Sempre più concreta per Livorno la possibilità di essere scelta quale Città Europea dello Sport per l’anno 2019. Lunedì 18 settembre, è arrivata in città la Commissione di Valutazione della delegazione italiana di ACES Europe(Federazione delle Capitali e delle Città Europee dello Sport), per esaminare la candidatura di Livorno.
I membri della Commissione, guidati dall’assessore comunale allo sport Andrea Morini e dal delegato CONI Giovanni Giannone, sono stati portati a visitare le principali strutture sportive comunali: dal Modigliani Forum alle piscine e agli impianti, senza tralasciare il Liceo Sportivo Enriques.
Sull’iniziativa si è tenuta una conferenza stampa che si è svolta questa mattina nella Sala delle Cerimonie del Palazzo Comunale.
Erano presenti il sindaco Filippo Nogarin, l’assessore allo sport Andrea Morini, il delegato CONI Giovanni Giannone e i membri della Commissione di valutazione, presieduta da Gianfranco Lupattelli e composta da Adolfo Minutello, Enrico Cimaschi, Silvia Molinaro e Mino Marrone.
È stata sottolineata l’importanza dello sport per il rilancio complessivo di Livorno, che occupa stabilmente il terzo posto nella classifica delle città per indice di sportività.
La Commissione è rimasta colpita non solo dagli ottimi impianti sportivi, ma soprattutto dallo spirito con il quale i cittadini, e i giovani in particolare, si sono rimboccati le maniche per affrontare le conseguenze dell’alluvione. È un momento molto difficile – ha detto il sindaco Nogarin – ma nei momenti difficili vengono fuori quelle che sono le risorse della città, e Livorno sta dimostrando di avere un grande cuore”.
Se Livorno riuscirà a superare tutte le selezioni fino ad essere scelta quale Città Europea dello Sport, il 2019 sarà un anno denso di iniziative e manifestazioni sportive, che il Comune pianificherà insieme alla Consulta dello Sport, istituita nel 2015.
Sarà un programma all’insegna dello sport diffuso, visto che il criterio di valutazione di ACES si basa su quello che fanno le città per offrire più sport a tutti (in particolare ai soggetti più deboli come i giovani e i disabili), guardando più alle ricadute sulla salute collettiva che agli aspetti agonistici. Perché un euro in più speso per lo sport si traduce in tre euro in meno di spese sanitarie.
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