Secondo le indagini della GdF il bilancio indicava falsamente un attivo pari a “zero”. Poi la società a cui faceva capo l’azienda è stata cancellata dal registro delle imprese nel tentativo di eludere esazione da parte dell’Erario.
La Guardia di Finanza di Livorno ha messo in atto un decreto – emesso dal Gip del tribunale Fabrizio Nicoletti – di sequestro preventivo nei confronti di un appartamento, ad uso ufficio (valore 300.000 euro), nel centro di Livorno. Nei guai due imprenditori livornesi, indagati per i reati di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e falso in bilancio.
I due soci, gestori di una società di capitali operante da diversi anni nel settore portuale, avevano accumulato ingenti debiti con il Fisco, omettendo di pagare iva e imposte sui redditi, sino ad assommare ruoli emessi a carico della società, per oltre un milione di euro.
I due imprenditori sono accusati di aver messo in atto una serie di azioni fraudolente finalizzate a rendere inefficace la procedura di riscossione coattiva dell’Erario. Dopo aver posto in liquidazione la società, ne falsificavano il bilancio omettendo di indicare, tra le immobilizzazioni materiali, la proprietà immobiliare – ora sequestrata, su richiesta del pm Massimo Mannucci – quindi cedevano “di fatto” i restanti beni aziendali ad un’altra società, senza far risultare alcun corrispettivo a titolo di cessione.
Dopo aver depositato il bilancio che indicava falsamente un attivo pari a “zero”, hanno poi cancellato la società dal registro delle imprese, nel tentativo di eludere i tentativi di esazione da parte dell’Erario.
Gli investigatori delle “Fiamme gialle”, attraverso un’articolata analisi delle dinamiche aziendali condotta a ritroso sino all’anno 2000, hanno ricostruito il reale operato dell’impresa ed evidenziato il comportamento teso a far scomparire i beni sui quali il Fisco avrebbe legittimamente potuto rivalersi.
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