Una sola parola per riassumere la partita di domenica: disfatta. Il Livorno perde infatti 3 a 0 contro la Pianese che oltre a confermare il primo posto in classifica, ci distanzia adesso di ben nove punti. Sapevamo che non era uno scontro facile, stavolta si trattava di competere contro una nostra diretta concorrente ma c’erano tutti i presupposti per tentare il colpaccio e accorciare le distanze con i primi posti della classifica. L’incontro vinto a mani basse contro
L’Ostia mare ci aveva galvanizzato, soprattutto nel secondo tempo a seguito dell’ingresso di Torromino, Lucarelli e Lo Faso. Certo, la qualita’ dell’avversario stavolta era si’ un gradino superiore, ma onestamente mi aspettavo uno scontro alla pari, cosa che non è avvenuta; il match non era iniziato sotto una buona stella, gli infortuni nel primo frangente di gara di Lo Faso e Pecchia sommati ai già tanti assenti con cui Il Livorno ha dovuto fare i conti in settimana, non hanno aiutato. Ma si chiedeva una cosa sola ai nostri ragazzi: carattere. E anche stavolta, dopo un inizio gara promettente in cui il gol di Lepri sembrava quasi una macchia incomprensibile, il tracollo.
Qualcosa si e’ spento, di nuovo. Siamo stati ormai abituati a vedere il Livorno solo a tratti ma ad oggi comincia ad essere importante avere una continuità almeno mentale. Non ho mai pensato che fosse una partita facile, ma onestamente l’ennesimo cambio di formazione mi aveva fatto storcere un po’ il naso. Un corpo umano con testa, braccia e gambe di buona qualita’ ma senza uno scheletro a sorreggere. Non possiamo negare che gli infortuni hanno minato pesantemente la squadra, e anche in questo caso la domanda sorge spontanea: c’è forse un problema di preparazione atletica? Non sta a me fare alcuna tipo di ipotesi in merito, certo e’ che i numeri non aiutano. Probabilmente è difficile proporre anche un 11 tipo quando le carte in tavola cambiano frequentemente ma si e’ avuto spesso l’impressione che il tecnico abbia tentato di adeguare le proprie idee tattiche a giocatori non adatti; pensiamo al buon Francesco Neri che nell’ultima partita giocata al Picchi non ha certo brillato in un ruolo che poco gli appartiene. Poco stupisce quindi l’esonero del Mister. Non credo sia stata la sconfitta in sé a determinarne l’allontanamento ma tutti questi fatti che siamo andati ad elencare. Quello che e’ sempre mancato al Livorno come squadra (e a Livorno come città, ma questa e’ un’altra storia…) e’ la volontà di crederci. Una prima possibilità era stata data a Lorenzo Collacchioni, ma visti gli scarsi risultati in termini di cattiveria agonistica, non poteva che finire così’.
A giorni inizierà il mercato, a questo punto quello che è fondamentale è capire da che parte vuole andare la squadra: manca un centravanti che ti assicuri almeno 20 gol, ma siamo sicuri che il miglior attaccante possa garantirli se manca un intero organico a sostenerlo? Della serie inutile addobbare le aiuole se le strade cadono a pezzi. Il cambio del tecnico avviene quindi forse al momento giusto, per capire fino in fondo quali sono i punti deboli di questa squadra e dove si puo’ e si deve intervenire. Auguro il meglio a Collacchioni, e lo ringrazio comunque di averci tenuto fra i primi cinque della classifica. Non cambio idea sul fatto che abbia un buon modo di leggere le partite ma evidentemente Livorno non era il posto giusto per lui. Un nuovo capitolo che si apre, con nuove domande fra cui : chi sara’ il nostro prossimo allenatore? Pochesci pare in testa. Si parla anche di Vincenzo Esposito. Ma chiunque sia, dovrà rispondere necessariamente ad altre domande: abbiamo una squadra in grado di competere alla vittoria del campionato? La colpa era del tecnico oppure manca quel qualcosa in più che ci rende più mediocri di quel che pensiamo? Attendiamo gli sviluppi dei prossimi giorni, i punti da recuperare sono tanti ma nel calcio, si sa, nulla è impossibile fino a che la matematica non ci condanna.
di Agnese Gaglio
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