Spinelli lo aveva annunciato a Telecentro circa un mese fa: “L’organico socetario che sta dietro le quinte del Livorno è lo stesso della serie A, non possiamo permetterci il prossimo anno di mantenerlo tale, siamo l’unica società in Lega Pro a mantenere una struttura così articolata”. In effetti a confronto delle varie società della categoria ci rendiamo conto quanto siano distanti le realtà socetarie della massima serie e della cadetteria rispetto a quelle della Lega Pro.
Tutti conosciamo Spinelli e sappiamo quanto lui tenga a tenere i bilanci in ordine ed a ottimizzare i costi rispetto alle entrate, se intravede una minima opportunità per praticare percorsi di ottimizzazione non si tirerà certamente indietro a percorrerli.
Per onor del vero tagli al personale Spinelli aveva iniziato ad adottarli già due stagioni orsono, quando attuò una serie di riduzione agli stipendi, di magazzinieri, preparatori e per finire ai compensi degli allenatori, vedi Luciano Bruni il mister della Primavera, costretto in estate a rinunciare alla guida della seconda squadra amaranto per una netta riduzione dello stipendio, poi al suo posto venne chiamato Stefano Brondi.
Oggi con la squadra in Lega Pro, con gli spettatori ai minimi storici e con nessun imprenditore locale che si fa avanti ad acquisire la società, Spinelli si ritiene legittimato ad agire senza freni, a imporre a distanza le sue scelte, spesso non condivise dai supporter amaranto. Tuttavia sembra davvero convinto a voler rinunciare a questa lunga avventura calcistica, “Sor Aldo” in questi ultimi tempi, ha lanciato una serie di segnali che farebbero intendere questa sua decisione di lasciare il Livorno, seppur alle sue convinte condizioni.
Un paio di cordate in questi giorni non hanno incrociato il “Semaforo verde” dopo aver trattato direttamente con lui. Certamente nelle contrattazioni Spinelli non è uno sprovveduto, se ha deciso di rimandare al mittente i rappresentanti delle due cordate (come ci ha riferito lui stesso), è molto probabile che le proposte formulategli non fossero accompagnate da un’adeguata copertura economica, e lui come sappiamo bene non si basa su promesse o su “Pagherò”, ma solo su garanzie finanziarie, altrimenti non si siede neanche al tavolo delle trattative.
Se non arrivano personaggi con liquidità pronta o garantita, sarà difficile vedere la società amaranto a capo di una nuova proprietà e questo in un certo senso può rappresentare una garanzia anche per il futuro del Livorno stesso: Spinelli non affidderà mai la società a degli avventurieri, piuttosto preferirà consegnare i libri societari all’amministrazione comunale, ma che si imbarchi in situazione poco chiare è da escludere in maniera più assoluta.
L’altra alternativa che per il momento sembra la più probabile, anche se la meno entusiasmante per gran parte dei tifosi amaranto, è che lui stesso resti il condottiero societario anche per l’anno prossimo, e gli scenari in questo caso come lui stesso ha fatto intendere, sarebbero tali: organico societario rivoluzionato, budget per acquisti e ingaggi a calciatori ridotto ai minimi termini, con conseguenze riduttive sull’organico della squadra. Non sarebbe da meravigliarsi quindi se l’anno prossimo vedremmo in organico calciatori per la maggior parte in prestito e da valorizzare, qualche nome noto ma agli arbori della carriera (probabilmente con qualche acciacco fisico), o qualche elemento riconfermato, che per sposare la causa amaranto dovrà vedersi ridurre l’ingaggio.
Dopo diciottoanni di guida della società di via Indipendenza le mosse del presidente ormai sono ben note alla tifoseria amaranto. A proposito di via Indipendenza, dopo la disdetta al contratto di affitto della sede societaria, Spinelli intravede come futura sede del Livorno calcio l’Armando Picchi di Ardenza. Soluzione che potrebbe essere ipoteticamente praticabile, tuttavia facendo due conti, il risparmio annuo imputabile a bilancio risulterebbe di poche migliaia di euro, cifra che non inciderebbe più di tanto sui conti economici, considerando oltretutto le spese varie sostenibili se dovesse traslocare e adattare i nuovi locali ad uffici della sede.
Restano comunque molti i nodi da sciogliere in casa amaranto, oggi agli occhi dei tifosi, il futuro prossimo del Livorno è in balìa di situazioni che rappresentano incerterzza totale sotto ogni punto di vista: proprietà, stadio, sede e organico societario, una serie di contingenze aperte che necessitano di un epilogo da definire a breve e con chiarezza, punti da mettere a fuoco che per il tifoso rappresentano garanzie vitali e necessarie per rigenerare entusiasmo e appartenenza alla nostra maglia.
2 Comments
Sauro moriconi
18 Aprile 2017 at 19:38E vero che il pubblico non è tanto ma è vero anche che nel momento che la squadra andava il pubblico era aumentato e sarebbe aumentato ancora se non avessero avuto un calo da dopo natale .ora vai al lo stadio in gradinata spendi 20 € per vedere uno spettacolo indegno. ..il biglietto per la categoria e caro sono stato a carrara e venti euro si pagano in tribunale coperta sono stato a lucca e si paga 12 euro e dodici euro si pagano a Pontedera in gradinata quindi cosa si pretende a livorno di pagare il biglietto come la serie a pur essendo in lega pro?
sandro
18 Aprile 2017 at 21:36Il calo lo si è avuto dopo dopo la serie di infortuni e la cessione di Jelenic. Se avessimo avuto loro due in organico oggi eravamo qui a parlare di tutt’altre cose, e lo stadio probabilmente era un p’ò più pieno. Comunque a parte i danni di Spinelli è qualche anno che ci gira male. Sono d’accordo con Sauro per i costi d’ingresso: il prezzo del biglietto non vale lo spettacolo … si continua a mantenere i prezzi esosi malgrado ci sia sempre meno gente sugli spalti che tra l’altro sono indecorosi !!!