Gli studenti detenuti denunciano l’impossibilità di svolgere studi regolari.
Il Garante Solimano: “Solidarietà e vicinanza, mortificazione del diritto allo studio sopratutto dopo due anni di pesanti limitazioni causa Covid”
Ancora tagli di classi da parte del Provveditorato per i detenuti della Casa Circondariale ‘Le Sughere’, “Un colpo mortale alla nostra possibilità di svolgere un regolare corso di studi, così come dovrebbe essere garantito a tutti i cittadini italiani, qualunque sia la loro età e il loro status”.
Comincia così la lettera di un gruppo di studenti e docenti del corso SIA della IIS ‘Vespucci’ delle Sughere consegnata al Garante dei detenuti del Comune di Livorno Marco Solimano il quale dichiara:
“Ieri mi è stata consegnata, all’interno dell’istituto penitenziario ‘Le Sughere’, la lettera che si allega, sottoscritta da tutti gli studenti detenuti ed i docenti dell’Istituto Vespucci cui esprimo totale solidarietà e vicinanza”.
“Ne condivido appieno i contenuti e considero l’accorpamento deciso dal Provveditorato una ulteriore mortificazione del diritto allo studio sopratutto dopo due anni di pesanti limitazioni causa Covid”.
“Il sapere, la conoscenza, la cultura sono elementi imprescindibili di un percorso di rielaborazione delle scelte negative del passato ed un caposaldo verso la costruzione di nuovi scenari esistenziali”.
“Anche in virtù di questo – sottolinea Solimano – ritengo molto grave la decisione di accorpamento assunta da Provveditorato con il quale sto avviando contatti per la costruzione di un tavolo comune di riflessione che porti alla revoca del provvedimento”.
Nella loro lettera gli studenti detenuti spiegano: “Lo scorso anno scolastico per noi la frequenza si è interrotta a marzo 2020 a causa del Covid, non essendo possibile lo svolgimento della D.A.D. all’interno della casa circondariale”.
“Il corrente anno scolastico si è aperto con l’accorpamento delle classi IV e V in una sola con il conseguente dimezzamento delle ore di frequenza che già si svolgono in forma ridotta (sono di 45 minuti e in numero minore rispetto al corrispettivo ‘fuori’)”.
“Come se non bastasse le lezioni si sono interrotte a ottobre per riprendere in D.A.D. ma solo con la presenza degli alunni di un piano alla volta dei tre in cui è divisa l’Alta Sicurezza, settore a cui la scuola attiene. A gennaio abbiamo ripreso in presenza ma sempre un piano alla volta, solo a fine febbraio è tornata la normalità”.
“Chi di noi quest’anno ha frequentato la IV classe è come se avesse perso un anno di scuola. Ed ora invece di tornare a una forma di normalità viene ulteriormente punito con ancora un anno di dimezzamento delle ore di lezione”.
Gli studenti concludono chiedendosi: “Non sappiamo se chi prende queste decisioni ha presente l’importanza che ha la scuola in una situazione come quella delle persone private della libertà, una delle poche possibilità di attuare quel percorso indicato dall’art.27 della Costituzione che stabilisce l’aspetto rieducativo della pena. Facciamo quindi un appello alla possibile soluzione in positivo della situazione”.
Appello che il Garante dei Detenuti del Comune di Livorno fa proprio e rilancia.
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