Una sfida all’ultimo tegame. ConfRistoranti: “Avranno i labronici il coraggio di accettare la nostra sfida?”
Nella settimana che precede il derby tra Pisa e Livorno, i ristoratori pisani hanno deciso di lanciare il guanto di sfida agli omologhi ristoratori livornesi.
L’idea è venuta a David Cataldi de “Il Fantasma dell’Opera”, e immediatamente condivisa con il direttivo di ConfRistoranti ConfcommercioPisa.
A lanciare la “provocazione” ai rivali livornesi è la presidente di ConfRistoranti Daniela Petraglia, anch’essa ristoratrice: “Vogliamo metterci in gioco e replicare il derby sportivo sul campo in un vero e proprio derby culinario e gastronomico. Non il prato verde, ma la cucina sarà il terreno agonistico privilegiato dove le due squadre, quella pisana e quella livornese, composte da 4-5 ristoratori ciascuna si sfideranno a colpi di squisitezze della cucina tipica toscana, tra primi, secondi piatti e dessert”.
La competizione prevede che sia una giuria di qualità, rigorosamente super partes, scelta tra esperti, autorità e personaggi vari, a decidere quella delle due squadre, la pisana o la livornese, che prevarrà sull’altra. “In realtà sarà un derby in grande stile, in cui oltre alla bravura nella preparazione dei piatti, a decidere dell’esito finale contribuiranno anche le performance di goliardi e comici pisani e livornesi, schierati gli uni contro gli altri, in un crescendo di ironia, lezzi, scherzi e battute, che avranno un peso determinante sull’esito finale della gara”.
“Sarà ovviamente una doppia sfida, con andata e ritorno” – chiarisce la presidente pisana dei ristoratori – “e si svolgerà in primavera, all’interno di due location in grado di ospitare qualche centinaio di persone. Infatti, il nostro intento è quello di realizzare due grandi serate, all’ombra della Torre e all’ombra dei quattro Mori, in cui spettacolo, cucina, vernacolo e goliardia vanno di pari passo, con molta gente e tanto
divertimento”.
“Adesso vediamo se i colleghi livornesi avranno il coraggio di accettare. Noi ci siamo, prontissimi a vendere cara la pelle” – conclude con un pizzico di ironia la presidente pisana di ConfRistoranti.
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