In occasione di una conferenza stampa, alla presenza del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e del Sindaco di Livorno Luca Salvetti, il Commissario Straordinario Luciano Guerrieri, ha voluto fare il punto della situazione sullo stato di avanzamento delle procedure e dei lavori, presentando un dettagliato resoconto su quanto realizzato in questi mesi e sulle questioni ancora sospese.
Presenti con lui la vicecommissaria Roberta Macii e il Responsabile Unico del Procedimento Enrico Pribaz, nel team della maxi-Darsena assieme a Simone Gagliani e ai dirigenti dell’Autorità di Sistema Portuale.
L’obiettivo per Guerrieri è uno solo: arrivare al primo colpo di ruspa nel più breve tempo possibile, rispettando tutti tempi necessari per gli adempimenti procedurali e, se possibile, bruciare qualche tappa.
Il tabellino di marcia che Guerrieri e Macii si sono dati non sembra ammettere deviazioni. Nonostante il recente aggiustamento del progetto complessivo, e nonostante le preoccupazioni sul caro-materiali e sulla possibile lievitazione dei costi infrastrutturali, tutto lascia credere che saranno rispettati i tempi da cronoprogramma.
La struttura commissariale sta procedendo quanto più alacremente possibile in una triplice direzione: 1) La prosecuzione delle opere di bonifica bellica, necessarie in un porto che è stato bombardato durante la Seconda guerra mondiale; 2) Il completamento del campo prova relativo al consolidamento della vasca di colmata e l’estensione dell’intervento al resto della vasca; 3) L’acquisizione della Valutazione di Impatto Ambientale da parte del Ministero dell’Ambiente.
La bonifica bellica
La bonifica bellica è il primo importante traguardo da completare per arrivare all’apertura definitiva di tutto il cantiere
L’operazione è ciclopica, soprattutto se si considera che per buona parte dell’attuale specchio di mare a ovest della Darsena Toscana ci sarà da approfondire il fondale, per un totale di oltre 16 milioni metri cubi di sedimenti.
L’operazione di bonifica riguarderà gli argini delle vasche di colmata. I passaggi saranno due. Nelle prossime settimane verranno completate le prime indagine superficiali; successivamente, verrà creato un reticolo di buchi in cui saranno infilate le sonde in grado di rilevare masse ferrose. Si dovrà valutare di volta in volta se il segnale è tale da far pensare a un ordigno o se si tratta di rottami. Nel dubbio le ditte specializzate scaveranno per andare a verificare. Le bombe ritrovate verranno fatte brillare in un posto sicuro.
Il consolidamento
Nel frattempo, le imprese aggiudicatarie del maxiappalto stanno procedendo con il consolidamento della prima delle due vasche di colmata, quella lato sud, più vicina alla Darsena Petroli.
A novembre è stato avviato un primo campo prova (questa la definizione tecnica) per capire la reazione del sottosuolo relativamente al compattamento dei sedimenti immessi nelle vasche destinate a diventare il nuovo terminal container.
Nella sostanza, sono stati depositati, su un rettangolo di terreno di circa 20.000 mq, una serie di massi e materiali, sufficientemente pesanti da sovraccaricare il terreno. Il risultato da raggiungere sarà quello di arrivare a “spremere” tutta l’acqua ancora presente, facendola risalire grazie al drenaggio prodotto.
I massi usati per il test di prova saranno doppiamente utili perché, una volta completati i test, verranno usati per predisporre le nuove dighe. Complessivamente serviranno 4 ml di tonnellate di inerte per nucleo di scogliera, 1,2 ml di tonnellate di massi naturali e oltre 200.000 mc (vuoto per pieno) di acropodi. Il 70% di questi massi arriverà via mare.
I test e le reazioni del sottosuolo consentiranno all’appaltatore di affinare l’esecuzione dell’opera.
La Via
I documenti della Via sono già stati predisporti e inviati al competente Dicastero per eventuali integrazioni e richieste di chiarimento. L’iter dovrebbe concludersi in tempo utile da permettere al commissario Guerrieri di aprire definitivamente il cantiere.
Il nuovo look della Darsena Europa
Nel corso della conferenza, il Commissario ha poi spiegato che il progetto complessivo della Darsena Europa è stato rivisto rispetto alle previsioni inizialmente elaborato.
Con il nuovo Adeguamento Tecnico Funzionale, infatti, la struttura commissariale si è innanzitutto riproposta di incrementare la capacità delle attuali vasche di colmata in misura che consentirà di ospitare tutti i sedimenti marini risultanti dalle attività di dragaggio.
Ai 10,7 milioni di metri cubi originariamente previsti si sono infatti dovuti aggiungere non soltanto i 5 milioni di metri cubi in precedenza destinati al ripascimento delle spiagge sopra il Calambrone ma anche i nuovi volumi che risulteranno necessari per i futuri interventi di manutenzione e/o approfondimento dei fondali.
Per questo motivo è stato rivisto il progetto della Piattaforma Europa, che – come noto – prevede la realizzazione a sud di un terminal container (Prima Fase) e a nord la costruzione di un moderno terminal Ro/Ro. Nella sostanza è stato proposto un allargamento del piazzale operativo (terrapieno nord) del futuro terminal ro/ro grazie all’allineamento della diga nord con l’argine dello scolmatore d’Arno. La superficie complessiva della nuova colmata sarà pari a circa 100 ettari ed avrà una capacità complessiva pari a circa 10 milioni di m³.
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