La crisi che ha travolto il settore crocieristico, in Italia e nel mondo, potrebbe impattare rovinosamente anche sull’economia livornese, bruciando nel 2020 tra i 53 e i 64 milioni di euro di ricavi.
A sottolinearlo è uno studio elaborato dalla direzione Sviluppo, Programmi Europei e Innovazione dell’AdSP del Mar Tirreno Settentrionale e presentato ieri in un webinar dedicato al crocierismo e alla blue economy.
L’analisi prende le mosse da alcune drammatiche certezze. I dati aggiornati all’8 maggio e resi noti dal terminal crociere Porto di Livorno 2000, dicono come nello scalo siano stati complessivamente cancellati 179 scali sugli oltre 379, un calo vicino al 50% del totale. Nel 2020 il porto di Livorno avrebbe dovuto movimentare 897.720 passeggeri, riportando una crescita del 6,8% rispetto al 2019(dati di Risposte Turismo).
Partendo da queste cifre, il report analizza due scenari: uno ottimistico, fondato sulla possibilità che le navi da crociera riprendano a viaggiare a settembre, uno pessimistico, basato su una ripartenza delle attività a gennaio 2021.
Nel primo caso, la perdita secca che il porto livornese potrebbe subire nell’anno ammonterebbe a quasi 54 milioni di euro (dato aggregato che ricomprende tre voci di spesa: passeggeri, equipaggi e servizi tecnico nautici).
Nell’ipotesi peggiore, l’economia livornese potrebbe arrivare a perdere fino a un massimo di 64,6 milioni di euro (59,5 milioni al netto delle spese di bunkeraggio).
«Siamo in una situazione di assoluta incertezza – è il commento del presidente di Risposte Turismo, Francesco Di Cesare – difficile fare previsioni sulla ripresa o meno delle crociere da oggi alla fine dell’anno. Le grandi compagnie di navigazione hanno però una grande solidità finanziaria e sono in grado di far fronte a questo tsunami economico senza troppe perdite».
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