Al Grand Hotel Palazzo presentazione della candidatura a sindaco di Alessandro Guarducci con la lista civica “Livorno Torna Grande”, Livorno 27 gennaio, ore 10.30 viale Italia 195, Sala degli Stucchi.
Grande partecipazione alla prima uscita di Alessandro Guarducci, candidato a sindaco di Livorno per il Centrodestra, che stamani, sabato 27 gennaio, nella sala degli Stucchi del Grand Hotel Palazzo ha presentato la sua lista civica “Livorno Torna Grande”. “Aiutare le famiglie – ha detto subito Guarducci – e le aziende, riduzione Tari, riduzione tasse comunali e misure a favoredi artigianato e aziende, saranno al centro del mio programma basato su lavoro, sviluppo e sulla rinascita economica della città. Mi interessa che i cittadini livornesi stiano meglio, prendendo spunto anche da chi in altre realtà fa meglio, e mi interessa mantenere il dialogo con i cittadini”. A tenere a battesimo la candidatura di Guarducci, dimostrando piena sintonia con gli alleati, sono intervenuti al tavolo l’onorevole Chiara Tenerini (Forza Italia), la europarlamentare Susanna Ceccardi (Lega), il senatore Marco Lisei (FdI) e Gionata Giubbilei (Noi moderati). Tra i presenti in platea, oltre al senatore leghista Manfredi Potenti, anche Massimo Vitrani, segretario livornese di Azione, che si è detto molto interessato al progetto politico e al programma proposto da Guarducci. Prima di cominciare la conferenza stampa lo stesso Guarducci ha preso la parola e ha ricordato il Giorno della Memoria, facendo poi alzare in piedi la platea e chiedendo poi un minuto di silenzio.
“Il detto meglio disoccupato all’Ardenza che ingegnere a Milano non lo sopporto – ha sottolineato Guarducci – i nostri figli devono lasciare la città per scelta non perché obbligati.
E per questo io dico: meglio ingegneri a Livorno che sottopagati a Milano”. Per Guarducci bisogna dire “basta questa politica ostile verso chi vuole venire a Livorno a portare lavoro, e questo vale in tutti i settori”. Livorno come è ben noto ha bisogno di infrastrutture, ha bisogno di tornare a correre: “Bene la difesa dell’ambiente, ma non capisco il no alle industrie – ha aggiunto Guarducci rispondendo alle domande dei giornalisti – e mi chiedo come fa l’attuale amministrazione a pensare una città che si fondi su terziario e turismo povero che guarda solo al circondario. Serve industria sostenibile, certo, e investimenti da fuori che portino ricchezza, lavoro e nuova occupazione. Serve non dire no a chi vuole investire a Livorno come è stato fatto fino a ora, perché Livorno è appetibile e ha tutto per tornare a riemergere se non è frenata da una cappa che i governi locali fino a oggi hanno posato sulla città. Serve anche maggior interesse per quello che riguarda il porto: due cose farò, una, la prima, lavorerò per l’integrazione città-porto che qui non si è ancora vista, (i turisti che scendono dai traghetti non vedono la Fortezza Vecchia ad esempio ma un posteggio). La seconda è che non ci sarà più l’assessorato al porto, perché il sindaco siede in comitato portuale, ma l’assessorato al mare, perché viviamo al mare e sul mare, con un assessore che dovrà lavorare per ribaltare e cambiare l’immagine di Livorno e il suo mare in tutti i suoi aspetti”.
Poi il capitolo turismo. “Lo spero che ci sarà presto il porto turistico – ha detto ancora Guarducci – ma dovrà esserci anche il porticciolo della Bellana. E’ poi possibile che da Livorno non ci sia un collegamento tra la città e Bolgheri? Un brand che vale quello del Chianti. Portiamo qui queste eccellenze. Poi c’è da lavorare anche sul fronte del lungomare: il nostro viale è meraviglioso ma è tristemente pieno di baracchine chiuse e in disarmo totale”. Un capitolo a parte Guarducci lo ha rivolto all’ascolto dei cittadini perché, ha sottolineato, “il cittadino non è suddito, non è cittadino solo una volta ogni 5 anni. Il cittadino con me torna veramente al centro dell’attenzione”. Secondo Guarducci infatti “l’emergenza democratica a Livorno è proprio questa”.
“Bisogna tornare a parlare con i cittadini, ascoltarli e capire perché certe scelte non sono condivise”, ha aggiunto riferendosi alle scelte dell’amministrazione Salvetti su temi come il famoso “Cubone”.
Poi nel programma di Guarducci ci sarà la completa revisione del Poc e degli strumenti urbanistici di pianificazione che così come sono fatti oggi, senza lungimiranza alcuna, appaiono vuoti di contenuti e prospettive. “Questo piano strutturale – ha spiegato – non è un piano strutturale: l’area industriale al Vallin Buio non è un’area che penso possa ospitare industria vera, capace cioè di produrre ricchezza, ma è solo un contentino agli industrialisti della coalizione che sostiene Salvetti. Io voglio togliere lo stigma di area di crisi complessa e per questo bisognerà utilizzare i milioni che sono ancora fermi al ministero e servirà uno strumento urbanistico vero, che proietti Livorno nei decenni futuri. Livorno deve puntare in alto, tornare a essere quella città bellissima e fiorente ricordata da Oriana Fallaci nel suo libro Un cappello pieno di ciliege alla quale peraltro questa amministrazione, Pd e sinistra, ha negato colpevolmente l’intitolazione di una via”.
Per il candidato civico, industria, porto, turismo, commercio, decoro e sicurezza possono coesistere: “Basta avere coraggio e visione generale. Serve una vera programmazione”.
E inoltre, sulle scelte in caso di mancata elezione, Guarducci ha spiegato come abbia rinunciato a qualsiasi proposta di paracadute, come quella di una eventuale candidatura alle regionali del prossimo anno, per dedicarsi interamente alla sua città. “Se non verrò eletto? – ha risposto a una domanda dei giornalisti – Farò il consigliere comunale, ci mancherebbe: io amo Livorno e sono qui per questo”.
Infine un ultimo intervento sulla vicenda del restauro di via Grande sollecitato da un intervento dal pubblico. “Via Grande – ha affermato Guarducci – è lo specchio della mediocrità e di come è decaduta Livorno. Come è possibile che siano stati fatti e siano stati permessi dalle amministrazioni che si sono susseguite interventi sulla palladiana con toppe di bitume? E ora addirittura si vuol cancellare anche la storia. Lato Aumai ad esempio ci sono 50 metri di Palladiana in perfetto stato di conservazione: perché non manutenerla e cambiare le parti ammalorate? Non vedo nemmeno qui la volontà di migliorare, ma vogliamo riappropriarci finalmente del gusto del bello?”.
Biografia
Sono nato a Prato il 17 aprile 1960 e risiedo dal 1998 a Livorno, dove mi sono trasferito per ragioni professionali per poi innamorarmi follemente di questa città. Coniugato con una livornese “doc”, ho due figlie. – Dopo il diploma di maturità conseguito nel 1979, ho frequentato il corso di laurea in Giurisprudenza presso l’Università di Firenze ma non l’ho ultimato perché nella mia vita è piombato all’improvviso il giornalismo: mi manca da sostenere un solo esame (diritto commerciale) e la tesi di laurea (già richiesta all’epoca al professor Paolo Grossi in Storia del Diritto Italiano) e sto provvedendo a completare questo percorso di studi interrotto.
Da sempre affascinato dal mondo del giornalismo, ho iniziato a collaborare dal 1981 con alcune radio locali curando rubriche di informazione sportiva. A metà degli anni ’80 (quando appunto ero vicino alla conclusione degli studi universitari) sono diventato collaboratore del quotidiano Corriere dello Sport/Stadio come corrispondente per i campionati di serie C1 e C2 di calcio.
Nel 1989 ho iniziato a scrivere per il Tirreno che mi ha assunto nel 1991 presso la redazione di Prato. Successivamente ho lavorato nelle redazioni di Empoli, Viareggio, un’altra volta Prato, Massa-Carrara e nel 1998 sono stato trasferito alla redazione di Livorno. Qui mi sono occupato inizialmente di cronaca nera e giudiziaria, settori in cui mi ero specializzato durante le esperienze nelle altre redazioni, ma a partire dal 2001 mi è stato affidato l’incarico di seguire la politica locale e più tardi anche quella regionale. Come cronista politico mi sono occupato delle più importanti vicende che hanno interessato la città di Livorno e la sua provincia. Cito solo alcuni esempi: dalla riapertura del teatro Goldoni alle varie elezioni amministrative, dalla fine del Cantiere Navale Fratelli Orlando all’operazione rigassificatore; dalla trasformazione urbanistica di Porta a mare al progetto della Darsena Europa, con una particolare attenzione rivolta alla tragica alluvione del 2017 e ai successivi interventi per la messa in sicurezza idraulica del territorio.
Nel 2006 sono diventato vice responsabile della Cronaca di Livorno e nel giugno 2014 sono stato nominato capocronista: una mansione che ho svolto per quasi otto anni, diventando il più “longevo” nella storia del Tirreno alla guida della più importante cronaca cittadina del giornale. Nel 2019 ho anche assunto la guida della cronaca di Cecina e di Rosignano e nel 2021 sono diventato anche responsabile della redazione di Piombino-Isola d’Elba. Nel gennaio 2022 sono stato nominato caporedattore centrale, qualifica che ho mantenuto fino al recente pensionamento. Nel corso della mia carriera, ho collaborato costantemente con La Repubblica e La Stampa. Da ricordare che nel periodo 2010-2012 ho fatto parte del gruppo che ha promosso il progetto online del Tirreno.
Ho sempre pensato che un giornale, soprattutto locale, non debba limitarsi a fare solo informazione. Un giornale deve essere l’espressione della comunità in cui è immerso, deve essere protagonista insieme ai suoi lettori nell’affrontare le difficoltà, le sfide e i cambiamenti. Un giornale o è identità, territorio, comunità, oppure oggi è destinato a sparire in quel mare di pseudo-realtà dell’informazione fai-da-te sui social. Il giornalismo di un quotidiano locale deve essere guidato dal senso civico, senza veti o pregiudizi. – Nel 2006 sono stato premiato con l’Oscar Livornese; nel 2020 ho ricevuto il Premio giornalistico Luciano De Majo, mio grande amico e grandissimo collega; nel 2022 il premio Castagneto Awards; nel 2023 il premio “Amerigo Poggiolini”. Grande appassionato di sport (atletica, calcio, ciclismo, basket in particolare), di meteorologia e soprattutto di storia antica e moderna (con un occhio di riguardo alla storia di Livorno).
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