Sul piede di guerra le associazioni animaliste per un’ordinanza sconsiderata e pericolosa – così la definiscono – che prevede la cattura o addirittura l’uccisione di un’orsa che avrebbe aggredito un uomo. Annunciato ricorso al TAR per bloccare il provvedimento.
In Trentino-Alto Adige è cominciata da qualche giorno una nuova caccia all’orso a seguito, a quanto pare, di un’aggressione subita da un uomo che passeggiava nei boschi con il suo cane. Il Presidente della Provincia di Trento non ha esitato a emettere un’ordinanza che prevede la cattura o, in caso di necessità, l’abbattimento dell’orsa. Le associazioni animaliste del territorio contestano fortemente questo tipo di provvedimento che potrebbe portare a un altro caso Daniza, in cui si arrivò alla morte accidentale – secondo quanto riferito all’epoca – del povero plantigrado.
In una lettera scritta al Presidente della Regione Trentino-Alto Adige, Piera Rosati – Presidente LNDC – fa notare come questi eventi abbiamo un forte impatto mediatico ma rappresentino dei casi sporadici e assolutamente isolati. “Se una persona si trovasse davanti a un orso veramente intenzionato a fare del male”, aggiunge Rosati, “non credo che ne uscirebbe con lesioni così lievi. Queste ‘aggressioni’ sono semplicemente avvertimenti per chi si avvicina troppo a un animale selvatico nel suo habitat. Non staremo a guardare, già stiamo predisponendo un ricorso al TAR per bloccare questo provvedimento tanto sconsiderato quanto pericoloso. ”
Nella lettera, la Presidente LNDC ricorda anche al Presidente Kompatscher l’ingente quantità di fondi ricevuti dalla Regione Trentino-Alto Adige dai vari progetti che si sono succeduti negli anni per la gestione e la reintroduzione dell’orso. L’invito è quindi a utilizzare saggiamente tali fondi per educare la popolazione a una corretta convivenza con questi animali. Luca Lombardini, veterinario e Presidente della Sezione LNDC di Trento, nonché vice-presidente nazionale afferma: “Manca un monitoraggio adeguato della situazione e dei comportamenti adottati dall’uomo. Molte persone continuano a portare i propri cani sciolti nei boschi, nonostante i divieti, oppure si avvicinano troppo agli animali per scattare una foto e questo può spaventare in particolare le orse che badano ai loro piccoli. Ma soprattutto manca una progettualità a lungo termine sul controllo della popolazione dei plantigradi, reintrodotti in maniera superficiale e poco controllata”.
A tal proposito, la lettera inviata al Presidente della Regione chiede di convocare un tavolo di lavoro che veda la partecipazione delle associazioni operanti sul territorio, delle autorità preposte e di esperti internazionali in materia di convivenza con gli orsi per poter individuare le attività necessarie per tutelare adeguatamente questi animali, l’ambiente e la popolazione umana.
Nel frattempo, LNDC chiede al Presidente della Regione di intervenire per far revocare l’ordinanza emessa contro l’orsa, ricordando anche che si tratta di animali protetti e ogni eventuale abuso nei loro confronti comporta delle sanzioni a livello europeo che colpiscono tutta l’Italia.
di viola Orsini @riproduzione riservata 30/07/2017
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