“Indispettito dalla rinuncia legittima di Valentina Barale, candidata del Primo Polo, a partecipare al mini dibattito tra candidati sindaci, promosso dalla Curia – si legge in una nota a firma Movimento Cinque Stelle Livorno – il vescovo ha rilasciato affermazioni pesantissime che non stanno né in Cielo né in Terra. Monsignor Giusti è arrivato ad evocare la tragica alluvione del 2017 che causò otto morti come una sorta di castigo divino su una città governata da una giunta comunale (quella del M5S) che, evidentemente, non soddisfaceva i suoi desideri. Merita riportare le parole del vescovo per afferrarne tutta la loro gravità, così distante dagli insegnamenti evangelici. Non gradendo, evidentemente, l’approccio di chi non accetta la commistione tra Chiesa e Stato queste sono state le parole utilizzate da Giusti nei confronti di Barale: ‘Chi non partecipa ha già perso.’ per poi affondare ulteriormente il colpo ‘…ammetto che mi mancava questo stile di polemica, lo avevo già subito durante il periodo della loro Giunta: attaccare sul personale piuttosto che dibattere sulle idee. Ma che modo è? È uno stile vecchio di 5 anni fa, abbiamo visto poi com’è finito…con l’alluvione’. Sono dichiarazioni sconcertanti e sprezzanti, che ci hanno lasciato basiti: non attiene certamente al magistero di un vescovo speculare, dal suo scranno, in questo modo sul dolore dei nostri concittadini”.
“Il messaggio che viene lanciato – prosegue la nota – è inoltre un inaccettabile colpo basso ai nostri elettori ed elettrici, attivisti e candidati di fede cattolica che lavorano in armonia con altri di differenti confessioni religiose, come nella tradizione di pluralismo culturale e religioso di Livorno. Riteniamo, quindi, che sia andato completamente fuori dal suo ruolo, con modi e forme che ci offendono e indignano profondamente. Con il senno di poi si comprende quanto bene abbia fatto Valentina a declinare l’invito a un dibattito dal quale, secondo Giusti, non si poteva neppure osare di sottrarsi”.
“Ci piacerebbe che spiegasse, non tanto a noi, ma ai livornesi – conclude la nota – quale nesso logico possa esserci tra la fine di un’esperienza politica e l’alluvione. Riteniamo queste affermazioni aberranti per tutti i cittadini livornesi, di fede cattolica e non”.
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