno metterceli come sempre i cittadini, attraverso la tariffa, visto che l’Unione Europea non concede fondi pubblici per gli inceneritori, ma solo per impianti di riciclo?
Perché l’amministrazione comunale continua a dire che l’eventuale esborso milionario verrà spalmato su tutti i comuni della Toscana costiera grazie alle regole tariffarie nazionali, se in realtà quelle riguardano solo il corrispettivo per usufruire dell’impianto, mentre tutte le voci di costo dell’inceneritore continuano ad essere parte integrante del bilancio Aamps, che viene coperto (al netto dei ricavi) solo dal comune di Livorno?
Perché il sindaco ieri ha affermato nell’aula del consiglio comunale di aver chiesto alla Regione di non autorizzare l’attività dell’inceneritore oltre il 2027, se Aamps ha successivamente trasmesso alla Regione una richiesta perché l’attività dell’impianto arrivi almeno fino alla fine del 2028?
Perché la giunta non ha informato i consiglieri comunali che Aamps, per poter installare nell’inceneritore il sistema di abbattimento catalitico degli ossidi di azoto (SCR), a dicembre ha presentato in Regione un preventivo aggiornato che fa salire l’investimento necessario a 19,4 milioni ed i costi complessivi da coprire con la tariffa a 41,6 milioni?
Perché la giunta non ha informato i consiglieri comunali che il cronoprogramma presentato da Aamps in Regione prevede l’inizio degli interventi sull’inceneritore per il 15 dicembre scorso, quando in realtà potranno cominciare nella migliore delle ipotesi alla fine dell’anno, rendendo totalmente inattuabile il piano di ammortamento degli investimenti?
Perché la giunta non ha informato i consiglieri comunali che la Regione Toscana un mese fa ha revocato ufficialmente la qualifica di impianto di recupero energetico per l’inceneritore Aamps, fatto – conclude la nota – che complica ulteriormente le operazioni di manutenzione straordinaria?”
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