Di Sandro Lulli >>>> Vi sembra poco aver creato un playmaker stabile davanti alla difesa (Giandonato), aver concentrato il podismo esplosivo di Valiani da centrocampo in su e liberato Luci da compiti d’impostazione? Vi sembra poco esser riuscito a rivitalizzare psicologicamente Murilo?
Vi sembra poco aver creato una linea di centrocampo capace di filtrare il gioco avversario in modo da non permettere agli avversari di prendere la difesa in velocità?
Vi sembra poco constatare che sia contro il Siena sia a Viterbo non solo sono state fatte le sostituzioni azzeccate, ma anche al momento giusto?
IDEE CHIARE. Beh, la svolta del Livorno è tutta qui: nella freschezza e nella fantasia di mister Luciano Foschi – portato da Elio Signorelli – e anche nella sua capacità di sdrammatizzare, allentare la pressione psicologica su una squadra che ormai si era avvitata nel tunnel di un gioco involuto, non più redditizio. Anzi, penalizzante e avvilente per gli stessi giocatori ai quali ormai Andrea Sottil chiedeva solo cuore, impegno e determinazione senza rendersi conto che era lui stesso che li aveva bloccati in un quadro tattico appiccicoso, limaccioso, senza sbocchi. Perdipiù monotono e ormai arcinoto a tutti i tecnici che venivano ad affrontarci. Il Livorno di Sottil sarebbe naufragato certamente con il Siena (gran bella squadra) e a Viterbo nella migliore delle ipotesi avrebbe strappato un pari. Ma proprio nella migliore delle ipotesi.
Questo Livorno, invece, ha rialzato la testa, ritrovato orgoglio, fiducia nei propri mezzi; e perdipiù vede che la fatica che dura serve a portare avanti un quadro tattico che nelle ultime sette partite può veramente servire a costruire il “sogno”.
COSA NON VA. Tutto bene dunque? Diciamo per trequarti sì. E si vede. Però, a mio parere, manca l’ultima limatura alla tattica: Foschi deve trovare la maniera d’infilare meglio Maiorino nel progetto. Voglio dire che il fantasista esterno di sinistra si perde. Dunque deve essere tenuto più nel vivo della manovra e l’unica maniera (dal momento che questo è un talento a cui non si può e non si deve rinunciare) è cambiare lo schema e passare al 4-3-1-2. Con Maio-gol dietro Vantaggiato (tra l’altro in formissima) e anche dietro Murilo (che ha riabbracciato l’ispirazione). E allora questa mossa accorcerebbe la squadra negli ultimi trenta-quaranta metri, metterebbe Giandonato nella condizione di avere dinanzi a sé uno più vicino a cui affidare la palla e al contempo Maiorino avrebbe più opzioni: aprire per gli attaccanti e duettare con loro, puntare i difensori, magari anche prendersi qualche punizione in più dal limite che lui sa calciare da dio. Non solo: Franco a sinistra avrebbe più spazio e la retroguardia avversaria andrebbe in difficoltà in quanto si sa bene che quando hai da seguire un giocatore che si muove tra le linee è un problema.
BENTORNATI. Insomma bentornato caro vecchio irascibile, coraggioso ma anche competente Sciu Aldo, bentornato Elio Signorelli ds di passato, presente e futuro: soprattutto bentornato Livorno. Un paio di mesi fa, guardato il calendario pensai: a metà aprile nel derby col Pisa chiuderemo il discorso serie B. Ma a quel tempo avevamo dodici punti di vantaggio. Tuttavia se con Monza e a Olbia facciamo il pieno siamo ancora a tempo a chiudere il conto in anticipo. E se così non fosse lo faremo a Arzachena oppure con la rivelazione Carrarese. Altrimenti a Piacenza come quando volammo in A. Sia come sia ce la faremo. Perché il Siena strada facendo si logorerà.
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