Con Sergio Nieri, osservatore sociale e nostro collaboratore tecnico, per capire meglio il “sardinismo”, Sergio, solo una moda o un vero e proprio nuovo fenomeno politico?
“La storia delle sardine è recentissima e credo dovesse svolgersi prevalentemente nelle piazze emiliane, dove come noto a fine gennaio ci sarà un test elettorale di rilevo non solo amministrativo”.
Cioè?
“Come già vi dissi due mesi fa, al tempo dell’insediamento del Conte bis, prima o poi anche la più raffinata operazione politicistica è destinata a non reggere i contraccolpi dei sondaggi e della democrazia reale.
Ed il Governo Conte Bis, pur legittimo sul piano costituzionale, è stato il concorso numerico di quattro debolezze di fronte al “fenomeno” Salvini, fresco di trionfo in Umbria e pronto a far proprie anche le cosiddette “roccaforti rosse”di Emilia Romagna e Toscana. Un successo che, sia pure eventuale e in due tempi, avrebbe inevitabili contraccolpi sulla tenuta del Governo nazionale”.
Si’, ma le Sardine che c’entrano in tutto questo?
“Appunto per questo qualcuno ha pensato che per invertire questa tendenza si dovesse “inseguire” Salvini e tutto il cucuzzaro (la cosiddetta Bestia mediatica) nelle piazze “non per non farlo parlare” (e questo è un elemento di civilta’), ma per sovrapporgli altre voci e presenze, di tutt’altra estrazione e orientamento politico. Le Sardine “non abboccano” al frasario populista del Capitano anche se per il momento non tematizzano alcuna proposta alternativa”.
La ritieni una strategia vincente e duratura?
“Il tempo necessario per potere orientare diversamente l’opinione pubblica in occasione delle elezioni regionali di cui abbiamo parlato. Non vedo particolari contenuti politici, ma credo che alla lunga la lesione reputazionale collettiva di Salvini e della Lega, in modo particolare, possa convincere chi normalmente si astiene dalle urne a esprimersi, e dunque a fare la differenza.
In Emilia e in Toscana potrebbe funzionare, a meno che il centro sinistra non si spacchi diventando esso stesso la causa della propria sconfitta. I sondaggi ci parlano di un gradimento crescente per la Lega anche in Emilia, dove non a caso Bonaccini tende a darsi toni “da duro” per compiacere anche una parte dell’elettorato di centro destra”.
Tu hai vissuto la stagione dei Girotondi poco meno di vent’anni fa, trovi delle consonanze tra i due Movimenti?
“Per la verità no, se solo consideriamo che Moretti, aprendo la stagione del Movimento nel febbraio 2002, ebbe parole di fuoco nei confronti degli allora dirigenti del Centro Sinistra,’Con questi qua non vinceremo mai’, si disse, per potere poi scrivere un’agenda di dura opposizione alle leggi ad personam di Berlusconi, frutto di un flagrante e mai più normato conflitto di interessi politico-televisivo. Le Sardine, pur di varia estrazione, sono oggettivamente dalla parte del Governo giallorosso e non mostrano neanche particolari turbative nei confronti della eterodirezione europea sulla finanza pubblica del Paese. Lo definirei un intervento di “contro-populismo” corporeo, nato da una critica anche all’uso smodato dei social, dove si consuma il conflitto fra la società aperta ai flussi migratori e quella che per limitarli utilizza il principio di legalità originato dai recenti provvedimenti dell’ex governo gialloverde. Un conflitto che poi si riflette, come spesso abbiamo visto, nei diversi orientamenti delle Procure in ordine alla perseguibilità del reato di immigrazione clandestina in occasione degli sbarchi”.
Ultima considerazione: Santori, leader delle Sardine, ha parlato di Movimento sceso in piazza contro il degrado della vita sociale”. Sei d’accordo su questo?
“Si, ho letto ed è uno dei fattori aggreganti non solo del “valoroso popolo di sinistra”, come diceva Forattini, ma anche di molti ex grillini, che pure fino a poco tempo fa pensavano di cambiare il mondo forti del parziale successo elettorale del marzo 2018.
Personalmente ritengo che i conati di intolleranza e razzismo, se ci sono, non possano essere banalizzati. Il tema dell’insicurezza è reale, ma credo sia la malattia complementare di una patologia strutturale, l’impoverimento complessivo del Paese, che non possa essere ascritta al solo Salvini, ma anche e soprattutto ai Governi che l’hanno preceduto. In particolare su questo Pd e Sinistra, se vogliono sopravvivere, devono fare, oltre l’occupazione delle Piazze, un vero e proprio salto di qualità”.
1 Comment
amaranto67
16 Dicembre 2019 at 12:03da dove nascono tutti questi “movimenti”? doveprendono i soldi per finanziare le attività che svolgono? si offre al popolo qualcosa che orienti la “rabbia” e la incanali verso direzioni gestite dal sistema… è sempre cosi da un po a questa parte… girotondi.. 5 stelle.. ora le sardine… magari domani sarà la volta dei Totani…