Sono passati 5 mesi esatti dalla ‘presa in carico’ della società amaranto da parte di Joel Esciua e ci pare doveroso fare un primo bilancio critico della gestione del nuovo proprietario. Sgombriamo subito il campo, il Livorno è primo da solo nel suo girone, dunque non c’è che applaudire la società per questo risultato e gli ipercritici si mettano l’animo in pace. La società ha operato bene soprattutto sul mercato tanto criticato in estate. Però, come diceva un famoso personaggio, anche ciò che è stato fatto bene può essere fatto meglio; dunque vediamo le aree migliorabili. In società è stato fatto un repulisti che è consistito nell’allontanamento di figure note che, spesso gratis, prestavano la propria opera e questo ha naturalmente suscitato un po’ di malcontento, ma si sono subito insediati i sostituti quasi in ogni settore. Cosa non va? Spicca su tutti un settore che viene spesso criticato da tifosi e non, quello della comunicazione. La comunicazione riguardo agli infortunati non esiste praticamente, abbiamo infortunati che sono dichiarato guariti, ma che non vanno nemmeno in panchina da 3 turni, perché? A cosa sono dovuti i gonfiori che hanno impedito a Fancelli di andare almeno in panchina? E cosa dire di Sabattini e Fissore, infortunati cronici? Niente di personale riguardo l’attuale addetto stampa, per carità, che opera al meglio, comunque a sentire Mr. Favarin il famoso campo del Coni dovrebbe essere a disposizione dal 16 Ottobre. Avere un’informazione acritica però nuoce ad entrambe le parti invece di giovare, le ripercussioni sono nelle scarse vendite di abbonamenti e giornali. Meglio che le cose siano dette chiaramente.
Altro settore che sembra in confusione è quello del marketing, le maglie del Livorno dall’indubbio bel colore hanno dei numeri sulla schiena dei giocatori che raffrontati ai nomi sono esageratamente grandi: l’immagine, si sa, serve a descrivere bene la realtà ed allora si ha l’impressione di una sciatteria non si sa quanto dovuta all’inesperienza di chi ‘guida’ il settore o alla mancanza di fondi. Già, i fondi. Non possiamo che sottolineare qui un’anomalia abbastanza evidente: il Livorno non ha alcuno sponsor sulla maglia! L’anno scorso la politica del tanto criticato Toccafondi aveva portato una decina di ditte locali, piccole è vero, ad affacciarsi al mondo del calcio, quest’anno invece nemmeno l’ombra. Forse perché chi gestisce la cosa (Esciua stesso, pare) chiede troppo? Ma nessuna domanda viene mai fatta… Lo stesso problema attanaglia il caso dei biglietti e degli abbonamenti: alzare del 50% il prezzo degli abbonamenti rispetto al 2022-23 non si può giustificare con parole che lasciano il tempo che trovano. Abbiamo sentito il nuovo proprietario affermare nelle conferenze stampa indette una serie di cose che non si sono poi verificate (Il mio Livorno si baserà su Protti, Prenderemo DS e allenatore di Serie C, Quest’anno il problema dei campi di allenamento sarà risolto, ecc.) e naturalmente questa mancanza di comunicazione credibile ed univoca ha avuto un riflesso anche sugli abbonamenti che non hanno raggiunto la cifra richiesta di 2.000 ma si sono fermati a 1.600. C’è poi una evidente mancanza di lungimiranza in questo settore, vero che non è prevista nessuna giornata amaranto e che dunque l’abbonamento vale per le 17 gare interne, ma contro certi avversari per avere uno stadio diciamo così più pieno si potrebbe adottare una strategia di marketing che preveda, magari, la vendita di mini-abbonamenti di biglietti per alcune gare interne contro avversari, diciamo così, non di grido.
Quello che comunque ha irritato e non poco parecchi tifosi è stato il parlare del Livorno (che come diceva uno striscione “è una fede”) come un prodotto e dei tifosi come clienti. Queste sono terminologie che nel calcio non si devono usare e stupisce che avendo come consigliere un personaggio esperto come Melani, al nuovo proprietario la cosa non sia stata fatta notare. Oppure è stata fatta notare, ma a lui non interessa; grave errore che in tempi di vacche magre potrebbe ritorcersi contro. A tal proposito un altro mistero circonda il patron brasiliano, i suoi arrivi e le sue dipartite sono indecifrabili, a volte è presente anche in settimana ma a volte si assenta e non si sa mai dove sia; problema da poco, si dirà, perché c’è un Direttore Generale (Mosseri) che gestisce al suo posto, ma quest’ultimo non ha dimestichezza col mondo del calcio e francamente non sappiamo di preciso cosa faccia (certo non cercare sponsor).
Quanto sopra non può comunque oscurare il buon lavoro fatto in sede di costruzione della squadra e va dato il giusto merito a Pinzani che, bistrattato da molti, ha approntato una compagine omogenea (ricordiamo che sono solo 3 i reduci dall’anno scorso e che di questi solo ultimamente è sceso in campo Luci) e che ha soprattutto le caratteristiche richieste: grinta, attaccamento alla maglia e perseveranza, doti che sono immediatamente piaciute ai tifosi tutti. Parimenti da elogiare è senza dubbio Mr. Favarin che votato all’attacco ha impostato la squadra per la sistematica ricerca del gol ed avere collezionato 11 gol in 4 gare evidenzia bene la filosofia che ispira il trainer; ci sono però le 4 reti subite ed alcune disattenzioni che non sembrano occasionali, ma siccome si ripetono vanno attenzionate perché non sempre si potranno segnare 3 gol (d’altronde è già successo col Grosseto) ed allora bisognerebbe che il trainer ponesse rimedio entrando nel merito. Già ma chi glielo dice, il Direttore Generale?
di Riccardo D’Ancona
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