Sono 16 i nidi artificiali progettati per il rondone pallido, che verranno collocati nella Torre di Calafuria per salvaguardare la nidificazione di questa specie. Ne dà l’annuncio la delegazione locale della Lipu: oltre ad essere uno dei monumenti storici più belli e rappresentativi della costa livornese, la torre rappresenta un patrimonio naturale conosciuto nel mondo scientifico, tutto grazie alla colonia di rondone pallido (Apus pallidus) ospitata sotto le “voltine” che sorreggono il ballatoio.
La colonia fu scoperta agli inizi del nuovo secolo e fu subito fonte di ulteriori incredibili scoperte. Innanzitutto i nidi: la maggior parte di essi non sono appoggiati ad una superficie come avviene di norma ma sono letteralmente “incollati” alle parti verticali. La seconda scoperta avvenne in pieno inverno: alcuni rondoni pallidi non erano migrati in Africa ma avevano deciso di passare l’inverno sulla costa toscana facendo base proprio nella torre.
La colonia venne studiata per alcuni anni e più volte se ne è parlato nei convegni scientifici dedicati ai rondoni che, con cadenza biennale, si tengono in giro per il mondo. Per molti anni il record di Calafuria come unica sede di svernamento a nord del Cairo ha resistito fino allo scorso inverno, quando un manipolo di rondoni pallidi è stato scoperto svernare in Spagna.
Le minacce sul futuro della torre.
Dopo i momenti di “gloria”, però, sono iniziati i problemi. Il tetto ha cominciato a mostrare segni di cedimento e perdita di materiale e per l’intera struttura si è resa evidente la necessità di una rapida messa in sicurezza, di qui le transenne e poi i ponteggi.
Con la costruzione dei ponteggi e delle schermature per la colonia dei rondoni pallidi si prospettava un futuro tutt’altro che roseo. Probabilmente un futuro inesistente.
Una speranza per la colonia di rondoni pallidi.
Invece, grazie alla disponibilità della Agenzia del Demanio, della Ditta Antonio Lauria e dello studio di progettazione D-SIDE, la Lipu di Livorno ha potuto far costruire e posizionare 16 nidi artificiali a cassetta, progettati specificamente per i rondoni. Fin da subito infatti, l’ Agenzia del Demanio ha dimostrato la precisa volontà di conservare la colonia, compatibilmente con gli interventi di messa in sicurezza dell’edificio. Purtroppo l’emergenza Covid non ha permesso di posizionare i nidi prima dell’inizio della primavera ma ci sono almeno due elementi che lasciano ben sperare che vengano utilizzati: la notevole fedeltà al sito riproduttivo, che spingerà i rondoni adulti a cercare di nidificare ancora nella torre, e il fatto che il rondone pallido, diversamente dal “cugino” rondone comune (quello che riempie i cieli delle città), intraprende due cicli riproduttivi, una o maggio e il secondo da luglio in poi. Ora c’è solo da aspettare e incrociare le dita, sperando che qualche coppia rimasta “sfrattata” dalla costruzione dei ponteggi decida di occupare i nuovi alloggi, di “emergenza” ma sicuramente anche di lusso.
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