Sei partite giocate. Una sconfitta (immeritata), un pareggio (non contestabile), e quattro vittorie, l’ultima delle quali arrivata proprio domenica scorsa contro il Mobilieri Ponsacco e vinta tra le mura del Picchi allo scadere dell’ultimo minuto di recupero. Una partita che ha visto il Livorno farla da padrona sin dei primi minuti di gioco con due ottimi spunti, prima Neri e poco dopo Rodriguez. Prima mezz’ora che ha fatto quindi ben sperare e che pareva potesse placare finalmente una volta per tutte le ancora domabili polemiche che ci sono state nelle scorse partite riguardo al reparto offensivo del Livorno: tanti nomi, tante possibili scelte ma zero goal se si esclude il rigore di Frati nella prima partita giocata contro il Flaminia.
I tre punti a casa, comunque, ce li siamo portati e in maniera assolutamente meritata nonostante il secondo tempo le due squadre si siano equivalse; il destro di potenza calciato da Maresca e finito in rete è stata la degna conclusione di una partita che ha visto il Livorno protagonista per buona parte della gara. La marcia trionfale dell’Arezzo sembra inarrestabile, e non perdere terreno è fondamentale per poter tentare l’aggancio al primo passo falso della capolista, che sicuramente capiterà. La domanda però sorge spontanea: non si sarebbe potuto concludere la partita con qualche minuto di anticipo senza dover soffrire fino alla fine? I buoni spunti non sono mancati, ma quel guizzo in più non c’è stato. Paura in area di rigore? Sì, ma non troppa. Onestamente, credo che non si possa recriminare niente a Mister Collacchioni; nelle diverse gare disputate ha sempre dimostrato di saper leggere in maniera ottimale gli schemi degli avversari, cambiando anche in corsa il modulo di gioco, cosa assolutamente non da poco. E i diversi, troppi infortuni che hanno colpito la squadra non gli hanno sicuramente reso facile trovare una formazione base da cui partire perché ogni volta ha dovuto scovare una soluzione alternativa.
Se vogliamo trovarne il lato positivo, c’è da dire che il Livorno può contare su più uomini che a turno possono tranquillamente partire titolari senza far rimpiangere troppo gli assenti. Signori, questo è avere una squadra. Ma che succede se gli attaccanti non segnano per più partite consecutive? Da non sottovalutare è soprattutto il fattore psicologico che potrebbe diventare primario se non accolto e “curato” in tempo; la troppa voglia di far goal potrebbe causare una sorta di ansia da prestazione in grado di rendere il gioco nervoso e non più produttivo, l’eccessiva pressione derivante dalla sensazione di non fare bene il proprio lavoro è un lato che non va trascurato perché se non gestito rischia di far crollare anche il più forte dei calciatori. Io penso che ancora non abbiamo visto il vero potenziale del nostro reparto offensivo. Torromino lo stiamo ancora aspettando. Vantaggiato e Rodriguez non hanno ancora i novanta minuti nelle gambe ma quest’ultimo domenica ci ha regalato diversi passaggi interessanti nonostante sia stato poco performante. Lo Faso ha classe da vendere ma non è in piena forma. Frati, Neri, Rossi, altri nomi che hanno avuto diversi slanci interessanti ma sono stati poco incisivi.
E’ il caso di preoccuparsi? Non credo, dobbiamo fidarci del Mister e aspettare di avere una batteria di attaccanti nel pieno delle loro capacità fisiche. Puntare su un nome nuovo potrebbe intaccare quel fattore psicologico di cui dobbiamo avere cura e soprattutto non dobbiamo farci prendere da quella smania di vedere per forza un nome che sulla carta si presenta come un puro numero nove. Sulla carta. Perché il campo è un’altra cosa. E Noi non vediamo l’ora di vederlo quel Livorno che segna tanto, si diverte e vince.
Agnese Gaglio
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