Alfredo Aglietti: i misteri del calcio, vince il campionato e viene esonerato – Durante la trasmissione “ pianeta B” in onda ogni martedi a partire dalle 20,30 su Telecentro2 (TC2 canale 94 del digitale terrestre), interessante intervista con Alfredo Aglietti, allenatore attualmente in attesa di panchina.
Personaggio, schietto, sincero, aperto si è sottoposto volentieri alle tante domande che Maurizio Zini, insieme ai suoi opinionisti Marco Morelli, Claudio Leoni, Riccardo Marmugi e Marco Materassi hanno fatto al mister toscano.
La prima “stranezza” emersa nel corso della lunga intervista è il fatto che Aglietti è forse uno dei pochi casi dove dopo aver vinto il campionato perde la panchina. Lo scorso anno difatti chiamato a solo due partite dalla fine della regular season alla guida del Verona, conquistò prima i play off e poi battendo in finale il Cittadella la promozione in serie A.
Il Verona però probabilmente non credeva più in questo e aveva già formalmente ingaggiato Juric, che è stato poi riconfermato a scapito di Aglietti. Amarezza e delusione che lo hanno accompagnato in questi mesi. Tante le panchine dove Aglietti è stato seduto: Empoli, Novara, Entella, Ascoli, tanto per citarne qualcuna.
In ogni sua esperienza ha sempre lasciato il suo marchio di fabbrica: onestà, schiena dritta e competenza. Tre doti che non tutti o almeno non molti gli riconoscono. Ad una domanda specifica del perché quando le cose vanno male su di lui si alza il polverone, mentre quando vanno bene, si da tutto per scontato, ci ha risposto “ è vero e vi ringrazio per questa puntualizzazione, se sbaglio mi cacciano, se faccio bene è quasi un fatto normale.
Tra l’altro ci ha detto a conferma di ciò che sia per quanto la promozione del Verona che in altre due circostanze, l’eccezionalità dell’evento è diventata invece ordinaria normalità. E il riferimento è per due campionati in particolare: uno ad Entella dove partendo dalla zona play-out raggiunse i play-off e uno ad Ascoli dove dopo il terremoto e la neve che per tre mesi copri le Marche, salvò una squadra di ragazzi valorizzando Orsolini e Favilli.
Insomma “un normal one”, uno che preferisce la tuta alla cravatta, uno che magari non è mediaticamente esposto, in un modo dove l’apparire conta più dell’essere, che sta aspettando una nuova chance.
Ci ha detto ridendo: “sono stanco che voi mi vediate in tribuna a Livorno, ad Empoli o a Firenze” vorrei essere in panchina. Non poteva mancare il ricordo del suo famoso gol col Pontedera che permise ai granata di sconfiggere in amichevole la nazionale di Sacchi, obbligando la Gazzetta dello Sport l’indomani a titolare “ai mondiali va il Pontedera”, facendo diventare per un giorno la cittadina pisana famosa non solo per la Piaggio ma anche per la squadra di calcio.
Proprio partendo dalla sua ultima frase “ vorrei e mi manca la panchina”, che tutta la redazione di Pianeta B nel ringraziarlo e congedarlo ha augurato che a breve una squadra, una città, una società, abbiano bisogno di uno come lui, una che non racconta favole, uno che vive di campo, uno insomma di cui ci si può fidare.
di Marco Materassi
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