Il segretario generale Filt-Cgil provincia di Livorno Giuseppe Gucciardo condanna la gestione della manodopera in porto: “Abbiamo da sempre denunciato le grandi concentrazioni dei gruppi armatoriali come causa principale della crisi del sistema portuale nazionale e cittadino. La nostra posizione non è cambiata. Il fallimento di un sistema deve però essere ricercato in una concatenazione di cause.
I dipendenti Alp – unico soggetto nel porto di Livorno autorizzato ex art.17 a fornire lavoro temporaneo per la gestione dei picchi di volumi di traffico – stanno vivendo da circa 6 mesi una situazione drammatica e non più sostenibile: i turni di lavoro hanno infatti subito una drastica riduzione a causa del far-west presente in porto. Nel nostro scalo regna ormai la pura anarchia.
Il preoccupante calo di verifiche ispettive – dovuto anche al riassetto dell’Ufficio del lavoro portuale effettuato dall’AdSP – ha fatto abbassare la guardia e in molti se ne stanno approfittando.
Il risultato è che le imprese ex art 16 e ex art.18 ricorrono sempre di più al lavoro straordinario e che gli avviamenti al lavoro vengono sempre più spesso effettuati senza rispettare i riposi previsti dalla normativa. Per non parlare delle assunzioni a tempo determinato effettuate senza una reale verifica dei volumi di traffico. Tutto questo aggrava la crisi di un porto già in difficoltà a causa delle carenze infrastrutturali e innesca tensioni sociali tra i lavoratori. A subire le conseguenze più pesanti sono i circa sessanta dipendenti di Alp, ridotti quasi alla fame.
La Filt-Cgil denuncia nuovamente con forza quanto sta avvenendo e preannuncia ulteriori iniziative a sostegno dei lavoratori di Alp. Siamo pronti alla mobilitazione. Oggi a pagare il conto più salato sono i lavoratori ex art.17: se però le imprese continueranno a competere slealmente sul costo del lavoro sarà l’intero sistema portuale a pagare le conseguenze di questa condotta spregiudicata”.
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