“Trovo grave e davvero fuori luogo quanto avvenuto nel più importante luogo di cultura di Livorno. Una pseudo-cultura, che a quanto pare, vuole politicizzare a senso unico. Una pseudo-cultura che si riempie la bocca con l’antifascismo, ma che ha uno strano modo di concepire la democrazia e la libertà. Una pseudo- cultura pacifista solo quando fa comodo. Ancora una volta a Livorno è emerso drammaticamente l’antisemitismo, diffuso a piene mani in questo periodo da una certa parte politica. Questa situazione fa davvero paura”.
Lo ha detto oggi Alessandro Guarducci, candidato a sindaco di Livorno per la “Coalizione del Rinnovamento” (Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega, Noi Moderati, Nuovo Psi, Azione, Lista Guarducci), in merito allo striscione comparso ieri sera sul palco del Teatro Goldoni al termine della Turandot che recitava: “Cessate il fuoco. Stop al genocidio” insieme a una bandiera palestinese.
“Il tutto è accaduto in un teatro pubblico di proprietà comunale gestito da una Fondazione presieduta dal sindaco Luca Salvetti. Solleciterò – ha aggiunto Guarducci – immediatamente i parlamentari di centrodestra di manifestare le necessarie interrogazioni presso le sedi istituzionali. Sono d’accordo sul cessate il fuoco, ma perché non è stata esposta anche la bandiera di Israele accanto allo striscione? I civili israeliani uccisi o in ostaggio, le donne violentate, i bambini trucidati non sono vittime da ricordare e da piangere? Io difenderò sempre i valori della libertà e della giustizia contro quelli dell’odio mascherato da pacifismo. Esprimo la mia piena solidarietà e vicinanza alla Comunità Ebraica di Livorno”.
“Le domande – continua Guarducci –: chi sono gli autori del gesto? E’ stato un “blitz” improvviso operato da persone esterne allo spettacolo, che in caso pone importanti interrogativi sulla gestione della sicurezza in un evento pubblico (oltre che politici), o qualcuno all’interno ha dato il permesso per esporre lo striscione?”
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