Giorni di angustie per le aggressioni verbali e fisiche subite e giorni in cui la Polizia penitenziaria si riscatta. Oltre che dal punto di vista della prevenzione e repressione dei reati che si sono consumati nel passato recente e lontano, anche sotto il profilo dell’umanità il reparto di Polizia penitenziaria della casa di reclusione “Pasquale De Santis” dimostra di essere presente, professionale e efficiente. Poche ore fa – danno notizia dalla Segreteria Provinciale della UIL PA Polizia penitenziaria di Livorno – due Agenti hanno salvato la vita a una persona detenuta di origini maghrebine, che aveva deciso di farla finita, la stessa che giorni addietro aveva messo a dura prova l’ordine e la sicurezza del penitenziario con l’allagamento di un reparto, un procurato incendio nella stanza in cui pernottava e l’aggressione di Poliziotti. A uno dei due colleghi che vigilavano il reparto non è sfuggito lo stato d’animo del ristretto da poco rientrato da un colloquio con i familiari e ha allertato l’altro Poliziotto affinchè prestasse particolare attenzione. Da lì a poco c’è stato l’allarme. Sono stati attimi di concitazione, eccesso di adrenalina dovuta alla percezione di un evento nefasto che stava per consumarsi! Il detenuto era penzoloni con una corda legata al collo e ancorata all’inferriata della finestra, i due colleghi senza alcuna esitazione hanno fatto irruzione nella stanza e slegato il malcapitato e, una volta accertatisi che avesse ripreso il respiro, lo hanno assicurato alle cure sanitarie eventualmente necessarie. E’ la storia che si ripete. Gli eventi che si stanno intensificando nel carcere elbano hanno bisogno di attenzione, quella vera – sottolinea la UIL -. Non può essere più rinviato un monitoraggio dei trasferimenti di persone detenute con problemi psichiatrici fatto concretamente, perché la casa di reclusione insulare non è idonea a gestirli. Non ha gli strumenti essenziali alla cura di questa tipologia di persone private della libertà e, di conseguenza, non riesce neanche più a garantire al personale di svolgere appieno il mandato istituzionale che un Corpo di Polizia dello Stato è chiamato ad assolvere. Noi – conclude e lancia l’allarme il Sindacato – pensiamo che l’Amministrazione penitenziaria non può più continuare ad affidarsi al buon senso, all’onestà, alla lealtà, all’abnegazione degli operatori del penitenziario elbano, a cui va tutto il nostro compiacimento per il successo dell’attività, perché, nonostante tutto, dimostrare quotidianamente di essere un pezzo fondamentale, ma non di lunga durata, di un ingranaggio che rischia di bloccarsi irreparabilmente.
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