La crisi energetica incombe impietosa sull’Italia e il Governo sta studiando ogni soluzione rapida per ridurre il più possibile la dipendenza dal gas russo. Tra le ipotesi più accreditate c’è anche un secondo rigassificatore nella provincia di Livorno che affiancherebbe l’impianto di Olt al largo della costa labronica.
Sarebbe la Val di Cornia la zona individuata per la realizzazione del secondo impianto. L’area di Piombino potrebbe risultare tra le più idonee. Vicino al porto, infatti ci sono vaste aree industriali dismesse o comunque scarsamente utilizzate (ex Magona), inoltre i fondali adiacenti allo scalo sono profondi e non necessiterebbero di dragaggi, le grosse navi non avrebbero problemi ad accedere alla struttura galleggiante. La scelta di Piombino consentirebbe tempi di realizzazione più celeri rispetto ad altri, elemento fondamentale in questa fase critica.
Il rigassificatore di Livorno, con 4 miliardi di metri cubi di gas annui, è in grado di assicurare il 5% del fabbisogno nazionale. Con un nuovo impianto a Piombino, la provincia di Livorno, da sola sarebbe in grado di fornire all’Italia il 10% del gas necessario.
A Piombino però il primo cittadino vuol vederci chiaro: “Abbiamo appreso la notizia dell’ipotesi di un impianto di rigassificazione sul nostro territorio – spiega il sindaco Francesco Ferrari – di conseguenza abbiamo contattato il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani per fissare un incontro perchè vogliamo conoscere i dettagli del progetto”. I rigassificatori non hanno emissioni e quindi non sono inquinanti, tuttavia necessitano di misure di sicurezza stringenti, in primis la distanza da centri abitativi e produttivi.
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