E’ famosa in tutto il mondo sia per la sua bellezza (primo premio al trofeo europeo della mostra francese di Metz del 2015) che per la sua resistenza ma, soprattutto, per la capacità di depositare una notevole quantità di uova ogni anno, fino a 300, ben superiore a quella delle colleghe ovaiole.
E’ la gallina livornese, diffusa in tutto il mondo con questo nome proprio perchè partì per la prima volta dal porto di Livorno. Fu infatti il capitano Gates, nel 1830, a far arrivare nel porto di Mystic nel Cunnecticut i primi esemplari e da lì la razza ha cominciato a diffondersi in tutto il mondo.
Sebbene tanti sono i “Leghorn Club”, i club di razza avicola dedicati all’ovaiola livornese nati nei vari paesi (ad esempio in Gran Bretagna e in Olanda) e molto attivi con convegni e pubblicazioni dedicati, Livorno, patria indiscussa del ruspante, non ne aveva ancora uno tutto suo fino a che, alla fine dell’anno scorso, la Federazione Italiana Associazioni Avicole (FIAV) non ha rilasciato il riconoscimento federale per club di razza Livorno.
Il club, che ha sede al Museo di Storia Naturale del Mediterraneo di via Roma 234, è stato presentato mercoledì 9 agosto a Palazzo comunale dall’assessore al turismo Francesco Belais, alla presenza di Corrado Minazza, presidente del club,Margherita Marzoni Fecia di Cossato, ricercatrice dell’Università di Pisa e vicepresidente del club, Mario Lupi, promotore biodiversità razza Gallina Livorno e Giuseppe Chionetti segretario che abbiamo ascoltato:
L’incontro è stato l’occasione per presentare anche i risultati dello studio dell’Università di Pisa promosso lo scorso anno da FIAV (Federazione Italiana Associazioni Avicole), pro Loco Livorno e Comune di Livorno che ha indagato la gallina come biodiversità. L’equipe della ricercatrice che ha guidato lo studio, la dottoressa Margherita Marzoni Fecia di Cossato del dipartimento di Scienze Veterinarie, ha studiato l’allevamento avicolo nel podere le Querciole, a S. Piero a Grado, un vero e proprio centro di eccellenza per la conservzione genetica della gallina livornese con 50 esemplari, le cui uova, rigorosamente bianche e identificabili per il tuorlo dal giallo molto intenso, sono risultate particolarmente proteiche.
La ricerca ha permesso di mettere a punto una scheda di rilevamento delle galline livornesi grazie alla quale è stato possibile quantificare ed elencare gli allevatori in purezza presenti su tutto il territorio italiano, individuati in tutto in 102.
Abbiamo anche ascoltato il presidente del Club Corrado Minazza:
“La gallina livornese non è solo la più famosa e diffusa al mondo ma, con la sua forma elegante e il folto piumaggio nelle varie colorazioni, è anche tra gli esemplari più belli da vedere, – ha dichiarato l’assessore Belais – basti pensare che ha avuto una forte eco anche nell’ambito dei cartoni animati, dove il famoso Foghorn Leghorn compare nella serie Looney Tunes della Warner Bros, ed stata ripresa anche nell’alta moda dallo stilista Moschino.
Con le sue uova bianche altamente proteiche, la gallina livornese è patrimonio della nostra biodiversità oltre che della nostra tradizione e, in quanto tale, da tutelare. Credo – ha concluso l’assessore – che essa rappresenti indiscutibilmente un elemento di orgoglio identitario per la nostra città e per questo voglio ringraziare l’impegno di quanti con tenacia e spirito di intraprendenza hanno dato il loro essenziale contributo per diffondere questa razza che porta in giro per il mondo il nome di Livorno”.
Dopo il successo del primo convegno dedicato a “Orgoglio e identità culturale della gallina livornese” organizzato dalla pro Loco Livorno l’anno scorso, per novembre è in programma una seconda tre giorni di dibattito, relazioni ed esposizione (10, 11 e 12) a cura del Club Italiano Razza Livorno che vedrà la partecipazione delle società avicole del territorio, della FIAV, del blog Tutto sulle galline, del Comitato per la valorizzazione della gallina livornese e Fisar Livorno, oltre che della ricercatrice del Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Pisa, con l’obiettivo di divulgare la biodiversità della razza avicola autoctona e delle sue uova.
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