Il sindaco di Livorno Filippo Nogarin ha tenuto nella mattinata di venerdì 23 dicembre la tradizionale Conferenza stampa di Fine Anno.
L’incontro con gli operatori della comunicazione del territorio è stato l’occasione per porgere gli auguri alla città e stilare un bilancio dell’attività svolta dall’Amministrazione nel corso dell’anno, annunciando i progetti futuri.
La conferenza ha visto la partecipazione della Giunta al completo, del Segretario generale e dei dirigenti di dipartimento.
Alla fine della conferenza, c’è stato uno scambio di auguri alla presenza anche dei rappresentanti delle massime istituizioni cittadine.
Questo il testo integrale dell’intervento del sindaco:
“Buongiorno a tutti e benvenuti a questa conferenza stampa di fine anno che, mi prendo l’impegno, si concluderà, almeno per quanto mi riguarda, in tempi estremamente più brevi rispetto allo scorso anno.
Sono appena tornato dal fare gli auguri alla nonna di Livorno, Lidia che proprio oggi ha compiuto 111 anni. Occorre ripartire anche da queste piccole cose: festeggiamo i nostri nonni che hanno camminato tanto al nostro fianco. Auguri nonna Lidia da parte di tutta la città di Livorno.
Fatemi cominciare questa conferenza stampa in modo inusuale e cioè dando una notizia. Abbiamo appena approvato in giunta il regolamento sui Piani d’ambito, che ci permetterà di porre un freno al degrado e mettere ordine nel caos dei locali che hanno uno spazio all’esterno, caratterizzando ogni quartiere in maniera originale. Al termine del mio intervento chi avesse voglia potrà fare tutte le domande che riterrà opportuno all’assessore Baldari e all’assessore Aurigi che hanno seguito la questione in prima persona.
Ma torniamo a noi.
Questo anno non ho intenzione di dividere il mio intervento per temi o per deleghe, raccontando pedissequamente ciò che abbiamo fatto nel campo del commercio, piuttosto che in quello dello sport o di altri ambiti.
Farò invece un discorso organico frutto anche del percorso fatto fino ad oggi. Perché nel governo della città, a questo punto, non è possibile dividere i settori considerandoli indipendenti l’uno dall’altro.
Questa logica dell’intreccio delle competenze e delle responsabilità l’abbiamo riportata anche all’interno delle impostazioni funzionali della nuova macrostruttura, il cui schema abbiamo approvato in giunta questa settimana e che diventerà operativa da marzo prossimo: abbiamo fatto del lavoro puntuale, sinergico e di un confronto costante tra amministrazione, dirigenti e tecnici, la base per la creazione dei servizi destinati ai cittadini di Livorno.
Un obiettivo, quello di migliorarci sempre, che con determinazione e dedizione costante perseguiamo ogni giorno.
L’esperienza mia e della mia squadra al servizio dei livornesi è giunta al giro di boa ed è fondamentale adesso fare un bilancio del lavoro svolto fino a questo momento nell’ottica dell’intero mandato. Non tanto per accendere i riflettori sulle cose buone fatte, sui meriti che possiamo attribuirci o sulle colpe e/o i ritardi che possiamo imputarci. Quanto piuttosto per programmare l’attività per i prossimi due anni, con lo scopo di concludere la legislatura lasciando una Livorno migliore rispetto a quella che abbiamo trovato nel giugno del 2014.
Concedetemi però una piccolissima digressione: voglio ringraziare di cuore i componenti della giunta per l’eccezionale sforzo che hanno profuso in questo anno appena passato.
Grazie, grazie, grazie e sapete quanto io sia avaro nell’elargire ringraziamenti se non sentiti come questo e quanto sia puntiglioso nella programmazione e nel rispetto dei tempi che ci diamo.
Quest’oggi però sento di dovervi ringraziare per aver messo la componente in più nel lavoro che state svolgendo con dedizione, e cioè il cuore.
Siamo entrati qui in Comune con la nomea di marziani e come tali ci siamo comportati. Il passaggio da movimento civico di opposizione a forza politica di governo non è stato per nulla semplice da attuare. Ci siamo scontrati con numerose resistenze sia interne che esterne al Comune che hanno tentato di bloccare l’inevitabile vento del cambiamento.
Abbiamo pagato più di quanto avremmo dovuto l’inesperienza e l’ingenuità rispetto a certe malizie della macchina amministrativa.
Ora però tutto questo è alle spalle: nel corso del 2016 siamo maturati, abbiamo tutti studiato moltissimo, e abbiamo composto una squadra unita, solida e determinata a concretizzare con maggiore convinzione quel
A questo punto, una nota di metodo,
In questo intervento eviterò di mettermi a fare la lista della spesa delle cose fatte.
Cercherò invece di delineare i nostri progetti per il prossimo futuro. Qui accanto verranno proiettate alcune slide che invece servono a integrare il mio ragionamento mettendo in luce alcuni risultati già raggiunti cui teniamo particolarmente.
L’azione di questa amministrazione fino ad oggi ha vissuto tre fasi.
Una prima, piuttosto lunga, di insediamento ed assestamento, in cui ciascuno di noi ha preso le misure con la sfida che aveva davanti a sé e ha cominciato a capire come funziona in dettaglio la macchina amministrativa.
La fase due è stata contraddistinta, invece, dalla rottura con il passato. Abbiamo affrontato temi delicati che per troppi anni erano stati sottovalutati o nascosti, con il risultato di trasformarli da problemi in emergenze. I nostri predecessori ci avevano lasciato un Comune con bilanci apparentemente sani, senza dirci però che questo era dovuto al fatto che avevano deciso di spostare il problema sulle società partecipate.
Aampscirca 40 milioni di euro di debiti, SPIL, oltre 60 milioni, farmacie comunali e molto altro ancora.
Ah, dimenticavo la LiRI, con un mutuo sottoscritto il 31 dicembre di molti anni fa con un derivato tossico occulto da svariati milioni di euro, più di 50.
Su questo ultimo punto torneremo presto con una specifica battaglia legale che rischia di fare scuola e che ci riserviamo di illustrarvi nei prossimi giorni con una specifica conferenza stampa.
Torniamo alle partecipate.
Avremmo potuto fare anche noi come chi ci ha preceduto: spazzare la polvere sotto il tappeto e lasciare che tutto andasse avanti per inerzia.
E invece no, perché noi siamo qui per risolvere problemi che da troppi anni erano stati ignorati ad arte.
Abbiamo deciso di rompere con il passato e con Aamps abbiamo scelto di smettere di drogare i conti dell’azienda con l’iniezione di nuovi capitali per coprire inefficienze e ritardi dovuti ad una pessima gestione passata. Una gestione che aveva permesso all’azienda di crescere come numero di lavoratori, senza però un’adeguata pianificazione su come gestire il servizio. Servizio che, come sanno bene tutti i livornesi, non è mai stato all’altezza di questa bellissima città.
Se avessimo seguito la strada della ricapitalizzazione, avremmo finito per appesantire i bilanci del Comune che, così, non avrebbe potuto più erogare una serie di servizi strategici per i cittadini.
Permettetemi allora di togliermi un sassolino dalla scarpa: le persone che oggi protestano perché nel bilancio triennale 2017-2019 non abbiamo raddoppiato i fondi per il sociale, sono le stesse che ieri ci chiedevano di saldare i debiti di Aamps con l’iniezione di nuovi capitali, pescati dalle tasche dei cittadini.
Noi, come detto, abbiamo scelto una strada diversa e il 9 gennaio la partita di Aamps arriverà alle battute conclusive.
Vedremo come finirà, ma i numeri di dell’azienda nel 2016, numeri certificati dal Tribunale fallimentare di Livorno, dimostrano che il risanamento dell’azienda è cominciato.
Questo per noi ha un grande valore. Molto più grande degli insulti gratuiti che sono stati spesi nei nostri confronti in quegli indimenticabili consigli comunali. Il pensiero vola inevitabilmente a Serena, nostra consigliera che ci ha lasciati a fine 2015 e che ha combattuto fino all’ultimo, nonostante il suo male, per raggiungere questo risultato. A te Serena è dedicato quanto stiamo facendo.
Il 2017 sarà invece l’anno spartiacque, l’anno che aprirà la fase numero tre.
La maturazione è completa: prova ne è il fatto che siamo il primo Comune d’Italia ad aver approvato il bilancio di previsione 2017-2019.
In questo triennio raccoglieremo i frutti dei sacrifici e degli sforzi fatti in questi due anni, che si tradurranno in nuovi e migliori servizi per i cittadini.
Perché il nostro obiettivo è uno e uno solo: rendere i nostri concittadini nuovamente orgogliosi di vivere in una città promotrice di eccellenza.
Per raggiungere questo obbiettivo c’è bisogno di uno scatto d’orgoglio da parte di tutti e il nostro intento, da qui al 2019, è proprio quello di favorire questo colpo di reni.
Prima di tutto però è necessario fare una riflessione: quand’è che una persona è pronta a mettersi in gioco, rischiando, sperimentando e impegnandosi ben oltre le proprie capacità?
Quando vede che dall’altra parte c’è qualcuno che, da un lato combatte per i suoi diritti e dall’altro è pronto a scontrarsi con tutto e tutti pur di cancellare i privilegi ingiusti e ripristinare quella che qualcuno chiama giustizia sociale.
Questo è il nostro approccio. Questo è quello che i cittadini che ci hanno scelto si aspettano da noi. E questo è quello che abbiamo incominciato a fare già nel 2016 e che vogliamo continuare a fare nei prossimi due anni.
Provo a sostanziare il mio ragionamento con un paio di esempi, in modo da capirci meglio.
Partiamo da un tema tradizionalmente delicato in questa città: quello della casa.
A Livorno abbiamo un patrimonio abitativo vecchio, molto vecchio: il 43% delle abitazioni è stato costruito senza prevedere un impianto di riscaldamento. I soldi a disposizione di Casalp per i ripristini e la manutenzione straordinaria sono sempre meno. I trasferimenti statali e regionali si sono progressivamente ridotti nel corso degli anni, basti pensare che, nel 2016, Casalp a marzo aveva già esaurito le risorse a sua disposizione. Cosa dovrebbe fare un Comune? Supplire a queste carenze con le sue sole forze?
Moltiplicare l’indebitamento e l’esposizione con le banche?
Oppure razionalizzare le spese interne all’ente gestore, attivare un meccanismo virtuoso di controllo della spesa da un lato e di efficientamento del servizio dall’altro e infine andare a investire risorse proprie una volta risolti questi problemi?
Non abbiamo dubbi che la strada giusta sia la seconda. Una strada più difficile, che richiede un lavoro puntuale, ma che nella storia recente della città non è mai stata perseguita, anzi.
Noi abbiamo deciso di rompere con la tradizione e abbiamo chiesto a Casalp di cominciare un lavoro puntuale per perseguire in maniera rigorosa i furbetti di turno.
Le case popolari non sono abbastanza per rispondere alla crescente emergenza abitativa che stiamo vivendo in città, è necessario che solo chi ne ha davvero bisogno e diritto possa restarci.
Il più grande regalo che possiamo fare a chi aspetta da tempo in graduatoria una casa popolare, è dargli la certezza che l’amministrazione non intende tollerare nemmeno per un secondo chi vive abusivamente negli alloggi erp.
La ricognizione effettuata da Casalp ha mostrato realtà incredibili: persone che beneficiavano di un alloggio pur avendo un reddito superiore ai 180mila euro l’anno. Persone che per oltre 10 anni non hanno mai pagato il canone di locazione, seppur avessero i mezzi per farlo. Cittadini che mantengono la residenza in una casa popolare pur vivendo di fatto in altri alloggi privati, a volte nemmeno a Livorno.
Situazioni inaccettabili per un’amministrazione e insostenibili per un bilancio comunale.
Il desiderio di stanare i furbetti, però, non si accompagna ad una logica meramente punitiva. Anzi. L’intento è quello di reperire risorse da redistribuire alla città sotto forma di migliori servizi, in modo che a Livorno, come abbiamo spesso detto, nessuno resti indietro.
Livorno da tempo ha internalizzato il sistema di riscossione dei tributi. Noi abbiamo fatto di più, rinnovando il sistema e creando un fisco amico, puntuale e equo in grado di garantire il rispetto di ciascuna situazione specifica.
Abbiamo creato Serpichino, un software interamente realizzato dai tecnici del Comune che ci consente di incrociare numerose banche dati e fornire una fotografia puntuale della situazione debitoria e reddituale di ciascuno. In modo da poter invitare i cittadini che hanno maggiori disponibilità economiche a saldare i loro debiti con la pubblica amministrazione, attraverso un piano di rientro che tenga conto dei bisogni di ciascuno.
Un fisco amico appunto.
Sono soltanto due esempi, ma esempi sostanziali che identificano la Livorno che vogliamo continuare a creare: una Livorno più giusta e più equa, guidata da un’amministrazione che sappia fare la voce grossa con i forti e non con i deboli. Per troppo tempo però non è stato così e cambiare marcia non è stato e non sarà facile ma tutti assieme ci riusciremo.
Solo in questo modo potremo riorganizzare i servizi nel modo migliore, rimodulando l’offerta sulla base dei reali bisogni. Partendo però da un dato di fatto incontrovertibile: è finita l’epoca in cui chi entrava all’interno del sistema dell’assistenza sociale pubblica, poi aveva la garanzia non scritta di non uscirne più.
Mi spiego meglio, perché non voglio essere frainteso: i servizi sociali devono accompagnare i cittadini nella fase acuta del bisogno, favorendone un percorso di autonomia.
Dobbiamo fare i conti con una domanda che sopravanza l’offerta e dunque, se volgiamo essere efficaci dobbiamo anche essere chiari con i cittadini.
Il meccanismo per il quale se una persona beneficia del contributo affitti, poi ottiene anche il reddito di cittadinanza poi magari anche l’esenzione dal pagamento degli asili è finito.
Se volessimo garantire un servizio di questa natura dovremmo introdurre anche la tassa sull’aria e questo sarebbe assurdo.
Noi invece dal prossimo anno intendiamo andare nella direzione opposta: quella di abbassare tasse e imposte, a partire dalla tariffa rifiuti, che comincerà a scendere già dal 2017 e entro il 2021 sarà la più bassa di tutta la Toscana. Sì avete capito bene e numeri alla mano già dal prossimo anno vedrete che quanto stiamo qua annunciando è ciò che faremo come nostra consuetudine.
Qualcosa abbiamo già fatto nel corso 2016, cancellando la Tassa sull’ombra e facendo risparmiare 160mila euro a 2.300 esercizi commerciali. Ma il prossimo anno siamo pronti a fare di più e lo faremo attraverso una revisione puntuale di tutti i servizi erogati: abbiamo già cominciato un’analisi di tutti gli appalti sotto soglia e presto tireremo le fila di questo lavoro.
E’ ora di finirla con gli sprechi, seppur piccoli, e con le piccole spese inutili. Su questo punto ho chiesto ai miei assessori di svolgere un controllo ancora più attento, voce per voce, di modo da spendere al meglio ogni singolo euro a disposizione del Comune.
Ma torniamo al colpo di reni di cui questa città ha bisogno.
Pochi giorni fa abbiamo messo nero su bianco il piano triennale dei lavori pubblici che sarà la spina dorsale della nostra azione da qui alla fine della consiliatura.
Abbiamo deciso di investire 88 milioni di euro sul prossimo triennio per provare a favorire la riconversione di Livorno in una città turistico ricettiva. Abbiamo puntato la prua della nostra nave in direzione di un maggior decoro!
Lo abbiamo fatto nel timore che, se si continua a rincorrere un passato manifatturiero-industriale che potrebbe non tornare più, si rischiano di perdere anche le ultime opportunità di rilancio della città.
Noi abbiamo preso una decisione: ridisegnare Livorno partendo dalle piazze, dal lungomare, dal pentagono del Buontalenti e dall’asse che dalla stazione conduce al porto.
Abbiamo deciso di puntare su alcune pedonalizzazioni strategiche, studiate per valorizzare al meglio i monumenti più particolari e identificativi della città. A partire dal Cisternone, per arrivare fino alle Terme del Corallo.
Abbiamo deciso di fare una scommessa sulla città: noi pensiamo che, messa nelle giuste condizioni, Livorno abbia le carte in regola per diventare una città davvero in grado di conquistare i turisti. Ci sono piazze, canali e angoli della città che hanno una magia che non si ritrova in altri luoghi, nemmeno qui in Toscana. Questi luoghi, queste atmosfere, saranno la fonte di attrazione di un turismo esperienziale che vogliamo fortissimamente promuovere.
E’ dalle piazze, dai luoghi di aggregazione che vogliamo partire: il 2016 è stato l’anno di piazza XX Settembre, che si è trasformata da un non luogo di cui i livornesi si ricordavano solo perché una volta lì c’era il mercatino americano, a una piazza viva, con decine di mercatini, iniziative e un continuo fermento. Abbiamo deciso di sperimentare lì il Tallero, la nuova moneta complementare con cui speriamo si possano rilanciare i consumi dei livornesi convincendoli a preferire i piccoli esercizi commerciali di qualità, invece dei grandi megastore.
Il 2017 sarà invece l’anno di piazza Garibaldi.
Nelle prossime settimane partiremo con la messa a bando delle prime 5 baracchine, installeremo un palco, delle altalene e chiuderemo l’accesso dell’area alle automobili.
Quella è una piazza unica, con un affaccio di rara bellezza sulla fortezza nuova, e può davvero diventare uno dei salotti di questa meravigliosa città.
Ah..per salotto buono intendo anche a livello di enogastronomia, visto che la nostra intenzione è quella di riempirla di attività che facciano somministrazione.
Questo sarà un grande cambiamento per un luogo che ora è simbolo di degrado notturno e diurno e purtroppo dello spaccio.
Le piazze vive invece sono piazze più sicure. Accenderemo l’interesse dei livornesi e non su questi angoli meravigliosi e gestiremo questo cambiamento nel nome del decoro e della promozione della nostra amata città.
Livorno ha bisogno di maggior sicurezza, soprattutto notturna. Per questo abbiamo partecipato a un bando per installare 68 nuove telecamere in città, in modo da moltiplicare la sorveglianza in alcune zone particolarmente sensibili e delicate e, al tempo stesso, abbiamo deciso di assumere ulteriori 20 vigili in modo da aumentare il numero di pattuglie in circolazione sul territorio.
Sto parlando di iniziative già prese e di interventi già programmati che diventeranno realtà nel corso del 2017.
Ma non basta, serve un intervento energico ad esempio nei confronti di chi vende alcol a prezzi stracciati in pieno centro, contribuendo a creare degrado in alcune aree della città. Non ultima quella proprio di piazza Garibaldi come mi hanno raccontato alcuni residenti in un faccia a faccia che ho avuto con loro ieri mattina.
La sicurezza, però, come abbiamo detto non è semplicemente il frutto di un miglior controllo del territorio da parte delle forze dell’ordine, quanto piuttosto di un’occupazione positiva degli spazi da parte dei cittadini stessi, ecco che un ruolo fondamentale per la valorizzazione di Livorno lo ricopre l’offerta culturale e di eventi che saremo in grado di mettere in campo nel prossimo anno.
Mi ha molto colpito il racconto che mi è stato fatto da uno di voi qualche tempo fa, ma in cui sono certo in molti vi riconoscerete.
Mi è stato detto: “Sindaco, sa cosa ho notato arrivando in questa città? Che dopo le 10 di sera non c’è nessun ristorante o quasi disponibile a dare da mangiare a noi giornalisti che spesso usciamo dalla redazione a quell’ora”. E’ vero, verissimo. La città si spegne presto. E, aggiungo, si mette in moto tardi.
Per provare ad allungarle la giornata noi abbiamo deciso di puntare sugli eventi. Abbiamo un braccio armato in questo senso che è una fucina di idee: quello della fondazione Goldoni che quest’anno ha aperto le porte del teatro e soprattutto ha aperto la città al teatro.
Abbiamo portato gli spettacoli direttamente nei quartieri periferici, abbiamo organizzato flash mob sulla terrazza Mascagni e nelle principali piazze della città, e messo in piedi un calendario di spettacoli che nulla ha da invidiare a quelli della Pergola di Firenze o di città ben più blasonate. Anche perché abbiamo collaborato con loro..eheh…
Allo stesso tempo abbiamo implementato i numero di eventi caratteristici della nostra Livorno.
Ad un Effetto Venezia rinnovato nella modalità e nei contenuti e al Senso del Ridicolo si è ora aggiunto il Cacciucco Pride che ha avuto uno straordinario successo.
La nostra intenzione è quella di creare un grande ombrello sotto il quale far convergere tutti questi eventi in modo da comunicarli al meglio all’esterno, cercando così di riuscire a diventare davvero attrattivi per i milioni di turisti che ogni anno attraversano la Toscana alla ricerca del buon vivere, dell’arte e della cultura.
Abbiamo fatto una prima sperimentazione con Effetto Natale, raggruppando insieme mercatini, iniziative culturali, concerti, notte di capodanno e spettacoli vari, coordinandone la promozione.
Nel 2017 metteremo a sistema questo metodo organizzativo.
A questo punto, visto che stiamo parlando di cultura e di promozione delle eccellenze livornesi, permettermi di invitare qui per una stretta di mano simbolica e un abbraccio da parte di tutta la città, una persona che sta contribuendo a portare in alto il nome di Livorno.
Lui è Federico Conforti, fa il montatore e quest’anno ha vinto il David di Donatello per il montaggio del film Jeeg Robot.
Grazie davvero Federico, e complimenti per il tuo lavoro e grazie per quello che fai per la nostra città.
Torniamo a noi e chiudiamo con il capitolo cultura.
Il prossimo anno Livorno potrà festeggiare due inaugurazioni fondamentali:
la Casa della cultura, che dovrebbe aprire i battenti attorno a marzo salvo complicazioni e il Museo della città che vedrà il taglio del nastro a fine giugno.
Tutto questo per quanto riguarda diciamo così, l’offerta diurna.
Ora dobbiamo concentrarci anche su quella notturna. Abbiamo la fortuna di vivere in una città in cui è estate 9 mesi l’anno o quasi.
Dobbiamo e vogliamo sfruttare le piazze, chiamando a raccolta le forze dinamiche, artistiche e culturali di cui la città è piena. Il mio invito ai livornesi è: fate proposte, chiedeteci una mano per l’organizzazione di eventi e momenti di condivisione. Noi lavoreremo per semplificare le burocrazie e concedere con maggiore rapidità permessi e autorizzazioni.
Facciamo leva sulle piazze – non lo ripeterò mai abbastanza – e vedrete che i turisti, che già arrivano, aumenteranno. Quest’anno dalle 404 navi da crociera che sono approdate nel nostro porto, ne sono sbarcati circa 790mila.
Il nostro compito è quello di dar loro un motivo per trattenersi in città. Se vogliamo aprire la nostra città al mondo, però, c’è bisogno di sradicare alcune consuetudini e vincere alcune resistenze. Comprese quelle di alcuni commercianti che troppo spesso finiscono per accontentarsi dello status quo.
Anche a loro dico, osate, sperimentate, fateci proposte innovative.
Una grande città come la nostra però non può vivere solo di cultura e commercio. La migliore opportunità di crescita che Livorno ha, oltre al turismo, è quella di diventare un centro di ricerca d’eccellenza. Proprio questa mattina ho firmato l’accordo per la costituzione del polo della logistica e delle alte tecnologie e questa è las econda notizia della giornata che vi do: allo Scoglio della Regina e Dogana d’acqua presto arriveranno alcuni dei migliori laboratori di ricerca del paese che lavoreranno sui temi della blue e della green economy.
Non solo. Nei prossimi mesi cominceranno le iscrizioni del primo master in Italia in preparatore atletico per sport individuali. Stiamo parlando di discipline in cui i livornesi sono tradizionalmente fortissimi e in cui, in questo caso, posso diventare maestri.
L’effetto combinato del Master e del polo tecnologico potrebbe permetterci di trasformare un’altra parte di Livorno nella città delle università: sto personalmente stringendo i contatti sia con il nuovo rettore di Pisa che con quello di Firenze, presto toccherà a Siena.
Voglio moltiplicare il numero dei corsi a Villa Letizia e non solo, in modo da attirare a Livorno tanti giovani che porteranno un immediato beneficio all’intera città.
Nel frattempo dobbiamo cominciare ad offrire servizi degni di una città che vuole avere un respiro ampio: abbiamo attivato il wifi in 8 zone strategiche della città. Funziona benissimo, è gratuito, veloce e molto utilizzato. Ora abbiamo chiesto un preventivo per portare la connessione in piazza Garibaldi e piazza XX Settembre, tanto per cominciare già nei primi mesi del 2017.
Ma ciò che davvero può cambiare il modo di vivere a Livorno è la viabilità e in questo senso siamo molto indietro ed è uno degli argomenti su cui mi sentirete recitare il mea culpa oggi.
Di questo sono rammaricato, perché si tratta di una delle 5 stelle che compongono il simbolo del nostro movimento e che ovviamente, è anche sostanza.
Ogni giorno in città si muovono migliaia di automobili. Se guardate all’interno dell’abitacolo scoprirete che quasi tutte trasportano una sola persona. E’ evidente come questo modello non sia più sostenibile; è necessario studiare un’alternativa.
Qualcosa si è mosso: abbiamo riattivato il bike sharing. Gli utenti non sono molti al momento, anche perché non è stata fatta un’adeguata campagna di comunicazione e perché le stazioni sono poche. Abbiamo già in mente di estenderle e studiare nuovi sistemi per promuovere il servizio.
Nel 2017, poi, arriverà il car sharing e sono convinto che questo possa essere un successo.
Ma visto che per migliorare davvero la viabilità cittadina non ci si può affidare solo ai mezzi privati, ecco che dal trenta gennaio partirà il nuovo servizio di TPL: abbiamo chiesto all’azienda di ridurre i tempi di percorrenza e di moltiplicare le corse sulle linee più utilizzate.
Quest’estate abbiamo sperimentato i bus gratis di notte: stiamo cercando di lavorare non solo per confermare il servizio nei mesi caldi ma per applicare il modello anche in inverno di giorno su alcune linee strategiche.
La principale novità del 2017 però sarà il Pums, il piano urbano della mobilità sostenibile. Creeremo un percorso partecipativo ad hoc per redarre questo documento che sarà la base per tutti gli interventi sulla mobilità da qui a fine mandato.
E’ ovvio che l’idea sarà quella di potenziare la mobilità dolce e l’uso dei mezzi pubblici a scapito di quelli privati, estendere le zone 30 in modo da rendere il traffico più fluido anche lungo le arterie maggiormente congestionate e incrementare il numero di km di piste ciclabili.
Tutto questo per permettere, tra le altre cose, ai livornesi che non ne hanno stretta necessità di non muovere la loro automobile. E qui si apre il capitolo forse più dolente della nostra esperienza di governo.
La partita del nuovo sistema della sosta che entrerà a regime nei prossimi 4-5 mesi con la creazione dei nuovi parcheggi blu è stata gestita malissimo. Abbiamo cominciato a pensare al progetto lo scorso marzo ma poi non abbiamo aperto il confronto con la città per raccontare alle persone in che direzione volevamo andare. Siamo arrivati in corsa a fine novembre e abbiamo fatto gravi errori di comunicazione nello spiegare modalità e procedure.
Eppure questo resta un progetto in cui noi crediamo profondamente e siamo convinti che, una volta a regime, porterà benefici concreti per tutti.
L’ho già fatto in privato ma voglio farlo anche davanti a voi: voglio ringraziare i dipendenti dell’ufficio mobilità e degli altri uffici comunali che si sono fatti in 4 per ritirare migliaia di tagliandi e spiegare il provvedimento ai cittadini agli sportelli.
E voglio ringraziare loro, i livornesi, che nonostante tutto si sono dimostrati puntuali e in larga misura precisi.
Noi però, che abbiamo tanti difetti, abbiamo anche un pregio: quello di imparare dai nostri errori. Ferme restando dunque tutte le cose di cui ho parlato fino ad ora, voglio sottolineare che il 2017 sarà l’anno della partecipazione. In tutti i sensi.
Io, personalmente, intendo camminare molto di più per le strade della città. Sto pensando a un appuntamento fisso, i cui dettagli vi comunicherò a tempo debito. Ma ho bisogno di un confronto serrato con i cittadini. Voglio sentire le loro voci e ascoltare le loro opinioni e i loro disagi parlando loro faccia a faccia.
Ma partecipazione non significa solo fare agorà in piazza o rispondere alle domande in diretta Facebook. La partecipazione è un metodo di lavoro che in questi anni solo la nostra vicesindaco, cui va il mio più caloroso abbraccio visto che è quella che più di tutti deve sopportare le mie sfuriate e ricondurmi sulla terra quando mi lascio prendere la mano, ha applicato con costanza.
La vicesindaco, dicevo, insieme all’assessore Baldari e all’assessore Morini che è riuscito nell’impresa titanica di istituire in pochi mesi la Consulta dello sport, è la persona che più di ogni altra ha applicato questo metodo.
Ha viaggiato nelle scuole per ascoltare i problemi dei dirigenti, degli insegnanti, degli alunni, dei genitori, del personale amministrativo.
E ha gestito in prima persona una delle partite più complicate della nostra storia recente.
L’affaire Villa Corridi è stato affrontato in piena estate magistralmente dal mio punto di vista per un semplice motivo: perché la vicesindaco ha fatto un’operazione trasparenza senza precedenti, coinvolgendo direttamente le insegnanti e i genitori dei bambini preoccupati per il ritrovamento di ingenti quantità di frammenti d’amianto nel terreno del parco.
Senza quell’operazione trasparenza si sarebbe scatenato il caos in città.
Pochi giorni fa, poi, ha presentato un progetto di bilancio partecipato per le politiche giovanili. Pochi soldi per ora, è vero, ma saranno direttamente i giovani a decidere dove investire queste risorse.
Come detto, però, quello della partecipazione è un metodo di lavoro, che già da tempo abbiamo cominciato ad applicare in Comune. Il progetto U.Lab, mutuato dal Mit di Boston, ci consente di lavorare con i dipendenti del Comune in un rapporto sinergico orizzontale, allo scopo di migliorare l’efficienza della macchina amministrativa e rendere maggiormente condivisi i processi di creazione dei servizi alla città.
Nel 2017 estenderemo il progetto con l’obbligo di frequenza per le Po e i dirigenti.
Ma soprattutto il 2017 sarà l’anno in cui l’intero Consiglio Comunale sarà chiamato a decidere se e come istituire il referendum consultivo e abrogativo senza quorum. Sarebbe una vera rivoluzione che ci vedrebbe fra i primi in Italia.
Al di là degli aspetti specifici, è giunto il momento che tutti gli assessori e il sindaco per primo comincino ad applicare sistematicamente questo metodo di lavoro: quello della condivisione e della partecipazione.
Perché solo se condividiamo le nostre decisioni saremo diversi dai nostri predecessori. Solo se apriremo un confronto costante potremo dire di essere davvero dalla parte dei cittadini.
Solo se ci appoggeremo a loro avremo la forza di rompere le resistenze e mettere all’angolo i gruppi di potere che vogliono una città paralizzata.
Solo così saremo in grado di fare la differenza.
Faccio un esempio, l’ultimo. Il porto. Tutto sta cambiando in porto, c’è una nuova Authority, o quanto meno ci sarà tra pochi giorni, una nuova gara per la stazione marittima, una nuova intermodalità. Un nuovo fermento, insomma, di cui sono certo potrà beneficiare l’intera città.
Ma c’è anche una coltre di nebbia che non si dirada: quella che oscura la vicenda dei bacini di carenaggio.
Una valvola di sfogo per centinaia di lavoratori livornesi che non sanno, non vogliono, non possono riciclarsi, ma che vorrebbero tanto poter tornare a fare il lavoro che amano, quello di riparare le navi.
Noi abbiamo chiesto di fare chiarezza, di dare tempi certi, di fare il possibile. Non abbiamo ricevuto un No come risposta. Semplicemente non ci è stato risposto, nemmeno quando abbiamo posto la domanda direttamente al ministro Delrio, pochi giorni fa. Abbiamo ottenuto la rassicurazione del governatore Rossi ma nulla di più.
E allora cosa deve pensare un sindaco che non riceve risposte concrete? Che questa cortina di nebbia sia impenetrabile e che ci siano interessi diversi nascosti dietro?
Non lo so. Quello che so è che se riusciamo a raccontare questa storia ai livornesi, allora forse loro ci aiuteranno a soffiare via questa nebbia che tutto oscura.
Dobbiamo provarci, se vogliamo garantire lo sviluppo di Livorno non in un ipotetico futuro, ma domani mattina.
Lo faremo assieme.
Buone feste e buon anno nuovo… sarà un 2017 molto impegnativo.
Grazie della pazienza”.
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