L’alimento più spesso responsabile è il latte (55%), seguono uova (33%) e frutta secca (24%). Importante studio epidemiologico italiano pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale “Journal of Allergy and Clinical Immunology Global” organo ufficiale dell’Accademia Americana di Allergologia e Immunologia Clinica.
Le allergie alimentari nei bambini aumentano in tutto il mondo. Per la prima volta un’indagine tutta italiana, fotografa l’andamento del fenomeno negli ultimi 10 anni nel nostro Paese. I risultati dello studio Epifa (Epidemiology of Paediatric Italian Food Allergy), promosso dalla Società Italiana di Gastroenterologia, Epatologia e Nutrizione Pediatrica (Sigenp) e coordinato dal prof. Roberto Berni Canani, Professore Ordinario di Pediatria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, sono stati pubblicati sull’ultimo numero della più importante rivista scientifica del settore.
“Sono sempre maggiori le evidenze che una crescente pressione negativa da parte di fattori ambientali legati all’eccessivo uso di farmaci antibiotici e di cibi ultra processati possono essere responsabili dell’aumento di prevalenza e gravità delle allergie alimentari e di tante altre patologie croniche dell’età pediatrica – sottolinea il prof. Claudio Romano, Presidente Sigenp – La pubblicazione di questo lavoro Sigenp conferma la grande vivacità scientifica della nostra Società e dei ricercatori oltre l’impegno per l’avvio di campagne di prevenzione volte ad educare i bambini e le famiglie ad abitudini alimentari e stili di vita sani”.
Concorda la prof. Renata Auricchio, responsabile dell’Area Malattie Indotte da Alimenti di Sigenp: “Questo studio è importante perché sottolinea la necessità di ridurre il peso epidemiologico e sociale di queste condizioni che poi si estendono anche all’età adulta con un elevato costo sociale e sanitario. Il lavoro di questa Area della Sigenp ha sempre fornito importanti spunti e risultati sulla ricerca clinica e di base, come testimoniato da questo lavoro coordinato dal Prof. Berni Canani”.
I dati sono preoccupanti. “Il nostro studio è stato realizzato grazie alla collaborazione di pediatri di famiglia sul territorio. Monitorando per un decennio (2009-2021) un campione di 105.151 bambini di età compresa tra 0 e 14 anni è stato osservato un aumento progressivo della prevalenza, cioè +34.4%, delle allergie alimentari in età pediatrica– spiega il prof. Roberto Berni Canani – L’aumento è stato addirittura maggiore nei bambini di età inferiore ai 3 anni: +120.8%. Gli allergeni più frequenti sono risultati il latte vaccino, le uova e la frutta a guscio. Un bambino su 4, tra quelli che hanno sviluppato allergia alimentare, ha presentato storia di shock anafilattico confermando un trend in aumento non solo della prevalenza ma anche della severità delle allergie alimentari in età pediatrica nel nostro Paese, in linea con precedenti dati ottenuti dal medesimo gruppo di ricerca interrogando il database del Ministero della Salute dove si era rilevato un aumento del 400% dei casi di accessi in Pronto Soccorso in Italia per anafilassi da cibo nell’ultimo decennio”.
A che cosa è dovuto l’aumento vertiginoso della prevalenza di queste condizioni? “Le cause possono essere molteplici – spiega il prof. Berni Canani – da una eccessiva prescrizione di antibiotici e farmaci inibitori dell’acidità gastrica, all’uso di disinfettanti e antisettici. Ma un ruolo di grande importanza nel favorire la comparsa di allergie alimentari è dato dall’aumento continuo e inarrestabile del consumo di alimenti ultraprocessati in età pediatrica già a partire dal primo anno di vita. Questi alimenti, il cosiddetto ‘cibo spazzatura’ che in Italia, così come in altri paesi come gli Stati Uniti o l’Australia, viene consumato sempre di più dai bambini, anche dai più piccoli, sono in grado di alterare il sistema immunitario e scatenare la comparsa di allergie”.
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