Furono dati alle fiamme, nel periodo tra il 29 ottobre e il 1 novembre. Incendiati anche due camper e una motrice >>>> Avrebbe appiccato le fiamme a ripetitori di telefonia per contrastare l’avvento del 5g e per protestare contro le misure antiCovid.
A finire in carcere un macedone di 26 anni, accusato di aver innescato vari incendi tra Livorno e Pisa dal 29 ottobre al 1 novembre. Periodo in cui si sono verificati 9 incendi dolosi commessi a ripetitori di telefonia, camper, una motrice di veicoli industriali e a una centrale Terna dell’energia elettrica. Tutti causati da liquido infiammabile.
La Digos ha così visionato i filmati delle telecamere e ha individuato il giovane, intercettando anche le chiamate del suo telefono. E sarebbero emerse proprio motivazioni legate all’adesione a queste teorie diffuse su internet, contro il ‘nuovo ordine mondiale’. Il gip ha disposto la custodia cautelare in carcere, ritenendo la sussistenza di gravi indizi per gli episodi del 1 novembre, in via dello Struggino – ai danni di un ripetitore – e in via Orlando, contro un veicolo industriale. Ma anche per un episodio del 7 novembre a Pisa contro un altro ripetitore. La casa dove vive l’uomo è stata perquisita, sono stati trovati documenti e supporti informatici, e il 26enne avrebbe consegnato un documento scritto in cui ribadisce i concetti e le teorie. Il 26enne, adesso è alle Sughere, in attesa dell’interrogatorio di garanzia.
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