Lutto nell’ambiente remiero livornese, si è spento all’età di 81 Giampiero Biscottino, mitico remo della “scia” labronica. Nel suo palmares otto medaglie d’oro e quattro d’argento nella “scia” la gara a due remi deil vogatori solitari dalla voga in piedi, regata che precedeva il palio marinario. I funerali saranno celebrati lunedì 6 giugno alle 9 alla camera mortuaria dell’ospedale, prima del trasporto ai Lupi.
Chi era Giampiero Biscottino
Ardenzino purosangue nato al “Cerretini” nel 1935, con molto orgoglio, come diceva lui, ha sempre vissuto in mare di pesca e così nei tempi passati si prese il soprannome di “Il pescatorino solitario”. Chi lo conosceva da molto tempo dice che è sempre andato a pesca con la forza delle sue braccia. Le sue caratteristiche di vogata, percepibili fino a poco tempo fa, si potevano vedere quando rientrava all’ormeggio: si notava subito il colpo del remo che, pur essendo lento, entrava in acqua fluido senza spruzzi, facendo avanzare in modo uniforme e senza oscillazioni la barca.
Biscottino incomincia a gareggiare nella “scia” nel 1954 a soli 19 anni. E’ un ragazzino molto giovane per questa specialità, mentre i suoi rivali, anche se pur anziani, hanno una forza ed un’esperienza da vendere. Esordisce con i colori del Venezia (Rosso/bianchi) perchè allora per l’ardenza correva Paolo Macelloni, vincitore del Palio nel 1951, anno della rinascita del remo livor- nese.
Vince proprio al suo esordio battendo vogatori come Libero Sardelli del Pontino, Enzo Martinucci del San Jacopo, Aldo Sardelli del mercato, che finirono a pari merito mentre Paolo Macelloni è solo 5° a 35 secondi davanti ad Achille Bassini del Borgo Cappuccini. L’anno dopo bissa il successo sempre nel Venezia anche se l’Ardenza rispolvera quel Vero Catanzano, vogatore di grande forza, vincitore di ben 8 Palii Marinari anteguerra di cui 5 consecutivi. Ma come la legge dello sport vuole, il grande guerriero è ormai troppo anziano e nulla può fare contro un ventenne dal fisico felino come quello di Giampiero e per Catanzano quella sarà l’ultima sua gara. Biscottino su aggiudica la gara con 8 secondi di distacco su Aldo Sardelli del rione Mercato, 3° Mauro Sardelli del rione Pontino davanti all’esordiente Menotti Giorgini del rione san Jacopo, Vero Catanzano è 5° ed infine Piero Guerri di Borgo Cappuccini.
Si dice che dopo la gara vinta Biscottino continuava ad andare sù e giù tra i Bagni Pancaldi e la diga della Vegliaia dimostrando alla gente che aveva ancora fiato e forza da vendere. Nell’anno 1956 passa al rione Ardenza “è il richiamo del sangue” diceva. Vince con 3 secondi di vantaggio su Giorgini del rione san Jacopo, A. Sardelli del Pontino San Marco, M.Mazzeranghi del rione Shangay, S. Dell’Innocenti per il Borgo Cappuccini ed infine M. Colombini del Venezia. Nel 1957 si ferma per il servizio militare, ritornando alla vittoria nel 58 fino al 1960, confermando così la sesta vittoria consecutiva. Siamo al Palio del 1961 alla partenza della “scia” il pubblico dimostra poco interesse alla gara, perchè ormai Biscottino è il padrone assoluto di questa specialità e nessuno pensa che un mito del genere possa crollare.
Ma lo sport è crudele e tutte le favole sono destinate a finire e così accadde dell’incredibile: partenza al fulmicotone per la scia del Pontino che, passa davanti alle tribune lasciandosi dietro le spalle Biscottino, tra la gente incredula dell’evento; scoppia il pandemonio. L’eroe del momento è un novellino del Palio Marinaro: Alberto Disgraziati che, ha diseredato con lo stesso sistema colui che diseredò Catanzano. Andava su e giù per la Terrazza Mascagni con il padre e la sorella. Lo vedrete vincere per altri dieci anni, il mito Biscottino l’ha mangiato lui, diceva il padre alla folla additando il vincitore, e così fù. L’anno dopo Biscottino arrivò secondo, dietro Disgraziati. Per gli addetti ai lavori la sua carriera era finita.
Nel 1966, facendosi convincere dal padre che abitava a Shangay, corse per quel rione, ma ancora una volta arrivò secondo dietro sempre a Disgraziati, vinse così la terza medaglia d’argento diventando l’unico vogatore di questa specialità ad aver corso per tre rioni differenti. Deluso del risultato rinuncia nel 1967. Nel 1968 cede alla richiesta dell’Ardenza e ritorna in gara. La gara fù molto contrastata e tirata fino all’ultima palata “diceva un cronista dell’epoca”, ma poi Biscottino dovette cedere all’avversario di sempre. Ancora una volta è argento, la quarta ed ultima medaglia della sua carriera. Nel 1973 a 19 anni dal suo primo successo, saputo della rinuncia di Disgraziati, Biscottino ormai 38enne torna in gara e conquista la sua settima ed ultima medaglia d’oro davanti ad un vogatore che diverrà notissimo a Livorno: Fulvio Pacitto, maestro d’ascia, attore di vernacolo, conduttore di carrozze d’epoca e giri in barca turistici.
Il ventiquattrenne Pacitto corre per i colori del Pontino S.Marco, contende la vittoria per qualche centinaia di metri, poi il vecchio leone da la zampata finale. Nel 1978 Giampiero Biscottino conclude la sua formidabile carriera al timone del Montenero nelle gozzette a 4 remi giungendo ultimo. Egli non è mai stato nell’ambiente del remo <<perchè non rende e vuole tanti sacrifici, diceva, ed io con il lavoro che faccio “il pescatore” vivo solo di quello che guadagno>>. In un intervista rilasciata nel 2007 alla domanda sui ricordi che provava delle gare remiere dopo tanto tempo? La risposta fu: Ho passato i migliori anni della mia vita; quando passavo prima della gara davanti alla Terrazza Mascagni, le urla della gente mi davano una carica che mi faceva remare come un dannato, perchè correre al Palio si provava una sensazione unica, era come sentirsi dentro il Colosseo contro i leoni. Erano tempi splendidi anche se era fatica; vogare mi sembrava una cosa naturale, sentivo le grida esultanti dei miei tifosi ed io ero felice.
(da Roberto Baronti)
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