Firenze – La Regione cerca investitori interessati ad acquistare (o anche prendere in gestione) immobili dismessi di proprietà dell’ente e delle aziende sanitarie. L’opzione è aperta: dipenderà dall’interesse e dalle offerte. Il primo elenco è pronto, ma potrebbe cambiare nel tempo. Sarà infatti aggiornato ogni due mesi, con nuovi immobili pronti ad entrarvi appena ultimate le schede necessarie, scelti dalla Regione per essere alienati, e con l’uscita degli immobili che andranno all’asta. Per adesso vi figurano 34 complessi o edifici, storici in alcuni casi, molti di pregio.
Tre sono gli immobili livornesi che figurano nell’elenco: la piscina di rieducazione di via San Gaetano e l’ex distretto di via Ernesto Rossi, come l’ex sede legale dell’ex sanatorio di via di Monterotondo. Nella provincia figurano i locali degli uffici amministrativi in via Savonarola a Cecina.
La vendita, affitto o aggiudicazione di eventuali gestioni averrà tramite asta o procedura di evidenza pubblica. Non ci sono altre strade possibili. Sarà il passo successivo. Diversamente che dal passato, perché non è la prima volta che la Regione vende o prova a vendere immobili non più utili, sottoutilizzati o incapaci di generare reddito, la Regione ha deciso però di verificare l’interesse del mercato o di altri enti: prima dell’asta e senza impegni od obblighi per alcuna delle parti, con un avviso a cui operatori privati e pubblici, cooperative di costruzione o gestione, fondazioni e istituti bancari o chiunque interessato, in Italia o all’estero (soprattutto all’estero), potrà rispondere illustrando il proprio progetto. E’ previsto anche un articolato programma di presentazioni, sempre informali, con un catalogo, foto, video e schede on line dettagliate che saranno pubblicate sulle pagine di InvestinTuscany. Saranno organizzati anche sopralluoghi negli edifici.
Una nuova strategia
Esiste già un elenco di beni immobiliari da alienare, aggiornato periodicamente. “Adesso la Regione sta facendo un altro tipo di operazione – spiegano il presidente Enrico Rossi e l’assessore alla presidenza e al patrimonio, Vittorio Bugli – Prima di procedere all’asta vera e propria vogliamo mostrargli ai potenziali investitori, descrivendoli nel mondo migliore e più puntuale possibile, per capire se vi può essere un interesse e quale tipo di interesse. Anche diverso dall’acquisto”.
Alienare per salvare un patrimonio di tutti
Vendere non significa non aver a cuore un patrimonio che è pubblico. “Anzi è il contrario – mette in chiaro Rossi -: vuol dire attuare un principio di buona gestione ed evitare situazione di degrado o abbandono che non hanno senso e sicuramente risultano incomprensibili ai cittadini”. “La Toscana ha fatto della cura del proprio paesaggio e patrimonio culturale uno dei capisaldi delle proprie politiche – conclude insieme a Bugli – . La bellezza della Toscana deriva da secoli di cura del territorio. La conservazione e valorizzazione di questa immensa eredità è un punto di impegno per la Regione”. “Vogliamo salvaguardare i luoghi di pregio – dice l’assessore – e lo vogliamo fare anche vendendone o alienandone alcuni. Può sembrare un paradosso ma non lo è. Vendere immobili inutilizzati e che non possono essere più salvaguardati a sufficienza con le risorse a disposizione è un modo per salva rli e valorizzarli”.
Del resto il piatto degli investimenti piange. La Regione, con meno trasferimenti e nuovi tetti di spesa imposti dal pareggio di bilancio statale, ha solo cento milioni a disposizione per gli investimenti nel 2016: poco rispetto a non troppi anni fa, quando poteva spendere 400-500 milioni di euro e poteva accendere mutui. Ora invece il pareggio di bilancio lo impedisce.
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