L’Amministrazione comunale ha pubblicato un bando volto a favorire l’apertura di nuove attività imprenditoriali, commerciali e artigianali nel quartiere Garibaldi e nelle zone limitrofe del centro storico.
Si tratta di contributi, co-finanziati dalla Regione Toscana, che prevedono l’erogazione di una somma una tantum di 1.000 euro per l’avvio dell’attività, e il rimborso del canone d’affitto del fondo fino ad euro 800, per 12 mensilità.
Il bando è pubblicato nella sezione Gare – Avvisi di questo sito.
Le domande possono essere presentate tramite PEC entro le ore 9 di lunedì 8 aprile, secondo le modalità e con gli allegati previsti dal bando.
L’iniziativa rientra nel progetto “Percorsi di rigenerazione sociale e culturale a Livorno”, volto a riqualificare i quartieri Shangai e Garibaldi tramite proposte di gestione e utilizzo di spazi pubblici urbani in un’ottica di rigenerazione e rivitalizzazione dal punto di vista sociale, culturale, artistico e ricreativo. Con questa azione, in particolare, l’Amministrazione intende promuovere la fruizione di immobili inutilizzati, quali i fondi sfitti, aventi destinazione commerciale o artigianale, da riutilizzare anche attraverso l’uso temporaneo dei locali e la previsione di modalità di condivisione tra più attività commerciali.
Alla realizzazione di questo bando hanno contribuito, oltre al settore Sociale del Comune, anche il settore Commercio e la Polizia Municipale – Staff Città Sicura per il contrasto ai fenomeni di degrado e illegalità e per la verifica dell’effettivo svolgimento delle attività che beneficeranno del contributo.
I fondi sfitti potranno essere individuati in piazza Garibaldi, via Garibaldi, via della Pina d’Oro, via del Pettine, piazza della Repubblica, via del Larderel, piazza dei Mille, via Sant’Andrea, via del Seminario, via Terrazzini, scali delle Cantine, via Pellettier, via della Campana.
L’iniziativa è rivolta a micro, piccole e medie imprese, commercianti, artigiani, professionisti e lavoratori autonomi con partita Iva, per varie tipologie di attività. Nel bando sono infatti elencati più di 40 codici ATECO: si va dalla lavorazione, conservazione e vendita di prodotti agricoli e d’allevamento, prodotti da forno, bar gelaterie e ristoranti, alle piccole attività manufatturiere, di commercio al dettaglio, riparazioni, servizi veterinari e cura degli animali, informatica, ricerca e sviluppo, studi professionali, attività creative, artistiche e di intrattenimento, lavanderie e centri benessere.
“Un intervento importante – spiega l’assessore Raspanti – che si affianca a quelli di animazione sociale che abbiamo portato avanti in questi anni in piazza Garibaldi, che hanno offerto opportunità di aggregazione e di orientamento ai servizi per chi vive nel quartiere. Il commercio è un fondamentale strumento di riqualificazione sociale. L’obiettivo è individuare proposte di valore che facciano crescere l’attrattività del quartiere e possano, auspicabilmente, costituire un presidio anche negli orari in cui si sono riscontrati, nel tempo, i maggiori problemi di convivenza. Abbiamo costruito il bando confrontandoci con altre città che hanno già sperimentato esperienze di questo tipo e adattandole alla realtà dell’area”.
“Il bando – aggiunge l’assessore Garufo – è uno strumento col quale cerchiamo di guidare processi di riqualificazione urbana mediante la leva del commercio. È una sperimentazione utilissima che in futuro potrà essere esportata anche in altre zone della città”.
Dopo la presentazione della SCIA per l’avvio dell’attività, gli imprenditori interessati al beneficio avranno 30 giorni di tempo dalla comunicazione di riconoscimento del contributo per presentare al Comune la documentazione prevista (contratto di locazione registrato, iscrizione al Registro delle imprese della Camera di Commercio o all’Albo degli Artigiani o ad un ordine professionale, attestazione presentazione SCIA).
Le proposte pervenute saranno valutate in base alla validità e sostenibilità dei progetti presentati, in base alle esperienze e competenze dei soggetti proponenti, in base al grado di collaborazione tra più realtà e al collegamento con enti del terzo settore, alla capacità di coinvolgere il tessuto economico-sociale cittadino e di inserirsi nel progetto complessivo di sicurezza del quartiere.
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