Il nome del bambino pakistano Iqbal Masih, ucciso all’età di 12 anni per aver denunciato la piaga dello sfruttamento minorile, diventerà familiare per i piccoli utenti della Biblioteca dei Ragazzi di Villa Fabbricotti.
Da oggi infatti la sala lettura della Biblioteca riporta una targa commemorativa in ricordo del giovane “eroe”, simbolo della speranza e dei diritti civili dei minori.
Alla cerimonia di scoprimento della targa hanno partecipano la vicesindaco Stella Sorgente, l’assessore alla cultura del Comune Francesco Belais e soprattutto i protagonisti dell’iniziativa: gli ex alunni di due quarte della scuola primaria “E.De Amicis” che per primi, guidati dalla loro insegnante Susanna Filoni, hanno lanciato l’idea progettuale di dedicare uno spazio pubblico alla memoria di Iqbal Masih.
Abbiamo ascoltato Susanna Filoni, che ha promosso l’iniziativa:
Presenti anche Teresa Cini, Dirigente Scolastica del 5°Circolo De Amicis, e Maria Giusti, Dirigente Scolastica della scuola secondaria di 1° grado Borsi-Pazzini. Alla cerimonia hanno preso parte gli alunni delle classi quinte del plesso “E.De Amicis” e le classi seconde della scuola secondaria di 1°grado “Pazzini”.
E’ ora la volta di Teresa Cini:
Un gran numero di studenti ha presenziato dunque alla cerimonia, attesa da tempo, di intitolazione della sala lettura e ha assistito ad alcuni passaggi del film “ Iqbal” per la regia di Cinzia Th Torrini, proiettato subito dopo lo scoprimento della targa nelle sale della Biblioteca Labronica.
“Sono veramente felice di presenziare a questa cerimonia – ha detto la vicesindaco Sorgente – e di soddisfare una richiesta avanzata da tempo. Finalmente ce l’abbiamo fatta e oggi la Biblioteca è dedicata alla memoria di un ragazzo molto meno fortunato di voi , Iqbal”. “Meno fortunato – ha aggiunto- segnato da condizioni di vita intollerabili ma sicuramente coraggioso al punto tale da diventare una bandiera, un personaggio scomodo per il sistema economico illegale del suo paese”. “E’ bene che voi giovani frequentatori della Biblioteca possiate riflettere e venire a conoscenza di storie di coetanei la cui quotidianità purtroppo è molto diversa dalla vostra “.
Iqbal Masish nacque nel 1983 in una famiglia molto povera, a quattro anni già lavorava in una fabbrica di mattoni. Quando aveva cinque anni i suoi familiari si indebitarono per pagare le spese matrimoniali del primogenito e Iqbal fu ceduto a un fabbricante di tappeti per l’equivalente di 12 dollari. Fu quindi costretto a lavorare un minimo di 12 ore al giorno per sette giorni alla settimana, incatenato al telaio, con uno stipendio pari ad una sola rupia (corrispondente a pochi centesimi di euro). Cercando di fuggire, si rivolse alla polizia ma venne riportato alla manifattura e bastonato per punizione. Nel 1992 riuscì a uscire di nascosto dalla fabbrica/prigione e partecipò insieme ad altri bambini ad una manifestazione del Bonded Labour Liberation Front, (BLLF), Iqbal, ospitato in un ostello dalla BLLF, ricominciò a studiare. Cominciò a viaggiare e a portare in tutto il mondo la sua testimonianza, a Stoccolma, a soli 11 anni, affermò che «nessun bambino dovrebbe impugnare mai uno strumento di lavoro. Gli unici strumenti di lavoro che un bambino dovrebbe tenere in mano sono penne e matite». Riceve una borsa di studio dalla Brandeis University ma la rifiuta per rimanere nel suo paese ad aiutare i suoi amici. Tra i suoi progetti, quello di costruire una scuola e diventare un giorno un avvocato per poter difendere i deboli e gli indifesi. La sua lotta per i diritti dei bambini già acquisiti in altre parti del pianeta finirono in una giornata dell’aprile del 1995, mentre Iqbal si recava in chiesa, ucciso assassinato dalla mafia dei tappeti.
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