L’assessore regionale al diritto alla salute Stefania Saccardi interviene sulla vicenda dell’infermiera arrestata questo mercoledi con l’accusa di omicio aggravato e continuato a danno di pazienti. Tra il 2014 e il 2015 la donna avrebbe provocato la morte di 13 pazienti tra 61 e 88 anni, con la somministrazione di dosi massicce di anticoagulante.
“E’ davvero una storia orribile, alla quale si fa fatica a credere. Una storia che purtroppo rischia di gettare discredito su una categoria, quella degli infermieri, che invece è fatta da persone che svolgono il loro lavoro con competenza, professionalità, dedizione, spirito di sacrificio, grande senso etico. Il mio pensiero e la mia solidarietà ai parenti delle vittime. E il mio ringraziamento ai carabinieri del Nas e alla magistratura, che hanno condotto le indagini, alle quali la Asl ha collaborato e a ha dato impulso. Verificheremo – aggiunge l’assessore – se vi sia adeguata attenzione nella valutazione dei casi; voglio tuttavia sottolineare che l’indagine è partita sulla base di due denunce da parte del SSR e che, appena avuto il sospetto del coinvolgimento dell’indagata nei fatti, l’infermiera venne spostata dal suo posto di lavoro. Continueremo ad assicurare alla giustizia tutta la nostra collaborazione nel proseguimento delle indagini. Voglio sottolineare ancora che si tratta di un caso isolato: la missione di un infermiere non è certo quella di dare la morte, ma invece curare, assistere, alleviare il dolore. E questo fanno, con deontologia professionale, gli infermieri del servizio sanitario toscano”.
Questo giovedi la direttrice della Asl Toscana nord ovest Maria Teresa De Lauretis ha tenuto una conferenza stampa all’ospedale di Livorno per illustrare i fatti e presentare il proficuo percorso di collaborazione con la magistratura e con i Nas.
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