L’impianto di Rivellino si sposterà, più grande e lontano dal centro storico di Livorno. Lì dal 1936, il depuratore sarà potenziato e troverà nuova casa alla Paduletta in via Enriques, una zona lontana da qualsiasi insediamento civile, un’area tuttavia da sempre ritenuta strategica per la logistica portuale dello scalo labronico. La superfice, già della Spil, con il passaggio delle quote maggioritarie di quest’ultima alla costituenda Newco, anch’essa società a partecipazione comunale, al termine delle procedure burocratiche e giudiziali, diverrà di proprietà di questa nuova partecipata.
L’area da molti anni in concessione all’impresa dei portuali (Cilp), non traslocherà subito, ma in una fase successiva. Anche il depuratore dei fanghi industriali, che oggi si trova al Picchianti, sarà affiancato a quello civile delle acque sempre alla Paduletta.
E’ tutto riassunto in un protocollo d’intesa che ha già avuto il via libera della giunta regionale, firmato da Regione Toscana, Autorità idrica toscana, Autorità portuale, Comune di Livorno e Asa.
Adesso prende avvio la fase di definizione puntuale di un accordo di programma che individui tempi e risorse.
Il nuovo impianto per le acque civili consentirà di superare le attuali criticità, con una capacità di smaltimento adeguata alla città che nel frattempo è cresciuta .
Situato nel quartiere Venezia, una zona di particolare pregio architettonico, adiacente alle mura medicee, il depuratore dov’è oggi è fuori luogo e tra l’altro non più ammodernabile.
Anche i residenti, in virtù della migliore qualità dell’area, beneficeranno del trasloco e si approprieranno di spazi liberi da riqualificare (circa due ettari e mezzo).
Con la Dogana d’acqua ed altre proprietà del Comune gli ettari diventano sette e potranno essere utilizzati per lo sviluppo del traffico crocieristico e di collegamento con le isole e per le numerose funzioni connesse alla futura stazione marittima. Ci guadagneranno dunque anche le attività economiche.
Il progetto
L’operazione conta tre fasi. Si parte con la riattivazione della piattaforma per acque industriali di Paduletta per trentamila abitanti equivalenti, che sarà collegata a quella per il trattamento dei fanghi industriali al Picchianti con una tubatura di circa due chilometri. In questo modo sarà coperto da subito il deficit depurativo dell’attuale depuratore. La seconda fase prevede il completo trasferimento della linea di depurazione delle acque civili di Livorno con la realizzazione di un nuovo impianto sempre alla Paduletta, in grado di smaltire gli scarichi di 250 mila abitanti equivalenti. L’ultima fase, ancora in valutazione, prevede il trasferimento in via Enriques anche di tutta la linea di trattamento dei fanghi. L’intesa a cui la giunta toscana ha dato il via libera è propedeutica a successivi accordi di programma, dove saranno individuate anche le risorse finanziarie necessarie. Sulla delocalizzazione dell’impianto di depur azione di Rivellino la quarta commissione del Consiglio regionale ha approvato lo scorso marzo una mozione che impegnava presidente e giunta regionale.
Chi fa cosa
La Regione avrà un ruolo di coordinamento e dovrà adottare le valutazioni e autorizzazioni ambientali di propria competenza. L’Autorità idrica dovrà monitorare e programmare. Compito del Comune sarà quello di predisporre gli strumenti urbanistici necessari ed attivare le procedure d’esproprio che si rendessero necessarie: dovrà anche indirizzare all’uso obbligatorio dell’acquedotto pubblico e di allaccio al sistema di fognatura e depurazione centralizzato. Dal par suo l’Autorità portuale dovrà procedere velocemente alla modifiche degli strumenti regolatori di propria pertinenza ed attuare le procedure per costituire il diritto di superficie. Asa, infine, dovrà realizzare, secondo quanto previsto dal piano stralcio, la prima fase del progetto di delocalizzazione, attuare gli interventi e gestire poi gli impianti.
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