Disappunti dal mondo culturale, per le dimissioni dell’ormai ex assessore alla cultura Simone Lenzi: i registi Paolo Virzì, Francesco Bruni, il vignettista e umorista Stefano Caprina in arte Capras e il maestro e compositore Federico Maria Sardelli. manifestano solidarietà a Lenzi, definendosi esterefatti per la decisione del primo cittadino di sollecitare le dimissioni dell’assessore alla cultura. Dello stesso parere non è il direttivo di Buongiorno Livorno che con la seguente nota esprime la propria opinione:
“Le dimissioni di Lenzi sono per noi motivo di soddisfazione politica, poiché crediamo da tempo che non fosse adatto al ruolo di assessore alla cultura.
Dispiace perché in teoria avrebbe potuto avere – a differenza di molti suoi colleghi in Giunta – tutte le carte in regola per poter svolgere non solo degnamente il compito, ma anche per far fare alla nostra città un salto di qualità in ambito culturale.
Ma è evidente che qualcosa è mancato, qualcosa non ha funzionato.
Abbiamo duramente criticato le sue scelte sulle modalità di utilizzo del Museo della Città, per averne snaturato le finalità, per averlo utilizzato, specie negli ultimi 3 anni di mandato, come contenitore scialbo di mostre-pacchetto comprate a suon di centinaia di migliaia di euro dai soliti noti.
Abbiamo criticato, nel sano dialogo istituzionale, lo scarso supporto alle realtà esistenti sul territorio a favore dei grandi eventi e di soggetti come il LEM da noi duramente criticati nella forma e nella sostanza.
Ma ciò che per noi ha definitivamente rotto il rapporto di fiducia con Lenzi è stato il suo modo di interpretare il ruolo di assessore rispetto a quelli che dovrebbero essere valori saldi e inamovibili per chi si occupa di cultura: il pluralismo delle idee, il rispetto delle differenze.
Le frasi pubblicate sul social X rispetto al mondo Lgbtqa+ ne sono solo un esempio: si è certamente liberi di non apprezzare una forma artistica, meno di insinuare che questa faccia parte di un disegno finalizzato ad un “lavaggio del cervello”. Sono frasi che ci aspettiamo da esponenti della Lega, che infatti difendono Lenzi su questo fronte.
Ma altrettanto gravi i commenti irricevibili rispetto a Il Fatto Quotidiano, giustificati ex post per la vignetta, a detta del Lenzi, antisemita del giornalista Mario Natangelo.
Augurarsi che un quotidiano chiuda i battenti è una delle espressioni meno democratiche e rispettose della libertà di pensiero che si possa esprimere.
Peraltro, e anche questo ha una sua gravità, la vignetta di Natangelo può non piacere, ma di certo non è antisemita. Il fatto che un assessore alla cultura non riesca a dare una lettura onesta di certi temi è un grosso problema.
Non ci dimentichiamo, peraltro, con quale prepotenza Lenzi negò l’utilizzo del teatro Goldoni al prof. Orsini: già in quell’occasione era emersa l’incapacità di esercitare il ruolo di pubblico amministratore.
Lenzi ha espresso in varie sedi posizioni filo-Israele del tutto incondivisibili, per quanto ci riguarda, ma che sono diventate addirittura intollerabili quando portate dentro lo spazio pubblico con l’arroganza di chi può disporne.
Perché in questa città c’è da rispettare una comunità ebraica, importante componente storica, da cui la nostra città ha attinto e si è arricchita in termini di tradizione e cultura, ma c’è anche da rispettare chi ha la necessità di ragionare e interrogarsi sulla situazione complessa e orribile che si è generata in Palestina e avrebbe voluto sentire anche un’altra narrazione dei fatti e di come un diritto di difesa stesse trasformandosi in genocidio.
Qui Lenzi ha commesso lo stesso errore: ha utilizzato male il proprio ruolo, non rappresentando ciò che un assessore dovrebbe in primis essere: il garante del pluralismo, del rispetto delle idee altrui, delle differenze.
L’attacco frontale alla libertà di espressione, che l’ex assessore attribuisce alla “sinistra” viene proprio da lui e la cosa grave è che ancora non se ne è reso conto.
Ci auguriamo che, passata la notte dei lunghi coltelli e cacciate le iene, il Sindaco riesca ad individuare una figura in grado di portare il nostro ambito culturale su un altro piano.
Come sempre abbiamo sostenuto vorremo vedere un lavoro di coinvolgimento dei soggetti che sul territorio promuovono cultura, la creazione di un tavolo permanente, un confronto aperto, un sostegno equo per tutte e tutti coloro che da una vita si spendono per arricchire la nostra città in termini artistici e culturali.
Il coinvolgimento delle scuole, dei quartieri, del territorio, ma anche un’apertura al fuori, alla diversità, alla ricchezza che sta nello scambio con altri mondi.
Iniziando magari – perché no? – da un assessore non livornese”.
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