Un nuovo evento d’arte contemporanea alla Biblioteca Labronica F.D. Guerrazzi di Villa Fabbricotti. Da sabato 11 marzo (inaugurazione alle ore 17.30) fino all’8 aprile, espone Riccardo Ruberti, giovane artista livornese con la personale “Mondi Possibili”. Promossa dal Comune di Livorno e della Coop. Itinera, l’esposizione è curata da Nicola Miceli.
Riccardo Ruberti, da diversi anni apprezzato per le sue opere, alcune delle quali si trovano oggi in importanti collezioni internazionali come Londra, Abu Dhabi, Amsterdam e Roma e per la sua attività di docente di pittura ed incisione, torna nella sua città con lavori passati e nuovi. In mostra circa 40 tele, la maggior parte delle quali di ampie dimensioni e di ampio respiro estetico ed iconografico, in cui l’occhio del visitatore riesce a spaziare nella campitura infinita dei cieli rappresentati, elevati dall’artista a protagonisti assoluti dei propri quadri.
Due le serie di dipinti proposti da Ruberti con al centro il tema del “viaggio”; viaggio inteso come esplorazione, impulso irrinunciabile e cardine della propria esistenza in terre conosciute o irreali e fantastiche.
Una prima serie, intitolata “Navigazione Celeste”, è stata realizzata nel 2012 e costituisce un ciclo omogeneo e univoco. La dinamica del viaggio è rappresentata da piccole e coloratissime mongolfiere, palloni aerostatici, macchine volanti, deltaplani che alludono solamente alla presenza umana quasi sempre omessa, a vantaggio di scenari celesti che dominano in assoluto lo spazio della tela. Il paesaggio terrestre diventa un puro ancoraggio della composizione, spesso un’isola o un lembo di terra ghiacciata e inospitale, che giustifica le pochissime presenze umane volte a contemplare la volta celeste ed in cerca di una nuova meta, un nuovo orizzonte da raggiungere.
Una seconda serie , realizzata a partire dal 2015, è intitolata “Inner Place”, che, nel nome, prende in prestito la locuzione Inner Space dello scrittore di racconti di fantascienza James Ballard. La citazione rimanda nuovamente al viaggio, questa volta interiore ed interiorizzato all’interno del proprio io. Un viaggio che diventa una mappa interiore da consumarsi in equilibrio con la natura. L’espressione pittorica di questo contenuto si traduce in un ciclo di ritratti di popolazioni arcaiche, indigene ed antiche come gli aborigeni, rappresentati come esseri fantastici dalla pelle simile alla corteccia degli alberi e fisicamente fusi con l’aria che li circonda. Un osmosi primitiva e vitale tra l’uomo e la natura che lo ospita.
La mostra è ad ingresso gratuito; visitabile in orario di apertura della Biblioteca : dal lunedì al venerdì in orario 8.30-19.30; il sabato dalle ore 8.30 alle 13.30.
Abbiamo ascoltato l’artista:
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