“Il giorno dopo aver presentato il patto elettorale con ‘Europa verde’ – si legge in una nota a firma Coordinamento provinciale Rifiuti-Zero Livorno – che oltre alla ridicola promessa di chiudere l’inceneritore di Livorno (proprio mentre Aamps ci vuole investire almeno 20 milioni di euro) prevede ‘l’implementazione della raccolta porta-a-porta’ in tutti i quartieri della città, il sindaco Salvetti ha presentato i nuovi cassonetti stradali (cioè esattamente il contrario della raccolta porta-a-porta) per il centro cittadino ed il quartiere Venezia.
Una spesa di due milioni di euro che graverà sulla Tari (oltre alle ulteriori spese per le inutili telecamere, fototrappole, ecc.) che non servirà a niente, se non ad evitare agli operatori Aamps di fare il loro lavoro di svuotamento dei mastelli, tornando ai più comodi sistemi automatici senza scendere dai camion”.
“Le esperienze nelle altre città – prosegue la nota – segnalano infatti che il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti, dovuto ad una fisiologica quota di incivili presente ovunque, non viene eliminato dai cassonetti intelligenti né con altri sistemi costosissimi di raccolta, ma può essere contenuto solo con l’efficienza del servizio (oltre ai dovuti controlli).
Un servizio che a Livorno resta pessimo, non solo per i livelli record di assenze del personale (superiori addirittura al periodo pandemico) ma soprattutto per la caotica organizzazione della raccolta differenziata, crollata del 10% in 4 anni”.
“L’assessora Cepparello ha perfino affermato – continua la nota – che ‘A Scandicci con questi cassonetti fanno l’82% di raccolta differenziata’: falso.
A Scandicci arrivano a certe percentuali di raccolta differenziata perché a partire dal 2017 (e dal 55% di raccolta differenziata) hanno introdotto il porta-a-porta in 8 zone su 10.
Tanto è vero che anche i comuni limitrofi di Signa e Lastra a Signa, coinvolti nello stesso progetto di estensione del porta-a-porta, hanno registrato lo stesso vertiginoso aumento di raccolta differenziata, grazie anche a servizi di supporto efficienti.
I cassonetti stradali invece non risolvono niente, lo dimostra il risultato del confinante comune di Firenze, che avendo invece relegato il porta-a-porta solo in pochissime zone (in cui viene comunque raggiunto l’80% di raccolta differenziata), diffondendo nel resto della città i coloratissimi cassonetti “intelligenti” (identici a quelli mostrati ieri da Salvetti, Cepparello e Raphael Rossi), non riesce a superare il 55%.
Così anche Livorno è condannata a restare fuorilegge, visto che la percentuale minima obbligatoria di raccolta differenziata è del 65%, subendo la punizione che la normativa prevede per le città che non raggiungono tale obiettivo: sostanziose maggiorazioni tariffarie, pagate dai cittadini”.
“L’annuncio della futura applicazione della tariffa puntuale su cassonetti la cui tessera di apertura viene fornita anche a chi non paga la Tari – prosegue la nota – è incommentabile, se non avventurandosi nel mondo della fantascienza.
Ci addolora particolarmente vedere che a promuovere questi cassonetti stradali ci sia anche il manager Raphael Rossi, nome che venne indicato al sindaco dalle associazioni ambientaliste per il vertice Aamps, dato che si presentava come convinto sostenitore della strategia rifiuti-zero (proveniva addirittura da un’azienda che aveva le parole ‘rifiuti zero’ nel proprio nome).
Proprio lui, che in un comunicato del 2022 aveva annunciato insieme al Comune l’estensione della raccolta porta-a-porta anche nel “centro allargato” di Livorno per le frazioni carta-cartone, multimateriale e indifferenziato, promettendo perfino la raccolta notturna e una differenziata all’85% (crollata invece al 60%)”.
“Le dimissioni – conclude la nota – sarebbero d’obbligo, in una città amministrata seriamente”.
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