Prendiamo spunto dalla cronaca di questi ultimi giorni, portata alla ribalta dai media cittadini, per affrontare nuovamente un argomento tanto tormentato quanto lontano da una soluzione: il sistema di sosta a pagamento che dovrà entrare a breve a regime lungo il lungomare nel tratto di viale Italia. Una questione spinosa proprio per la natura promiscua dell’area limitrofa a un’arteria tanto cruciale per il traffico della nostra città. Sono molteplici le realtà che si affacciano su questo tratto: attività commerciali e ludiche, cittadini residenti e, non ultima, la categoria degli avventori automobilisti. Una tale miscela di fruitori tanto vari difficilmente può far intersecare con successo e in pacifica ed armonica convivenza le altrettanto differenti esigenze. Il viale Italia è difatti tanto bisognoso di posti auto da permettere ai tecnici, al fine di ovviare a tale criticità, di spingersi al concepimento di una soluzione tanto invasiva per le abitudini radicate dei livornesi. Commercio e turismo a handicap. Un sistema che rappresenta un guaio cronico per i commercianti della zona, i quali vedono nell’adozione del sistema a pagamento un sicuro calo di clientela. Idem per i residenti: anche se questi ultimi sono esentati dal ticket, restano malgrado tutto privi della garanzia di trovare un posto ad una distanza accettabile dalla propria abitazione. Innanzitutto, viene da chiedersi come tale provvedimento non risulti chiara mente in netto contrasto con quel processo di riconversione di buona parte del tessuto economico e produttivo cittadino verso un’economia di tipo commerciale e turistica. Appare difatti sin troppo penalizzante sia per gli avventori, forestieri e non, sia per gli stessi esercenti della zona, il fatto di non avere previsto delle parentesi con deroga dal pagamento. Deroga invernale, una modifica necessaria. Una pausa dall’obolo forzoso che al contrario sarebbe bene prevedere almeno alcune fasce orarie che registrano una minor frequentazione giornaliera. O, ancora più preferibile, uno stop dettato da criteri stagionali legati a un fisiologico calo nel flusso di transito dei visitatori, in primis per quanto concerne il periodo invernale. Un po’ come avviene già lungo il litorale ‘cugino’ pisano, dove nonostante questo le polemiche sul tema caro sosta proseguono a prescindere (nel 2015 le strisce blu furono introdotte dal 1 luglio, solo nei fine settimana e in zona porto, poi l’anno dopo il sistema venne ampliato a tutta Marina di Pisa e con una finestra temporale molto più ampia sino a giungere all’estensione ulteriore del 2017, con parcheggi a pagamento per tutta l’estate dal 1 giugno al 15 settembre dalle ore 8 alle ore 20, tutti i giorni e nei giorni di venerdì, sabato e domenica, prefestivo e festivo fino alle ore 2 del giorno successivo). Al contrario, il tariffario previsto dal nuovo piano sul viale Italia (per parcheggiare i non residenti pagheranno 50 centesimi all’ora fino a un massimo di 4 euro al giorno di inverno fino alle 22 e un euro all’ora fino a un massimo di 5 dal primo maggio al 31 ottobre fino alle 24) presenta un conto davvero troppo salato. Frazionabilità e flessibilità: i rimedi possibili. Per far sì che gli utenti della strada digeriscano questo boccone amaro nel modo meno indigesto possibile, urge una maggiore frazionabilità (il criterio da seguire resta quello che sia giusto pagare soltanto per quanto si usufruisce) e flessibilità del sistema di pagamento. Imprescindibile quindi sarà anche mettere a norma anche l’ ‘hardware’ attualmente a disposizione da parte della Tirrenica Mobilità che si è aggiudicata l’appalto per la riscossione, dotando quanto prima ogni parcometro del necessario bancomat per facilitare chiunque avesse necessità di mettersi in regola con il ticket, senza vedersi costretto ad utilizzare banconote o monete. Parcometri che sarebbe opportuno fossero muniti anche di un meccanismo di tracciabilità del numero di targa sul biglietto esposto sul cruscotto dell’auto in sosta, in modo da debellare alla fonte l’odioso fenomeno del bagarinaggio da parte di parcheggiatori improvvisati e totalmente abusivi con tagliandi riciclati in quanto usati solo per una frazione della loro intera validità. Automobilisti ‘ socialmente’ penalizzati. Tutto questo senza comunque tralasciare l’aspetto socio economico della vicenda. Nonostante si siano previste delle forme agevolate di abbonamento, quanti nonni con i nipoti al seguito e/o famiglie con bambini piccoli, cariche di un gran numero di oggetti compresi giocattoli da spiaggia, gonfiabili e quant’altro, costretti per questo motivo all’uso prioritario del mezzo privato a discapito del bus o della bicicletta, si troveranno costretti a sborsare giocoforza una somma importante in fondo alla stagione balneare? Il tutto solo per riuscire a recarsi presso il proprio stabilimento di fiducia e godersi una giornata di sole e mare come invece hanno sin qui sempre fatto abitualmente in forma gratuita?
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