Sui fatti avvenuti in consiglio comunale venerdi 5 aprile nel corso dell’approvazione del Piano Operativo, è intervenuto con una nota il Partito Democratico:
“Piano Operativo Comunale: condanniamo con fermezza l’occupazione del Consiglio Comunale da parte delle destre”.
“L’occupazione fisica della Presidenza del Consiglio Comunale da parte dei Consiglieri Comunali Ghiozzi (Lega) e Perini (Fratelli d’Italia) con tanto di accerchiamento del Presidente Caruso e la conseguente interruzione dei lavori del Consiglio Comunale, sono fatti gravi, di stampo squadrista e fascista, contro le Istituzioni democratiche. Atti che condanniamo con grande fermezza. Se da chi ha una storia e radici nel fascismo ci aspettiamo atteggiamenti fascisti, da chi sostiene di essere di sinistra ci saremmo aspettati una censura a difesa delle Istituzioni. Invece abbiamo visto un’azione di spalleggiamento rispetto a quanto posto in essere dalle destre, con una provocazione continua nei confronti del Sindaco davanti ai banchi della Giunta Comunale. Come forze di maggioranza abbiamo iniziato i lavori del Consiglio Comunale rendendoci nuovamente disponibili a trovare una soluzione tesa da una parte garantire alle minoranze un tempo adeguato per discutere gli emendamenti e fare le dichiarazioni di voto e dall’altra a garantire la governabilità alla maggioranza.
Nella ricerca di un compromesso è stata avanzata dal Presidente del Consiglio Comunale una prima proposta, nella Conferenza dei Capigruppo del 4 aprile, dove si prevedeva di dare 30 minuti a Consigliere per la discussione sugli emendamenti anziché 5 minuti e 4 ore a gruppo consiliare per le dichiarazioni di voto. Questa proposta è stata rifiutata dalle opposizioni durante la riunione dei Capigruppo. Il Presidente del Consiglio Comunale, sentito l’Ufficio di Presidenza e il Segretario Generale, ha formulato una nuova proposta alla Conferenza dei Capigruppo sulla base dell’intervento di Gianluca Diliberti, Vice Presidente Unione comunale di Livorno del Consiglio Comunale espressione delle minoranze, dove suggeriva una semplificazione della discussione e delle dichiarazioni di voto. L’ultima proposta, che era sicuramente articolata, consisteva nel raggruppare gli emendamenti per macro aree tematiche. Attraverso il lavoro degli uffici ne sono state individuate 8. Su queste macro aree sono stati riconosciuti 20 minuti a Consigliere per la discussione su tutti gli emendamenti anziché 5 e 20 minuti a gruppo per la dichiarazione di voto per ogni singola macro area. Su 43 emendamenti specifici e non raggruppabili invece erano previsti 3 minuti a emendamento a gruppo consiliare per le dichiarazioni di voto.
Su un gruppo di emendamenti che rendevano la delibera inefficace e che erano sostanzialmente inammissibili ma che comunque sono stati ammessi, 20 minuti a gruppo consiliare per le dichiarazioni di voto. Queste due proposte testimoniano la volontà nella ricerca di una soluzione condivisa del conflitto istituzionale aperto con la presentazione di 881 emendamenti, che hanno determinato una situazione eccezionale non governata e governabile con gli strumenti ordinari del regolamento del Consiglio Comunale. L’indisponibilità delle minoranze di destra ( fatta eccezione per il Consigliere Diliberti), del M5S, BL e PAP, ci ha mostrato le loro reali intenzioni: bloccare l’attività del Consiglio Comunale, del Sindaco e di conseguenza della macchina amministrativa. Questo è contro la Costituzione e il diritto amministrativo. Per noi non è accettabile. Nessuno cittadino avrebbe compreso i motivi per i quali la stessa delibera a Firenze veniva approvata in 3 giorni mentre a Livorno c’è ne sarebbero voluti 72 con un ingente spreco di risorse pubbliche per i gettoni di presenza dei Consiglieri Comunali (circa 110 mila euro), i rimborsi alle imprese per le assenze dei lavoratori dipendenti dovute dai numerosi Consigli Comunali ( 86 mila euro circa) ai quali vanno aggiunti gli straordinari dei dipendenti comunali a supporto del Consiglio Comunale. Un i giustificabile sperpero di risorse pubbliche. Per questo motivo abbiamo sostenuto la decisione del Presidente del Consiglio Comunale di perseguire la seconda proposta per avviare il Consiglio Comunale e concludere l’atto con le votazioni sugli emendamenti e sulla delibera, che è stata approvata verso le 3 del mattino. In tutto questo le opposizioni hanno visto bene di abbandonare il Consiglio Comunale invece di sostenere il lavoro prodotto con i loro emendamenti.
Questo evidenzia ancora di più quello che era il loro reale obiettivo: bloccare le istituzioni e la città. Opposizioni che una volta uscite dal Comune si sono recate nuovamente in Prefettura cercando di tirare per la giacchetta il Prefetto, invitandolo ad intervenire su dinamiche politiche ed istituzionali che sono di competenza dell’amministrazione comunale. In quelle ore sicuramente concitate abbiamo potuto apprezzare la capacità di ascolto del Prefetto D’Attilio e il rigoroso rispetto delle Istituzioni e delle sue relative funzioni”.
Non si è fatta attendere la replica della “Coalizione del Rinnovamento” (Lista Guarducci) che a distanza di pochi minuti ha diramato questo comunicato:
Alessandro Guarducci su approvazione del Poc: “Una grave ferita al Consiglio Comunale. Vergognosa la narrazione dei fatti del Pd livornese che di democratico ha poco o nulla”
“Venerdì abbiamo vissuto uno dei momenti più negativi della storia del nostro Consiglio Comunale, organo che dovrebbe rappresentare il massimo consesso democratico della città ma che la maggioranza Pd, con una oscena forzatura del regolamento, ha piegato ai suoi interessi di parte finendo per svilire e svuotare l’Istituzione consiliare di ogni contenuto di garanzia per le libertà e i diritti delle opposizioni che dovrebbero essere costituzionalmente garantiti”. Lo ha detto oggi Alessandro Guarducci candidato a sindaco per la “Coalizione del Rinnovamento”, commentando l’approvazione del Poc che si è consumata a tarda notte con la votazione della sola maggioranza in un salone consiliare abbandonato per protesta nel pomeriggio di ieri dai partiti di opposizione. Le opposizioni chiedevano infatti legittimamente che fosse rispettato l’articolo 71 comma 6 del Consiglio [che recita: “Qualora siano stati presentati emendamenti, le dichiarazioni di voto si svolgeranno anche sui singoli emendamenti e non potranno avere durata superiore a tre minuti”] che la maggioranza ha voluto scientemente bypassare con un colpo di mano per eludere la mole di emendamenti presentati contro il Poc. Una approvazione che sarà comunque suscettibile di vari ricorsi al Tar che le opposizioni presenteranno nei prossimi giorni. Guarducci ha richiesto un incontro urgente al Prefetto proprio per discutere di questa vicenda.
“Vergognosa anche la narrazione dei fatti dello stesso Pd – ha aggiunto Guarducci che era presente alla seduta – che ribaltando incredibilmente la frittata, ha accusato alcuni consiglieri di opposizione, che ricordo sono stati fatti uscire dall’aula da agenti di polizia, di aver impedito al Consiglio lo svolgimento delle funzioni democratiche, quando non c’è stato alcun atto di violenza contro nessuno ma ancora una volta una richiesta forte, una sorta di ‘resistenza passiva’, di un consigliere di opposizione che si è seduto per protesta sul bancone della presidenza per testimoniare lo sdegno a un sopruso subìto qui sì dalle funzioni democratiche. Una narrazione che assume i connotati della farsa se si considera poi che gran parte della maggioranza Pd alla richiesta dell’opposizione di votare almeno una mozione d’ordine sull’applicazione dell’articolo 71 inizialmente ha votato convintamente sì, e quando il Presidente del Consiglio Comunale se n’è accorto, dopo aver tentato di richiamare per ben tre volte i “suoi” consiglieri, ha annullato il voto in corso già espresso per procedere a una seconda votazione. Tutto questo dinanzi a uno schieramento di pubblici ufficiali in servizio e soprattutto a numerosi cittadini allibiti per l’accaduto. Interrompere una votazione perché il risultato non è gradito a chi governa mette in discussione le basilari regole di democrazia della nostra società. Ha prevalso la legge del “fo’ come mi pare”, che purtroppo contraddistingue questa amministrazione. Ora la parola passa agli organi di giustizia”.
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