Dopo l’immediata reazione del sindacato di base Usb, giunge in redazione anche un comunicato da parte della segreteria provinciale Cgil: “L’azione delle forze dell’ordine, intervenute per evacuare gli studenti del Liceo Enriques che stavano portando avanti la loro lotta contro le mancanze istituzionali e le decisioni ministeriali degli ultimi giorni, è molto grave” Si legge nella nota a firma di Licia Mataresi (segretaria generale Flc-Cgil provincia di Livorno) e Fabrizio Zannotti (segretario generale Cgil provincia di Livorno).
“La presa di coscienza degli studenti rispetto alla realtà che stanno vivendo è la parte positiva degli ultimi due anni dove la didattica digitale integrata e il distanziamento ha prevalso su una situazione scolastica che da più parti è stata denunciata – prosegue la nota -. I temi che si stanno discutendo negli Istituti superiori in autogestione, insieme anche ai protagonisti della politica e del sindacato, riguardano il futuro dei giovani.
La discussione in atto e la riappropriazione degli spazi di condivisione tra pari sono lo strumento per la ricostruzione di una partecipazione attiva che vuole migliorare da un lato la didattica e dall’altro l’entrata nel mondo del lavoro con la garanzia di una stabilità e di una sicurezza che ancora oggi sembrano una meta lontana. La denuncia della mancanza di spazi didattici e di laboratori, l’affollamento nelle aule e la precarietà dei docenti sono vissuti dai ragazzi /e come una mancanza di attenzione nei loro confronti.
La scuola è sempre più vittima di interventi che la stanno distruggendo, interventi messi in atto pensando più ai bilanci che alla formazione della persona e del cittadino: di tutto ciò la politica deve farsene carico e assumersene la responsabilità. E’ indispensabile ascoltare coloro che ogni giorno vivono all’interno di istituzioni sempre più burocratizzate e sempre meno attente ai bisogni dei futuri protagonisti della società: per migliorare lo stato delle cose attuale si deve invece far tesoro di queste idee e valorizzarle.
L’occupazione della Scuola è una forma di protesta che a fine anni Sessanta ha fatto emergere problematiche ignorate dalla gran parte della popolazione. La protesta di questi giorni dei nostri studenti ha lo stesso fine: aprire un dialogo con la politica per risolvere i problemi ignorati. L’arrivo di numerosi agenti di polizia – conclude la nota – ha creato una spaccatura con chi vuole una società con più cultura e meno morti sul lavoro”.
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