Sulla decisione del Comune di Collesalvetti di tagliare 27 alberi di pino a Stagno, la Lipu territoriale, con una nota inviata alle redazioni, contesta la presa di posizione dell’amministrazione comunale. “Prendiamo atto delle decisioni del Comune di Collesalvetti, che non vuole ascoltare le ragioni della cittadinanza e trovare forme alternative al taglio completo di tutti i pini in Via della Costituzione a Stagno – si legge nel comunicato – Gli esperti avranno sicuramente effettuato perizie accurate, anche se non può destare qualche meraviglia apprendere che di tutte queste piante non ve ne è neppure una sana.
C’è poi da dire che quello del fine vita degli alberi è un concetto errato, perché le piante non hanno la durata della vita fissata biologicamente, così come avviene negli animali. Si tratta di una distorta applicazione al verde urbano dei criteri di gestione forestale. Prendiamo ad esempio proprio il pino domestico: a pagina 25 dell’omonimo volume scritto da accademici del Dipartimento di Scienze agrarie dell’Università di Pisa si legge che la produzione dei pinoli è massima verso i 50-60 anni e decresce dopo gli 80. Il turno è quindi fissato in 80 anni, ma spesso si arriva a mantenere le piante per 100-120 anni. Esportare questi concetti produttivi al verde urbano è come tirare il collo alla gallina quando smette di fare le uova tutti i giorni, sebbene sarebbe potuta vivere decentemente ancora a lungo.
Se poi si apprende dallo stesso libro (e da altri volumi) che esistono diversi pini domestici nelle nostre città arrivati all’età di 200, 300 e fino a 400 anni, è ancora più evidente che questo concetto di pini di circa 70 anni giunti a fine vita non regge.
L’altro aspetto che va chiarito riguarda le funzioni ed i benefici delle piante, per rendere la giusta consapevolezza ai cittadini sulle ricadute derivanti dalle diverse scelte. Qui le evidenze sono nette e facilmente comprensibili: l’ombra di un albero adulto e con ampia chioma può riparare diverse persone (o auto in sosta), cosa che non riesce a fare un alberello da poco piantato. Gli esperti ci dicono che gli alberi adulti rimuovono gli inquinanti atmosferici 70 volte più efficacemente di quelli giovani, tanto che secondo il Piano per la qualità dell’aria della Regione Toscana un pino domestico adulto abbatte 16,08 g di PM10 al giorno, sequestrando anche 1 quintale di anidride carbonica ogni anno. Se un albero maturo (esempio un tiglio) assorbe 140 kg di CO2 all’anno, uno di nuovo impianto ne assorbe solo 4 kg.
Va bene piantare nuovi alberi, ma se questo avviene in sostituzione di piante adulte la perdita di servizi ecosistemici sarà notevole, e ci vorranno diversi decenni prima di ripristinare la situazione ottimale. Quindi la verità è che i cittadini di Stagno (così come altre persone che vivono situazioni simili) per lunghi anni avranno da confrontarsi con un paesaggio più brutto e povero di biodiversità, rumoroso, con maggiori sbalzi climatici, ed i loro polmoni con un’aria più inquinata.
Con l’Amazzonia e la Siberia a fuoco, davvero un piccolo ma significativo cattivo esempio a casa nostra“.
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