In attesa di novità sul fronte societario, forse entro fine mese, il Livorno sabato alle 15 al Picchi si gioca la stagione. Lo farà con una maglia celebrativa in onore dei 105 anni di storia, nata il 17 febbraio 1915. Lo farà ospitando la diretta concorrente Cosenza, fresca del cambio in panchina dopo l’esonero di Braglia, sostituito da una vecchia conoscenza amaranto: Pillon. I calabresi, che arrivano da 5 sconfitte consecutive, occupano attualmente la diciottesima posizione in classifica con 20 punti, a tre lunghezze dalla Cremonese (23) che, ad ora parteciperebbe ai playout con il Venezia, più distaccato a quota 27.
Su 12 trasferte il Cosenza ha collezionato 10 punti grazie a 4 pareggi e 2 vittorie, l’ultima risale al 22 dicembre sul campo del Pisa (1-3). Ha segnato 15 reti (su 24 totali) e ne ha subite 17 (su 28). I precedenti all’Ardenza parlano amaranto con 4 vittorie e 2 pareggi in sei confronti,con il Cosenza che dunque non hai mai espugnato il Picchi. Anche il bilancio delle reti è a favore del Livorno con 13 marcature a dispetto delle 4 rossoblù. L’ultima sfida in terra labronica si è disputata la scorsa stagione con gli uomini di Breda che si imposero per 2-0 con le reti Giannetti e Salzano. La prima, invece, risale alla stagione 1980/81(in C1) con il Livorno che ottenne un netto 4-0 grazie alle doppiette di Scarpa e Toscano. Gli unici 2 pareggi sono andati in scena sempre nella vecchia C1: stagione 1985/86 1-1 mentre la stagione successiva fu 0-0.
Il Livorno è chiamato a dare continuità al bel 2-2 di Pordenone, ma soprattutto a fare 3 punti per dare un senso al proseguio del campionato e mantenere accesa una flebile fiammella della speranza. Vittoria che manca dal 2 novembre (2-1 sulla Juve Stabia). Diciamocelo, salvarsi sembra un’impresa titanica, quasi quanto scalare una montagna a mani nude. Ma il Livorno deve lottare per il rispetto della città, per la maglia. Perchè amaranto, simbolo dell’immortalità per la cultura occidentale, significa che non appassisce.
di Matteo Brucioni
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