A rischio la consegna di merci che per l’80% viaggia su gomma?
Si stima che in Italia siano almeno 22mila i camionisti che non si trovano sul mercato del lavoro. Un problema, purtroppo, che non riguarda solo il nostro Paese. In tutta Europa trovare autisti da mettere alla guida di un Tir è diventata un’impresa quasi proibitiva. Stress, impegno fisico e orario di lavoro che si distribuisce lungo la gran parte della giornata hanno reso questa professione meno attrattiva di un tempo. Non solo, permane ancora una forte barriera all’ingresso; per mettersi alla guida di un Tir è necessario, per legge, conseguire la patente di guida professionale (CQC) che ha un costo di migliaia e migliaia di euro che scoraggia, in particolare i giovani, a intraprendere questo mestiere. A fronte di queste criticità, non sono poche le aziende di autotrasporto che da qualche anno si stanno facendo carico di questo costo per facilitare le assunzioni. Nonostante ciò, trovare camionisti è diventato sempre più difficile. A dirlo è l’Ufficio studi della CGIA.
A Ferragosto meno Tir sulle strade. E nei prossimi anni?
In queste ultime settimane il numero dei Tir che transita lungo le nostre autostrade e le strade extraurbane è in forte calo. Con tante fabbriche e negozi chiusi per ferie è venuta meno la necessità di recapitare merci, semilavorati e consegnare prodotti finiti. Non solo. Come tutti gli anni, nel mese di agosto, proprio per decongestionare il traffico veicolare lungo le arterie principali, scattano nei fine settimana i divieti di circolazione dei mezzi pesanti per il trasporto delle cose con massa complessiva superiore alle 7,5 tonnellate. Pertanto, il venerdì (dalle 16:00 alle 22:00), il sabato (dalle 8:00 alle 22:00), la domenica (dalle 7:00 alle 22:00) e il giorno di Ferragosto (dalle 7:00 alle 22:00), i mezzi pesanti devono rimanere nei piazzali di sosta. Ora, visto che il numero delle aziende di autotrasporto sta diminuendo, anche perché è in atto una riorganizzazione del settore che sta premiando le acquisizioni e le aggregazioni di impresa, nel giro di qualche anno, a seguito della difficoltà di trovare nuovi autisti, non è da escludere che il settore sprofondi in una grossa crisi per mancanza di personale. Qualche segnale preoccupante lo stiamo già vivendo nel trasporto pubblico locale, dove la mancanza di autisti sta facendo diminuire in misura preoccupante l’offerta di bus, tram e metro con gravi disagi per i turisti e i pendolari. Con meno camionisti, perché molti andranno in pensione e solo una piccola parte sarà sostituita dalle nuove generazioni, corriamo il rischio che fra meno di un decennio il settore non sia più in grado di soddisfare interamente le richieste di trasporto merci avanzate dai committenti. Certo, per far fronte a questa situazione non è da escludere che in futuro si possa incentivare il ricorso agli autisti stranieri, ai vettori internazionali e sperare che, in tempi ragionevolmente brevi, siano disponibili sul mercato a prezzi accessibili gli automezzi pesanti a guida autonoma. Sono tutte ipotesi che, purtroppo, si scontrano con una certezza: nel giro di qualche anno anche nell’autotrasporto gli effetti della denatalità si faranno sentire spaventosamente.
Negli ultimi 5 anni persi quasi 410 mila patentati (-35%). Entro 10 anni la metà degli autisti andrà in pensione
Rispetto al 2019 il numero dei titolari della Carta di Qualificazione del Conducente (CQC) di merci è diminuito di quasi 410mila unità. Cinque anni fa erano poco meno di 1,2 milioni, ora sfiorano quota 770 mila. Se la coorte dei giovanissimi (con meno di 25 anni) è in aumento del 65,9 per cento (anche se in valore assoluto registriamo un modesto +2.855), le fasce demografiche tra i 30 e i 54 anni hanno subito un vero e proprio crollo (mediamente del 45/50 per cento). E’ importante segnalare che rispetto allo stock attuale, gli over 50 sono poco più di 412 mila, pari al 53,7 per cento del totale. Pertanto, è prevedibile ritenere che fra 10 anni la stragrande maggioranza di questi lavoratori uscirà dal mercato del lavoro per raggiunti limiti di età. Insomma, un autista su 2 lascerà definitivamente la guida professionale. Ebbene, chi sostituirà queste persone se non riusciremo a invertire il trend in atto?
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