Questa domenica si è festeggiata la festa della mamma, tra l’altro collegata alla tutela della vita dei figli in guerra. Dal punto di vista dell’informazione non è stato dato risalto all’evento, inteso più che altro come opportunità per lanciare un messaggio di pace legato alla maternità della donna.
“Assordante il silenzio mediatico circa la straordinaria portata simbolica del “Mother’s Day for Peace” ormai trasformato nel rituale consumistico della Festa della Mamma” – esordisce Giovanna Pagani presidente di Wilp Italia – “Il silenzio è interrotto solo da slogan pubblicitari inneggianti all’acquisto. Forse le uniche a mantenere per lo meno una significanza degna di nota, perché si tratta della “maternità”, sono rimaste le insegnanti della scuola primaria impegnate a ricordare ai piccoli di festeggiare (con disegni, letterine, poesie e anche doni ) la mamma che li ha messi al mondo e che tante cure dedica a loro. Ma purtroppo è troppo poco, rispetto all’originario giorno delle madri per la pace, in cui la maternità era collegata alla tutela della vita per tutti, attraverso un collettivo impegno per la Pace.
La pioniera della Giorno della Madre per la Pace è la pacifista statunitense Julie Ward Howe che nel 1870 (in clima postbellico internazionale: guerra civile negli Usa e guerra franco-prusiana in Europa) propone di istituire il Mother’s Day for Peace.
Non a caso la Wilpf (la più antica associazione di donne per la pace:101 anni festeggiati il 28 aprile) impegnata a porre fine al militarismo come mentalità, alla militarizzazione come processo e alla guerra come pratica ogni anno si incarica di ricordarne la storia
Forte l’appello che la Howe rivolse nel 1870 alle donne di tutto il mondo.
Che si mobilitino tutte le donne che hanno un cuore !. Noi , donne di un paese, non possiamo permettere che i nostri figli siano addestrati per ferire i figli di madri di altri paesi . In nome della femminilità e dell’umanità io chiedo seriamente un Congresso Internazionale delle Donne per promuovere l’alleanza fra differenti nazionalità, l’amichevole soluzione delle questioni internazionali e ribadire il grande generale interesse per la Pace.
La proposta rivoluzionaria della Howe, tuttavia, non ebbe il successo sperato e si dovette attendere altri trent’anni perché il “The Mother’s Day” prendesse vita. Però già il “for peace” era scomparso. Accadde ad opera di Anna Jarvis, che nel 1908 ottenne l’autorizzazione per un memoriale in onore di sua madre: Ann Reeves Jarvis , un’attivista per la pace, durante la guerra civile statunitense (quella tra nordisti e sudisti), la quale aveva aiutato soldati feriti di entrambi gli schieramenti. Solo nel 1914, il presidente Usa Wilson promulgò il disegno di legge che certificava la nascita della Festa della Mamma, e scelse come data la seconda domenica di maggio, data rimasta invariata in molti paesi che hanno mutuato tale ricorrenza dagli Stati Uniti d’America (così anche in Italia dal 2000)
Alla luce del forte massaggio di Julie Ward Howe non consentiamo la deprivazione di senso ad opera del consumismo imperante che tutto commercializza e snatura. Rivitalizziamo l’originario significato della Giornata! Testimoniamo la nostra coscienza evolutiva di donne/madri e opponiamoci con determinazione alla guerra, attraverso una fattiva solidarietà con tutte le madri che sono costrette a piangere la devastazione della guerra, vissuta sulla propria carne.
Ma oltre alla guerra fatta con armi sempre più micidiali, c’è la guerra economica, la guerra all’ambiente, la guerra dell’ingiustizia e dell’omertà.
Solidarizziamo, dunque, con tutte le madri che non vogliono più piangere i propri figli uccisi sui campi di battaglia, con tutte le madri migranti che muoiono loro stesse i loro figli, con tutte le madri che chiedono giustizia e verità per i loro figli vittime di stragi di stato o crimini impuniti.
Ogni donna/madre porta in sé l’istinto della conservazione della vita ed è portatrice di un indescrivibile potenziale di “resistenza” contro le poliedriche manifestazioni di violenza che minacciano la vita sul Pianeta”- conclude la presidente di Wilpf Italia Giovanna Pagani -.
Che cos’è Wilpf:
Il 28 Aprile 1915, per la prima volta nella storia, più di 1000 donne provenienti da 12 paesi dell’Europa e dell’America si riuniscono in Olanda all’Aja in un Congresso Internazionale, per opporsi alla 1° Guerra Mondiale in corso.
Tra le delegate all’Aja anche una donna italiana, Rosa Genoni, che sarà molto attiva a Milano.
Al termine del Congresso viene istituito il Comitato Internazionale delle Donne per la Pace e la Libertà che, successivamente, nel 1919 si trasforma nella WOMEN’S INTERNATIONAL LEAGUE FOR PEACE AND FREEDOM (Lega Internazionale di Donne per la Pace e la Libertà), la prima organizzazione internazionale di donne per la pace che oggi è presente in tutti i continenti.
La FINALITA’ della WILPF è quella di riunire donne di differenti tendenze politiche e filosofiche che vogliono studiare, far conoscere e aiutare ad abolire le cause politiche, sociali, economiche e psicologiche della guerra, e lavorare per la pace.
Ogni anno la WILPF offre 3 BORSE DI STUDIO della durata di 11 mesi per giovani donne (21/30 anni) nei campi del Disarmo, dello Sviluppo/Ambiente e dei Diritti Umani.
Nella sua lunga storia annovera 3 DONNE PREMI NOBEL:
Jane Addams, Prima Presidente Internazionale WILPF, Premio Nobel per la Pace 1931
Emily Green Balch, Prima Segretaria Internazionale WILPF, Premio Nobel per la Pace 1946
Rita Levi Montalcini, Socia Onoraria WILPF Italia, Premio Nobel per la Medicina 1986.
La WILPF è una Ong Internazionale con status consultivo presso l’ONU e dunque con rappresentanza permanente presso: ECOSOC, UNICEF,UNESCO,FAO, OIL.
La WILPF Italia.
All’inizio del ‘900 la storia della WILPF in Italia è legata a due donne: ROSA GENONI (delegata al Congresso Internazionale dell’Aja 1915)che forma un gruppo WILPF a Milano e ANITA DOBELLI-ZAMPETTI che ne forma un altro a Roma. Purtroppo la mancanza di coordinamento tra i due gruppi e la forte opposizione governativa pregiudicheranno in tempi brevi l’esistenza dell’associazione in Italia.
Successivamente, a cavallo degli anni ’60, MARIA BAIOCCO REMIDDI e MARINA DELLA SETA coordineranno un nuovo gruppo WILPF a Roma, ma breve sarà la sua durata nel tempo.
La ricostituzione della WILPF Italia risale al Febbraio 1989, per iniziativa di GIOVANNA PAGANI (attuale Presidente onoraria), con uno specifico impegno nei seguenti campi:
– Disarmo e promozione della Risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu n.1325
– Educazione per la Pace e l’Intercultura
– Diritti dei Bambini e delle Donne con particolare riferimento all’empowermen femminile e alle politiche di pari opportunità
– Prevenzione della violenza di genere
– Ambiente e sua tutela
– Democratizzazione dell’Onu.
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