I sospetti sono iniziati in occasione di un decesso avvenuto nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Villamarina nel gennaio 2015 che ha spinto il primario, Michele Casalis, a richiedere un supplemento di analisi ematochimiche all’ospedale universitario di Careggi.
Dalle analisi è emerso che gli anomali valori di coagulazione potevano essere riconducibili ad una somministrazione di eparina, farmaco non riportato in cartella clinica e non previsto per la cura della patologia del paziente.
Nelle settimane successive l’Azienda ha quindi avviato percorsi di verifica sia interni che esterni coinvolgendo anche il Rischio Clinico Regionale che ha preso i primi contatti con il Nucleo operativo anti sofisticazione. Nel maggio 2015 è avvenuta la trasmissione ufficiale dei dati raccolti alla Procura della Repubblica riportanti la segnalazione di 10 casi di decessi sospetti con cause assimilabili (8 nel 2014 e 2 nel 2015).
Tra maggio e settembre l’Azienda si è messa a completa disposizione collaborando con l’intensa attività investigativa dei Nas per l’individuazione di eventuali responsabilità. L’Azienda ha poi disposto il trasferimento d’ufficio della persona sulla quale si erano concentrate le indagini e i maggiori sospetti nell’ottobre 2015.
L’Azienda, adesso che è venuto meno il segreto istruttorio, contatterà personalmente le famiglie dei pazienti deceduti.
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