Accusato di aggressione nei confronti del consigliere della Lega Alessandro Perini e invitato a chiedere scusa, il segretario del Partito Comunista Lenny Bottai, davanti a una folta platea, sabato 4 gennaio, ha spiegato la sua versione, ovvero di essere stato egli stesso vittima di aggressione, studiata ad arte dalla Lega per farsi pubblicità e avvelenare il clima politico.
“Basta vedere le immagini delle telecamere: mentre discutiamo lo prendo per un orecchio, il massimo che sapevo di poter fare, la gente si mette nel mezzo per dividere e lui continua a fare il furbo, a spingere e provocare, tanto che in molti gli dicono di farla finita altrimenti ‘due manate le prendi davvero’. Poi arriva una macchina, qualcuno dice fosse già là, scende un energumeno che, dopo essersi accertato chi fosse il figlio di Perini, si gira e mi dà un cazzotto. Dopo averlo neutralizzato, l’ho preso per il colletto e l’ho mandato via. In sostanza Perini voleva le botte, non le ha prese malgrado se le meritasse, e adesso si inventa tutto”.
“Non voglio più tornare su questa vicenda – precisa Bottai -, lo farò soltanto nelle sedi opportune, voglio tornare a parlare di politica. Io ho una storia, non sono tipo che va a denunciare o farsi refertare. Ovviamente, se non ritireranno la querela, mi difenderò portando le mie prove e a quel punto si parlerà di simulazione di reato, calunnia e diffamazione. Chiedo le dimissioni immediate del consigliere Perini, e di Susanna Ceccardi che ha montato il caso ad arte”.
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